Bambini che giocano a palla fra un gioco da giardino e uno stand di Arcigay, un papà che porta "a cavalluccio" il figlio intrattenersi ad una presentazione di un libro sull'omogenitorialità, famiglie a passeggio fra le mostre fotografiche "bear" o che si informano leggendo testi sui diritti civili, tanti anziani o stranieri seduti sotto al palco sul quale provano i ragazzi e le ragazze per gli spettacoli serali, con tanto di applausi. Mi chiedo dove siamo allora, dove mi trovo!
La risposta alla fine è molto semplice: mi trovo in un luogo che vorrei vedere un pò ovunque, un luogo dove coesistono realtà diverse o presunte tali, coesistono e si conpenetrano, si parlano, dialogano. Un luogo dove non c'è paura, un luogo gioioso e sereno, un posto dove tutti sono loro stessi e non c'è bisogno di affannarsi nel farlo.
Soprattutto mi sembra un luogo dove la parola "tolleranza" non esiste perchè nessuno tollera nessuno, ma tutti riconoscono tutti, alla pari. E' questa la società che voglio, è questa la civiltà della maggioranza degli italiani non ancora riconosciuta da chi ci rappresenta nelle sedi della politica.