A pedali tra i paesaggi del Garda: il Cicloraduno degli Amici della Bicicletta

Creato il 09 agosto 2015 da Nonsoloturisti @viaggiatori

Anche quest'anno si è svolto il tradizionale Cicloraduno Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) nella splendida cornice del Lago Di Garda. La novità di questa edizione, la XXVII, era il prolungamento dei giorni, con pedalatori venuti da diversi stati europei per partecipare a quello che significativamente è stato chiamato il " Cicloraduno dell'amicizia", in occasione di Expo 2015.

È sempre un'emozione ritrovarsi come scolaretti che si apprestano a partecipare alla tradizionale gita scolastica, condividendo gioia ed emozioni in sella alla due ruote su percorsi naturalistici di incredibile bellezza. Visitiamo Peschiera, la base che ci ha ospitati, un vicus romano rinomato per l'abbondanza di pesce, lungo la Via Gallica. Gli austriaci ne fecero un baluardo del Quadrilatero, a guardia dell'Adige. Ci destreggiamo con le biciclette in mezzo alle frotte di turisti, in gran parte tedeschi che ci guardano sghignazzando o con aria interrogativa.

A circa 2,5 chilmetri a sud-ovest, sulla strada per Pozzolengo, raggiungiamo il Santuario della Madonna del Frassino, di fondazione cinquecentesca, avvolto da un'aurea mistica veramente incantevole. Altra località apprezzata è stata Lazise, con impianto trecentesco. Racchiusa da una cinta di mura turrite unita al castello scaligero, essa offre una vista particolarmete gradevole su Sirmione. Imponente la Fortezza Walter Rama a Rivoli Veronese, che si erge a sovrastare la piana sottostante quasi volesse proteggerla dalle incursioni di eventuali predatori di tesori naturalistici.

Straordinario è l'assaporare i colori del paesaggio ondulato a vigneti e ulivi, carpire con lo sguardo spaccati di vita mentre si pedala, curvando il busto sul manubrio o di lato, quasi fossimo dei nocchieri su una barca che guizza fra i flutti del mare. Una sosta, fra le colline moreniche a Custoza, che da un suggestivo viale di cipressi conduce a Villa Ottolini e all' Ossario inaugurato nel 1879 per accogliere le spoglie dei caduti durante le battaglie risorgimentali.

Con un vero e proprio slalom fra i gitanti domenicali raggiungiamo il villaggio di Borghetto, paese dei mulini il cui nome è un toponimo di origine longobarda che significa "insediamento fortificato" e si riferisce ad un primo abitato sorto nei pressi del punto di guado del fiume Mincio.

Spettacolare la vista sulla diga-ponte Viscontea - detta "Ponte Rotto", voluta dai Visconti - e sulle fortezze medievali che si riflettono sull'acqua creando immagini da sogno fra casette con balconcini e insegne in ferro battuto. Una vera e propria immersione in un'oasi paradisiaca la si avverte a Valeggio, nel parco della villa Sigurtà, per poi ammirare da una strada che sale i resti del castello scaligero, baluardo del Serraglio a guardia del fiume.

Ritrovarsi immersi in un'umanità gaudente di più di trecento cicloamatori suscita una sensazione di curiosa ebrezza che molti non comprendono avvertendo unicamente l'effetto caotico della straordinaria commistione di corpi e di ruote. Ma è decisamente unica l'emozione che si avverte nel dirigersi come una fiumana in luoghi di suggestiva bellezza, soffermandosi a scrutare i confini di un paesaggio in cui sembra di fondersi facendo proprie le magnifiche valenze che lo connotano.

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