Magazine Diario personale

A ogni passo lasciare portarci via da un'emozione non piena, non colta.

Da Tofina

Due sabati fa, all'entrata del pub, un buon uomo ha gridato: " Ehi, dove andate? La signorina quanti anni ha?". La signorina ero io.

Oltre a sembrare una sedicenne, io mi vesto come una sedicenne, guardo telefilm da sedicenne con protagoniste sedicenni, l'unica musica che riesco ad ascoltare quando studio è Britney Spears, ho il diario da sedicenne invece dell'agenda da insegnante, mi annoto le frasi che mi piacciono come quando avevo sedici anni.

Io a volte ho sedici anni.

Però ho anche la patente, due lauree, un marito, una casa, due mutui, delle orchidee. Ho la carta di credito, le foto del viaggio di nozze, un gatto. So usare la lavatrice, la pentola a pressione e la vaporella. Pago le tasse, le spese di condominio, le bollette e la tassa dei rifiuti.

Vivo in un limbo: da un lato mi sento addosso il peso dell'essere diventata grande, dall'altro mi lascio trasportare dalle emozioni di un'adolescente. Sto cercando di trovare un equilibrio, soprattutto negli ultimi mesi.

Forse, su tre cose ho trovato una quadra. Vabbè, facciamo due.

Amo mio marito con lo stesso trasporto con cui si ama per la prima volta a sedici anni. Quando scrivi il suo nome sul foglio mille volte, quando chiudi gli occhi e t'immagini scenari e situazioni da film in cui tu hai i capelli perfetti, lui quella maglietta che gli sta tanto bene, rallenty, musica in sottofondo e ciao. Sono passati otto anni e lo amo così. Ma dell'amore dei sedici anni non ho più l'incertezza, i dubbi, i timori. Guccini diceva " Non fu facile [...] pensare d'avere un domani e stare lontani; tutti e due a immaginarsi: "Con chi sarà?"" . Ecco, è facile adesso pensare al futuro: tanti sogni, tanti progetti che dipendono da noi. Lui c'è, per me. Niente ma e niente se.

C'è la questione amicizia, che è sempre stata un tasto dolente. A sedici anni avevo, già dalle scuole medie, un'amicizia che è stata come un grande amore. Quando è finita ho smesso di avere delle amiche. Col tempo mi sono ammorbidita e ho stretto nuovi rapporti, da grande. Non ci sono più state telefonate giornaliere, gelosie, quella morbosità tipica di quando la tua migliore amica è come tua sorella, è una parte di te. Ci sono stati consigli, valutazioni, una presenza discreta ma affidabile. Ci sono stati però anche dei limiti imposti e dei limiti inevitabili. Ho sbagliato di nuovo, forse mi sono accontentata, forse ho cercato di inseguire l'idea dell'amicizia e mi sono persa quelle sensazioni viscerali che provavo un tempo. Sto cercando di ritrovarle nelle mie poche amicizie e ho capito che quella vecchia amica resterà sempre un grande amore. Più maturo e consapevole, ma pur sempre un grande amore. E gliel'ho detto.

E poi ho smesso di fare i capricci e sto imparando a non dormire più a pancia in giù.

Che ho sempre rotto le palle a mezzo modo con i miei mal di schiena. E quando mi si diceva " Eh ma se dormi così per forza, inarchi la schiena e la mattina son dolori!" rispondevo " O dormo così o non dormo". Mica vero.

Se non è trovare un equilibrio questo...


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