PICCOLA PREMESSA: se ami la Kinsella, ami tutti i romanzi rosa in genere e hai più borse e scarpe che libri in casa, non leggere questa recensione perché potrebbe urtare la tua sensibilità. E, nel caso tu decida di leggerla ugualmente, ti prego, non offenderti.
Un libro idiota. Potrei finire qua la mia recensione e sarebbe più che sufficiente per descrivere la mia opinione su questo romanzo. Certo, sono stata un po' scema io. Va bene che costava solo 3,95€. Va bene che è sempre utile fare un po' di allenamento leggendo in lingua originale (cosa che purtroppo sto facendo sempre meno). Va bene anche che ero al mare, che non si possono leggere sempre libri impegnati (cosa che comunque non faccio) e che, come vi ho già detto, la selezione tra cui scegliere nella libreria dove ho acquistato questo ad Avignone era molto limitata. Però che cavolo, qui mi sono quasi sentita presa in giro. Mi piace leggere ogni tanto storie d'amore con lieto fine assicurato, quelle che ti fanno emozionare e battere il cuore, pur sapendo che la trama magari non è delle più originali e che dopo non ti rimarrà quasi nulla. Però, è davvero il caso di riempire questi romanzi di stereotipi? E soprattutto: ma è possibile che in questo genere di romanzo noi donne dobbiam passare sempre per cretine?? Potevo quasi sopportare i riferimenti a Sex and the City (cioè, tu vai a New York per la prima volta e la prima cosa che ti viene in mente passeggiando per le strade è "oddio, stiamo facendo come Carrie!!!!"), sebbene già quelli mi avessero irritato parecchio, ma quando poi a un certo punto la protagonista se ne esce con la frase "grazie Luke per avermi aiutato a trovare la borsa perfetta", beh,mi è venuta voglia di scrivere all'autrice e dirle che noi donne non siamo tutte così. Lo so, il target di questo genere di romanzi probabilmente è formato da persone che direbbero davvero una frase così. E forse io, avendo un rapporto molto molto ostico con la moda e lo stile (sostanzialmente, non me ne frega niente. mi vesto come mi piace e fine), leggo questa frase quasi come una presa in giro. E poi, se a questi dialoghi, si aggiunge una trama stereotipata che più stereotipata non si può, davvero è impossibile non sentirsi irritati.
Sophie è una ragazza inglese incompresa dai famigliari per il fatto di non avere una laurea, che si barcamena tra un lavoro e l'altro per cercare di mettere da parte i soldi per iscriversi ad un corso (di cosa? boh, deciderò sul momento). Lui è un giovane avvocato straricco di New York, divorziato e circondato da bellone che puntano solo al suo patrimonio. A farli incontrare è la nonna di lui, che viene salvata dalla ragazza mentre sta per svenire in una galleria d'arte newyorkese, dove la ragazza si trovata in gita. L'anziana, anch'essa di origine inglese, prende subito in simpatia Sophie, al punto da invitarla nella sua tenuta di campagna per la festa del ringraziamento (massì, tanto ti conosco da due giorni...) e le affida il compito, una volta tornata in patria, di cercare una casa in riva al mare che tanto adorava da bambina. Ovviamente il nipote si mostra con Sophie molto burbero, pensando che questa stia puntando ai soldi della nonna. Ma come si può pensare una cosa del genere?!? Lei agisce solo perché ha buon cuore, non ci penserebbe mai a fare del male a nessuno. L'ostilità tra i due si trasformerà a poco a poco in passione, quando lui andrà in visita in Inghilterra per cercare la casa insieme a Sophie. Ma ovviamente ci saranno poi di mezzo ex ragazzi, colleghe di lavoro innamorate, pericoli di annegamento, salvataggi in extremis, baci appassionati e dell'indimenticabile sesso.
Lo so, lo so. I romanzi rosa sono tutti così. Seguono delle linee precise e vivono di stereotipi e dei sogni che si pensa abbiano tutte le donne. E se si sceglie di leggere un libro così, si dovrebbe già sapere a cosa si va incontro. Eppure, ogni volta che mi capita di leggerli (non tanto spesso, per fortuna), non posso fare a meno di arrabbiarmi e irritarmi (che poi è il motivo per cui mi tengo alla larga dalla Kinsella) per come ne veniamo sempre fuori. Anche io sono fan dei lieti fini e del "vissero per sempre felici e contenti". Ma abbiamo anche altri sogni e altre idee in testa, non siamo sempre così banali e frivole da pensare che non ci sia niente di meglio dell'avere la borsa coordinata con le scarpe. Insomma, non siamo idiote! L'unica cosa che potrebbe un pochino salvarsi è il continuo contrasto linguistico che c'è tra i personaggi americani e quelli inglesi: a livello linguistico è molto interessante vedere quante differenze ci possano essere anche con una base comune. Certo, diciamo che disturbare George Bernard Shaw in un romanzo del genere, forse è stato un tantino eccessivo...
Sì, insomma, un libri idiota.
Nota alla traduzione: letto in originale!
Titolo originale: A perfect proposal Titolo italiano: Una proposta perfetta Autore: Katie Fforde Pagine: 384 Prezzo di copertina: 12 € Editore: Arrow Book - Polillo Acquista su Amazon: lingua originale: A Perfect Proposal lingua italiana: Una proposta perfetta