Un viaggio verso il nord per Mario Monti che è andato in Finlandia alla vigilia delle attesissime decisioni di Mario Draghi. Intanto la Bundesbank ammonisce che la BCE non deve oltrepassare il suo mandato, mentre Mario Monti, incurante, prosegue il suo tour nelle capitali europee, con l’0biettivo di aprire la via a strumenti più drastici. Il primo ministro vuole convincere gli altri leader del Vecchio continente ad un’azione collettiva per risollevare l’euro. Ammorbidire i paesi che dovrebbero concorrere alla salvazza dell’euro perché : “Sarebbe una cosa terribile per l’integrazione europea se l’euro, che doveva essere il passo supremo, più perfetto di integrazione, a causa di questi problemi che ci sono nel mondo reale dovesse diventare poco a poco un fattore di divisione e disintegrazione anche psicologia delle visioni politiche tra stati membri dell’unione europea”. Anzi: proprio per combattere la crisi dell’eurozona servono “soluzioni condivise”.
Se ne parla a Sky Tg24 economia con Liisa Liimatainen, giornalista corrispondente finlandese in Italia e Salvatore Brigantini del Corriere della Sera.
Dunque Monti è partito a caccia di consensi tra i campioni del rigore. Ha incontrato il premier Katainen e un gruppo di imprenditori. Arriva forte dell’accordo con Hollande per un’accelerazione alle misure anti-spread. Misure che servono urgentemente. Barack Obama, sulla situazione economica internazionale si è espresso considerando l’Europa il maggior pericolo per l’economia globale e ha riconosciuto che “è una ferita che continua a sanguinare”. Se è vero che oramai siamo tutti collegati, la soluzione europea aiuterà anche l’America e potremo rivedere quella luce in fondo al tunnel auspicata da Monti. Per gli economisti le prospettive sono rassicuranti, attendiamo i nuovi dati per valutare la drammaticità o meno della situazione. E’ evidente che i due “Mario” hanno aperto un conflitto con la Germania: ” Era chiaro a tutti che non si poteva andare avanti, l’Italia ha fatto quello che doveva fare ma, lo spread non scendeva per motivi semplici – afferma Bragantini – finchè non viene tolta la nube che grava sull’Europa non succederà nulla. E davanti a questi fatti è logico che la BCE debba usare tutrte le armi disponibili”.
Ovviamente non possiamo pretendere che gli altri paesi paghino la nostra dissolutezza, però possiamo chiedere uno stop alla guerra psicologica che i mercati stanno facendo.
La Finlandia che un mese fa aveva minacciato di porre il veto allo scudo anti-spread, nel frattempo, si è ammorbidita. Aveva avuto un atteggiamento molto duro . “I finlandesi, non vogliono pagare il debito di altri, - dichiara – Liisa Liimatainen - vogliono garanzie, abbiamo già avuto una crisi durissima, risolta con grande austerità, non vogliamo ancora pagare perché avvertiamo l’ingiustizia e anche un po’ di astio, siamo stati diligenti e abbiamo applicato tutte le regole rischieste dall’Europa, poi arrivano gli altri che se ne fregano e chiedono, questo rode ai finlandesi “.
Tante le ragioni, ma senza la collaborazione e con la recessione rischiamo risultati devastanti. La Finlandia è stata uno dei primi paesi ad aderire al sogno cooperativo, ci hanno creduto, con entusiasmo, se dimenticano lo spirito comunitario, l’euro crolla. Attendiamo che la Bce ci sorprenda, mentre tratteniamo il fiato fino alle prossime decisioni combattute tra diplomazie europee e interessi economici. I nostri due Mario sono i protagonisti, hanno affilato le armi ora, devono combattere per farci dimenticare il pericolo passato.