Sudtirol, Alto Adige. Anni ed anni che non ci tornavo; non ricordavo quanta magia ci fosse in quei posti, quanta pace che ho provato. Ho iniziato da piccola. Avevo 8...mesi quando ci andai la prima volta. E per molti anni a venire, ogni estate, o inverno, a seconda dei casi, ritornavo là, nei miei monti adorati, a passare momenti indimenticabili tra lunghe scarpinate, paesaggi da sogno, funghi e lamponi e favolose mangiate. Che bello il prepararsi alla partenza: caricare camicia a quadri verde e nera, bastone d'ordinanza, borracce e scarponi. Guardavo fiera il mio papà pensando che era il migliore di tutti, col suo piglio da "scalatore bonario", che mi portava sino a 2000 metri di altitudine, cercando di farmi passare la paura, e il pensiero di star male in auto a causa delle curve. La Val Sarentino, Bolzano, Merano, Vipiteno, Renon, il Lago di Caldaro e molti altri. Tutti posti favolosi che è stato bello scoprire nel corso degli anni.
E, a proposito di grandi magnate... la costoletta di cui sopra parla da sola!
Bier und brot: birra e pane. Di quest'ultimo ne portano in tavola diversi tipi ( semi, cereali vari), compreso lo schuttenbrot, un pane durissimo ottimo perché, ora che hai finito di mangiarne un pezzo, ti sei già rotto le scatole e desisti quasi subito ad azzannarne un altro pezzo se si vuol evitare di finire spediti dal dentista appena tornati in città. Ottima scelta!
Una gita al lago di Valdurna. Tempi immemori dacché non tornavo. Tutto è rimasto pressoché immutato, ma sempre una grande emozione. Comprato miele e altre specialità locali, giusto per tenersi in forma al ritorno...
Dopo svariati tentativi eccola, presa: non è una delle più belle che io abbia mai visto, ma volevo tanto riuscirci. Sognate in un bacio, in uno sguardo rubato, in un momento inaspettato, da sempre svolazzanti nello stomaco. Questa immagine così bella di questi esserini leggiadri mi ha sempre accompagnato. Imprendibili se non con molta cautela, leggere e soprattutto LIBERE. Come non adorarle.
E dopo svariati momenti di pioggia, tanto intermittenti quanto fastidiosi, ecco che felcità vedere lampi di sole attraverso le piante di Merano
Speriamo portino un pò di fortuna ( anche se insomma, per adesso...)
Ed infine, uno dei ricordi più dolci. Lo chiamavamo Nonno, anche se in realtà non lo era, ma per noi, quando eravamo piccoli, era il nonno che ci portava a passeggio e che ci spiegava la natura, com'era fatta, cosa c'era. Era sempre seduto vicino al nostro tavolo, con la sua famiglia allegra e sempre urlante. Spesso mi prendeva la manina e mi portava a fare due passi appena fuori dall'hotel, c'era tanta vegetazione che mi incuriosiva ma, soprattutto, questi fiori strani, che non avevo mai visto prima. "senti", mi diceva, "scoppiano, anche loro, a loro modo, parlano con te", e, prendendone uno per le bianche corolle, se lo faceva scoppiare sul dorso della mano. Ed io ridevo, provavo. A me non scoppiavano mai. Sono sicura che mentre riprovavo a farli scoppiettare sulla mano, ovunque sia adesso, si sarà girato, con i suoi occhialetti piccoli, le gote rosse, a sorridere a quella bambina. Cresciuta, ma in fondo sempre bambina. Ti ricordo sempre, caro Nonno Gildo.