A Natale siamo tutti più… bambini! – Parte II

Creato il 13 gennaio 2015 da Temperamente

Natale? Ma non avevamo già superato il periodo di feste, abbuffate, luci e regali? Certo che sì, ma possiamo permetterci di assaporare l’ultimo, piacevole retrogusto dei giorni appena trascorsi; perciò, eccovi una nuova carrellata di canzoni Disney.

Come promesso, infatti, questa puntata di Lost in translations sarà ancora dedicata ai classici del grande Walt. Nella scorsa puntata natalizia dicevamo di come le indimenticabili canzoni di questi film ci riportino al cuore tenero della nostra vita, ovvero alla genuinità delle nostre anime di bambini, e – perché no? – di come quei ricordi possano riscaldare anche il nostro presente, soprattutto in un periodo come quello delle feste.

Avevamo quindi spiegato come le versioni originali delle canzoni Disney siano naturalmente in inglese e abbiamo confrontato alcuni dei testi più amati e famosi con le loro traduzioni italiane, meravigliandoci di somiglianze e differenze. Pronti per un’altra immersione nella fantasia mentre gli ultimi strascichi natalizi sono ancora dei freschi ricordi?
Via!

La spada nella roccia (1963; titolo originale: The Sword in the Stone)
Ripartiamo dagli anni ’60 con il classico dal sapore storico della Disney. Nell’Inghilterra medievale, uno sguattero viene bistrattato dalla famiglia che lo mantiene in virtù di non si capisce bene quali legami di parentela.
Un giorno Semola, così tutti chiamano lo sguattero, si imbatte in mago Merlino, un vecchio un po’ rimbambito che decide di diventarne il tutore; al seguito del mago e del suo gufo bisbetico, Semola rischia di essere ammazzato innumerevoli volte, dato che Merlino si diverte a trasformarlo in esseri viventi alla base della catena alimentare. Quindi il poveretto si ritrova a casa di una strega omicida che ingaggia con Merlino un duello all’ultimo sangue; alla fine del duello, la strega subisce la punizione più crudele di tutte: si becca la varicella. Poi Semola estrae la spada dalla roccia e diventa re Artù.

La canzone che si riporta di seguito è l’autopresentazione della strega omicida, la bruttissima ma potente maga Magò. Cercando di impressionare Semola, intrappolato in casa della strega con addosso le sembianze di un uccellino, la fattucchiera si descrive così (in nota trovate la mia traduzione letterale di tutti i testi):

Se con un ditin
io tocco un fior
si spampana e muor,
solo il demonio
uguagliare mi può.
Io sono la magnifica
splendida maga Magò.

Posso gonfiar fino al camin
farmi piccina come un topin,
fattucchieria o nera magia
è specialità mia.
Io sono la magnifica
splendida maga Magò.

Posso aver fascino
un bel visin
ugola d’or
morbido crin
la la la la la, la la la la la
la la la la la
la la la la la, la la la la la
la la la la la
ma non farti illusion
perché zumparapan
sono la magnifica
splendida maga Magò.

With only a touch
I have the power
zim zabberim zim
to wither a flower
I find delight in the gruesome and grim
’cause I’m the magnificent, marvelous, mad Madam Mim

I can be huge, fill the whole house
I can be tiny, small as a mouse
black sorcery is my dish of tea
it comes easy to me
’cause I’m the magnificent, marvelous, mad Madam Mim!

I can be beautiful, lovely and fair
silvery voice, long purple hair
la la la la la, la la la la la
la la la la la
la la la la la, la la la la la
la la la la la
but it’s only skin deep
for zim zabberim zim
I’m an ugly old creep
the magnificent, marvelous, mad, mad, mad, mad Madam Mim![1]

Innanzitutto, notiamo che in originale il nome di Maga Magò è molto diverso, ovvero “mad Madam Mim”: “la folle signora Mim”; il nome “Magò” è stato evidentemente inventato dagli adattatori italiani per conservare l’allitterazione (ovvero la ripetizione di una consonante). Nel caso del nome originale, infatti, era la lettera “m” a essere ripetuta, mentre nell’adattamento italiano la scelta è caduta sulla lettera “g”.
La traduzione italiana della canzone, poi, cerca di essere il più fedele possibile all’originale, modificando leggermente il testo della canzone per conservare le rime: se in origine la parola “house” (“casa”), faceva rima con la parola “mouse” (“topo”), nell’adattamento italiano abbiamo “camin” in coppia con “topin”; invece di “diventare enorme, riempire tutta la casa”, traduzione letterale del verso inglese “I can be huge, fill the whole house”, Maga Magò si può “gonfiar fino al camin”. Più avanti succede la stessa cosa con “hair” (“capelli”), che divengono “crin” in italiano per conservare la rima con “visin”.
Insomma, possiamo solo immaginarci quanti sforzi d’immaginazione sia costata l’autocelebrazione della strega più brutta della storia!

La bella e la bestia (1991; titolo originale: Beauty and the Beast)
Forse il classico più romantico della Disney, è il film che viene annoverato fra le perle del cosiddetto “Rinascimento Disney”: è chiamato così il periodo tra la fine anni ‘80 e quella degli anni ‘90, che vede la casa cinematografica replicare i successi di critica e pubblico che mancavano dalla morte di Walt Disney, avvenuta nel 1966.
Belle, una francesina colta ma un po’ distratta, si sacrifica per il padre nullafacente andando a lavorare in casa di un principe, gratis e senza nemmeno il giorno di permesso settimanale.
Dettaglio non trascurabile: anni addietro il principe è stato trasformato in un grosso felino non meglio identificato per essere stato maleducato con una strega; se nessuna donna riuscirà a innamorarsi di lui nonostante pelo, artigli e cattive maniere, lui morirà all’appassire di una rosa magica.
Fortunatamente per il principe, Belle bada più alla sostanza che all’apparenza, e sebbene finisca per portargli in casa un pretendente respinto che cerca di ucciderlo e gli brucia la casa, riesce ad annullare l’incantesimo, con buona pace della strega permalosa che non ha neanche il fegato di mostrare la sua faccia per tutto il film.

La canzone di seguito riportata è quella sulle cui note ogni ragazza, almeno una volta nella vita, ha sognato di danzare, vestita di giallo come Belle; non a caso, la melodia fa da sottofondo al celebre ballo di Belle e della bestia nel grande salone del castello.

C’è una bestia che
s’addormenterà
ogni volta che
bella come sei
le sorriderai.

Quel che non si può
neanche immaginar
è una realtà
che succede già
e spaventa un po’.

Ti sorprenderà
come il sole ad est
quando sale su
e spalanca il blu
nell’immensità.

Ti sorprenderà
come il sole ad est
quando sale su
e spalanca il blu
nell’immensità.

Stessa melodia
un’altra armonia
semplice magia
che ti cambierà
ti riscalderà.

Quando sembra che
non succeda più
ci riporta via
come la marea
la felicità.

Ti riporta via
come la marea
la felicità.

Tale as old as time
true as it can be
barely even friends
then somebody bends
unexpectedly.

Just a little change
small to say the least
both a little scared
neither one prepared
Beauty and the Beast.

Ever just the same
ever a surprise
ever as before
ever just as sure
as the sun will rise.

Tale as old as time
tune as old as song
bittersweet and strange
finding you can change
learning you were wrong.

Certain as the sun
rising in the east
tale as old as time
song as old as rhyme
Beauty and the Beast.

Tale as old as time
song as old as rhyme
Beauty and the Beast.[2]

In questo caso, per la versione italiana, si può parlare più propriamente di adattamento piuttosto che di traduzione. Il testo originale, infatti, appare più incentrato sulla storia raccontata dal film: la “bella e la bestia” vengono infatti nominati ben tre volte e nelle prime strofe vengono descritte proprio le fasi iniziali, piuttosto conflittuali, del loro rapporto (“barely even friends/then somebody bends/unexpectedly”: “amici a stento/poi qualcuno cede inaspettatamente” o anche “both a little scared/neither one prepared”: “entrambi un po’ spaventati/nessuno dei due preparato”). Nell’adattamento italiano, invece, la sensazione è che il testo possa riferirsi alla storia di qualunque innamoramento: anche i versi iniziali, in cui compare la parola “bestia”, potrebbero tranquillamente considerarsi metaforici. In ogni caso le sensazioni di sorpresa, tensione e felice inesorabilità dell’amore sono espresse in entrambi i testi; a volte, soprattutto quando si tratta di prodotti artistici così complessi come può esserlo un cartone animato con dialoghi e parti cantate, trasmetterne la sostanza piuttosto che la forma diviene fondamentale. E chi più di Belle suggerirebbe di andare oltre le apparenze?

Aladdin (1992; titolo originale: Aladdin)
Il classico Disney orientaleggiante per eccellenza. Ambientato ad Agrabah, città immaginaria del mondo arabo, il film segue le vicissitudini di Aladdin, senzatetto un po’ sbruffone che fa innamorare di sé la figlia del sultano. Peccato che il Gran Visir, un tipo dotato di barbetta ispida, pappagallo polemico e la megalomania di un cattivo come si deve, scelga proprio il nostro protagonista per farsi aiutare in un’impresa misteriosa: recuperare la lampada sepolta nelle interiora di una caverna parecchio voltagabbana.
Alla fine Jafar, il Visir, rimane con un palmo di naso, mentre Aladdin si accaparra la lampada con tanto di Genio e tre desideri annessi. Così, dopo essersi finto un principe, aver conquistato la figlia del sultano ed essere tornato uno straccione, Aladdin riesce a sconfiggere Jafar, tanto intelligente ma decisamente troppo megalomane.
Il Gran Visir allora finisce nella lampada assieme al pappagallo, mentre è assodato che Aladdin diventerà sultano quando il suocero tirerà le cuoia; morale della favola: chi troppo vuole nulla stringe e, se sei molto brutto e hai una barbetta ispida, stai sicuro che finirai molto male.

La canzone “in traduzione” è quella, celebre, che Aladdin canta assieme alla principessa Jasmine mentre scorrazzano sul tappeto magico per i cieli di Agrabah.

Ora vieni con me
verso un mondo d’incanto
principessa, è tanto
che il tuo cuore aspetta un “sì”
quello che scoprirai
è davvero importante
il tappeto volante
ci accompagna proprio lì.

Il mondo è tuo
con quelle stelle puoi giocar
nessuno ti dirà
che non si fa
è un mondo tuo per sempre.

Il mondo è mio
è sorprendente accanto a te
se salgo fin lassù
poi guardo in giù
che dolce sensazione nasce in me.

C’è una sensazione dolce in te.
Ogni cosa che ho
anche quella più bella
no, non vale la stella
che fra poco toccherò.

Il mondo è mio
(apri gli occhi e vedrai)
fra mille diamanti correrò
(la tua notte più bella)
con un po’ di follia e di magia
fra le comete volerò

Il mondo è tuo
(un corpo celeste sarò)
la nostra favola sarà
(ma se questo è un bel sogno)
non tornerò mai più
mai più laggiù
è un mondo che appartiene a noi
soltanto a noi
per me e per te
ci aiuterà
non svanirà
solo per noi
solo per noi
per te e per me.

I can show you the world
shining, shimmering, splendid
tell me, princess, now when did you last let your heart decide
I can open your eyes
take you wonder by wonder
over, sideways and under
on a magic carpet ride.

A whole new world
a new fantastic point of view
no one to tell us no
or where to go
or say we’re only dreaming.

A whole new world
a dazzling place I never knew
but now from way up here
it’s crystal clear
that now I’m in a whole new world with you.

Now I’m in a whole new world with you.
Unbelievable sights
indescribable feeling
soaring, tumbling, freewheeling
through an endless diamond sky.

A whole new world
(don’t you dare close your eyes)
a hundred thousand things to see
(hold your breath it gets better)
I’m like a shooting star
I’ve come so far
I can’t go back to where I used to be

A whole new world
(every turn a surprise)
with new horizons to pursue
(every moment red letter)
I’ll chase them anywhere
there’s time to spare
let me share this whole new world with you

A whole new world
that’s where we’ll be
a thrilling chase
a wondrous place
for you and me.

L’adattamento italiano è estremamente musicale, ma le differenze con il testo originale sono molteplici: nei versi inglesi si insiste più volte sul fascino meraviglioso del mondo nuovo che i due innamorati scopriranno insieme; abbiamo quindi aggettivi come “wondrous”, “shining”, “shimmering”, “dazzling”, “splendid” (“meraviglioso”, “brillante” “scintillante”, “abbagliante”, “splendido”). In italiano, invece, l’attenzione degli adattatori si è concentrata sulle emozioni provate dai due protagonisti, una scelta motivata anche dalle esigenze ritmiche della musica, che non si prestava a una sequela di lunghi aggettivi; confrontando gli aggettivi inglesi con i loro corrispettivi italiani, infatti, si noterà che gli italiani possiedono molte più sillabe. Infine, è degno di nota il fatto che il titolo della canzone, “A whole new world” (“Tutto un nuovo mondo”), sia stato tradotto con “Il mondo è mio”, sottolineando ancora di più l’esaltazione con cui Aladdin e Jasmine si tuffano nella loro storia d’amore.

Il re leone (1994; titolo originale: The Lion King)
Il classico ispirato all’Amleto di Shakespeare. Il leoncino Simba, figlio del leone re della savana, si lascia infinocchiare dal fratello invidioso di suo padre e trascina il povero re in una trappola mortale. Quando il malvagio zio gli dice che tutti gli attribuiranno la colpa di quanto è successo, il leoncino abbocca di nuovo e se ne va in esilio volontario, eleggendo a compagni di avventura un facocero e una mangusta che passano il loro tempo cibandosi di insetti. Anni dopo, sollecitato da una giovane leonessa più intelligente di lui, il giovane leone fa due più due, capisce che, se lo zio aveva una faccia losca, c’era un motivo e ritorna per spodestarlo. Contrariamente a ogni pronostico, lo zio ci rimette la pelle.

La canzone più celebre del capolavoro disneyano è “Il cerchio della vita”, cantata nella versione nostrana da Ivana Spagna; è la melodia che accompagna l’inizio del film, con la presentazione del neonato Simba davanti a tutti gli animali della savana. Ecco i due testi, italiano e inglese, a confronto:

E un bel giorno ti accorgi che esisti
che sei parte del mondo anche tu
non per tua volontà. E ti chiedi chissà
siamo qui per volere di chi.
Poi un raggio di sole ti abbraccia
i tuoi occhi si tingon di blu
e ti basta così, ogni dubbio va via
e i perché non esistono più.

È una giostra che va questa vita che
gira insieme a noi e non si ferma mai
e ogni vita lo sa che rinascerà
in un fiore che fine non ha.

È una giostra che va questa vita che
gira insieme a noi e non si ferma mai
e ogni vita lo sa che rinascerà
in un fiore che fine non ha.

From the day we arrive on the planet
and blinking, step into the sun
there’s more to see than can ever be seen
more to do than can ever be done
there’s far too much to take in here
more to find than can ever be found.
But the sun rolling high
through the sapphire sky
keeps great and small on the endless round.

It’s the circle of life
and it moves us all
through despair and hope
through faith and love
till we find our place
on the path unwinding
in the circle
the circle of life. (x2)[3]

Anche in questo caso, le differenze tra i due testi ci inducono a parlare di riadattamento piuttosto che di traduzione. Il tono della canzone italiana è decisamente più trionfale (“E ogni vita lo sa che rinascerà/in un fiore che fine non ha”), mentre il testo inglese pone l’accento sulla battaglia personale che ogni individuo deve affrontare nella sua vita (“and it moves us all/through despair and hope/through faith and love”: “e ci fa muovere tutti/attraverso disperazione e speranza/fede e amore”). Inoltre è curioso notare come “il cerchio della vita”, che dà il titolo alla canzone in entrambe le lingue, non compaia mai nel testo italiano, sostituito per esigenze ritmiche dal verso “è una giostra che va”.

Infine l’incertezza dei primi versi italiani non è presente in quelli inglesi, che si concentrano sulle molteplici possibilità offerte dal mondo (“there’s more to see that can ever be seen”, “more to find that can ever be found”: “c’è da vedere molto più di quello che potrà mai essere visto”, “da trovare molto più di quello che potrà mai essere trovato”).

La maggiore libertà di rielaborazione riscontrata negli ultimi testi coincide in parte con una più accentuata commercializzazione delle colonne sonore portanti dei nuovi classici Disney, quelli del “Rinascimento”.
Da “La bella e la bestia” in poi, infatti, la canzone più “importante” del film viene distribuita al pubblico, su CD e oggi anche online, in una versione alternativa, più lunga e con arrangiamenti più curati, magari cantata da un nome di richiamo nel panorama della musica internazionale piuttosto che dalla voce originale del personaggio.

Nel caso della canzone “La bella e la bestia”, per esempio, fu chiamata in causa Celine Dion; a cantare la versione inglese de “Il cerchio della vita” fu Elton John. Questa nuova iniziativa commerciale è stata ripresa anche nel resto del mondo; allora Gino Paoli e la figlia Amanda Sandrelli cantarono la canzone de “La bella e la bestia” (re-intitolata “Uno sguardo d’amore”), mentre Ivana Spagna prestò la sua voce a “Il cerchio della vita”. Dopotutto, anche i cartoni animati sono business; anzi, le cifre a nove zeri incassate da molti classici Disney parlano da sole.

Bene, oltre alle vacanze, anche il viaggio affascinante nel cuore musicale della Disney è giunto al termine. Come tutti gli anni, questo Natale siamo stati più bambini, e come tutti gli anni, dal 7 gennaio in poi siamo tornati alle nostre età anagrafiche. Un consiglio per ricominciare al meglio la routine di tutti i giorni? Se non riuscite a essere più bambini, almeno siate meno adulti.

Buon ritorno alla quotidianità e arrivederci alla prossima puntata!

NOTE:

[1] La spada nella roccia:
Con un solo tocco/ho il potere/zim zabberim zim/di far appassire un fiore/Mi deliziano il macabro e il triste/perché sono la magnifica, meravigliosa, folle signora Mim./Posso diventare enorme, riempire tutta la casa/Posso diventare minuscola, piccola come un topo/la magia nera è la mia specialità/mi viene facile/perché sono la magnifica, meravigliosa, folle signora Mim!/Posso diventare bella, graziosa e amabile/voce argentina, lunghi capelli viola/la la la la la/ma è tutta apparenza/perché zim zabberim zim/sono un brutto vecchio mostro/la magnifica, meravigliosa, folle, folle, folle, folle signora Mim!

[2] La bella e la bestia:
Racconto antico come il tempo/vero più che mai/amici a stento/poi qualcuno cede inaspettatamente./Solo un piccolo cambiamento/piccolo per non dire di meno/entrambi un po’ spaventati/nessuno dei due preparato/la bella e la bestia./Sempre gli stessi/sempre una sorpresa/sempre come prima/sempre una certezza/come quella che il sole sorgerà.
Racconto antico come il tempo/melodia antica come il canto/dolceamaro e strano/scoprire che si può cambiare/capire che ti eri sbagliato./Certo come il sole/che sorge a est/racconto antico come il tempo/canzone antica come la poesia/la bella e la bestia./Racconto antico come il tempo/canzone antica come la poesia/la bella e la bestia.

[3] Aladdin:
Posso mostrarti il mondo/brillante, scintillante, splendido/dimmi, principessa, quand’è stata l’ultima volta che hai lasciato decidere il tuo cuore/Posso aprirti gli occhi/posso conquistarti meraviglia dopo meraviglia/di qua e di là in un giro sul tappeto magico./Tutto un nuovo mondo/un nuovo fantastico punto di vista/nessuno che ci dica no/o dove andare/o che ci dica che stiamo solo sognando./Tutto un nuovo mondo/un posto abbagliante che non conoscevo/ma adesso da quassù/è limpido/che ora sono in tutto un nuovo mondo con te./Ora sono in tutto un nuovo mondo con te./Panorami incredibili/un sentimento indescrivibile/librarsi in aria, precipitare giù, andare a ruota libera/attraverso un infinito cielo di diamanti./Tutto un nuovo mondo/(non osare chiudere gli occhi)/centomila cose da vedere/(aspetta adesso viene il meglio)/sono come una stella cadente/sono arrivato così lontano/non posso tornare dov’ero prima./Tutto un nuovo mondo/(ogni svolta una sorpresa)/con nuovi orizzonti da raggiungere/(ogni momento è memorabile)/li inseguirò ovunque/ne abbiamo di tempo/lasciami condividere tutto questo nuovo mondo con te./Tutto un nuovo mondo/ecco dove andremo/un inseguimento elettrizzante/un posto meraviglioso/per te e per me.

[4] Il re leone:
Dal giorno in cui arriviamo su questo pianeta/e strabuzzando gli occhi, camminiamo nel sole/c’è da vedere molto più di quello che potrà mai essere visto/da fare molto più di quello che potrà mai essere fatto/c’è decisamente troppo da assimilare/c’è da trovare molto più di quello che potrà mai essere trovato./Ma il sole che ruota in alto/attraverso il cielo di zaffiro/porta tutti, grandi e piccoli, in un giro infinito./È il cerchio della vita/e ci fa muovere tutti/attraverso disperazione e speranza/attraverso fede e amore/fino a quando non troviamo il nostro posto/sul sentiero che si spiega davanti a noi/nel cerchio/nel cerchio della vita. (x2)


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