Quindi sono molto scoraggiata.
Che palle.
Quanto vorrei essere un insegnante dell’era gentiliana reincarnata nell’era 2.0.:
uno di quelli che ti faceva aprire il libro solo con lo sguardo
uno di quelli che quando entrava in classe poteva percepire l’odore della paura
uno di quelli che col semplice rumore dei suoi passi nel corridoio non faceva muovere una mosca: invece quando entro io le mosche si muovono, sono tutte felici, sorridenti e spensierate e se non hanno studiato eh vabbè domani è un altro giorno..sì….della mia atroce agonia.
Ho scelto un mestiere che fa soffrire.
Colpa sempre della mia educazione cattolica: dolore, mutismo e rassegnazione racchiuso nell’esempio di quel Cristo in croce che ogni domenica incombeva dall’altare sul mio crespo capo di bimbetta, inconsapevole del fatto che, anche io, un giorno, mi sarei fatta carico di una bella croce,
(che a volte però è anche delizia)
l’insegnamento.