Chi segue i miei canali social saprà già che qualche settimana fa ho avuto il piacere di trascorrere due giorni a Siena insieme ad altri bloggers per un bellissimo progetto del Comune che aveva il medioevo come filo conduttore.
E io mi vergogno a dire che a Siena non c’ero mai stata.
Quest’avventura mi ha permesso di immergermi completamente nel Palio, nelle diciassette contrade e in quello spirito meravigliosamente campanilista e, forse, a tratti eccessivo per chi non lo vive quotidianamente.
Non a caso il nostro giro è partito proprio dal Museo dei Costumi, dove abbiamo avuto l’opportunità di apprendere informazioni sulle usanze che rappresentano il dietro le quinte del Palio.
Siamo poi stati catapultati in quella che mi azzarderei a definire una magia: i protagonisti delle opere del Museo Civico hanno preso vita per raccontarci la storia in prima persona, accompagnati dalla bravura di una guida capace di coivolgere chiunque.
E’ questo forse il momento dei miei due giorni a Siena che ho apprezzato di più.
Amo quando riesco a toccare con mano l’impegno di persone -attori in questo caso- nel fare qualcosa di diverso dall’ordinario perchè permette agli ascoltatori di memorizzare molto più facilmente tutto ciò che viene loro raccontato.
La mattina seguente abbiamo percorso un tratto della Via Francigena in collaborazione con il Centro Guide di Siena.
Ma cos’è esattamente questa Via Francigena? E’ un percorso che i pellegrini sceglievano per raggiungere Roma dalla Francia ed una delle tappe era, ovviamente, Siena.
Il nostro giro è terminato quando siamo arrivati presso l’Ospedale Santa Maria della Scala, situato esattamente di fronte alla Cattedrale. Attualmente è un museo incredibilmente ricco e curato, infatti se siete amanti delle opere d’arte rimarrete affascinati dai suoi tesori.
L’ala che mi ha lasciata a bocca aperta è quella che comprende la Sala del Pellegrinaio, usata inizialmente per offrire ospitalità ai pellegrini e diventata in seguito una corsia ospedaliera.
Ecco a voi un servizio molto esaustivo di TGR Toscana, che ha seguito il nostro percorso. Vi basterà cliccare sul riquadro per visualizzarne la versione completa.
Durante i miei due giorni a Siena ho mangiato tantissimo e benissimo, ma proprio tanto tanto tanto.
E si che sono una buona forchetta, si che ingurgito qualsiasi cosa, ma è anche vero che l’organizzazione è stata a dir poco geniale. Il primo luogo in cui ci siamo fermati per pranzo è stato Te Ke Voi? che non significa solo “Tu cosa vuoi?”, ma è anche la versione senese del take away.
In questo locale a ridosso di Piazza del Campo gestito da ragazzi molto alla mano vengono serviti piatti tipici della tradizione o adatti per chi non ha molto tempo: pappa al pomodoro, taglieri, panini con carne buonissima.
Dimenticavo: tutto rigorosamente a Km0!
Per cena, invece, le organizzatrici hanno pensato ad una cosa un po’ diversa e per questo motivi siamo finiti dritti dritti nella Scuola di Cucina di Lella, una donna tutta pentole e sorrisi.
Ci ha insegnato a cucinare i pici, la pappa al pomodoro e il panforte partendo da zero. Eh si, che fatica dare una forma a tutta quella pasta, però ne è valsa la pena.. Perchè poi abbiamo mangiato tutto!
Lella propone tantissimi tipi di corsi, spaziando da quelli classici per arrivare addirittura al sushi e alle marmellate. Io solitamente non amo cucinare, eppure posso assicurarvi che è stato bello e molto divertente entrare in contatto con chi nel cibo ci mette davvero il cuore.
E come potrei non nominare il fantastico pranzo all’ Orto de’ Pecci?
Si tratta di un luogo incantato che sorge su un terreno a poche centinaia di metri da Piazza del Campo ed ha una storia molto particolare.
Non appena si supera il cancello d’ingresso ci si rende conto di non essere in un ristorante qualsiasi e l’ambiente fatto di verde immenso e animali ne è la prova. L’Orto de’ Pecci un tempo era un prolungamento del centro storico, abitato da tantissime persone le quali però, ad un tratto, hanno dovuto fare i conti con la peste. Siena, infatti, è risultata essere in assoluto una tra le città più colpite da questa terribile epidemia.
Attualmente è gestito da un’associazione no profit e cooperativa sociale Onlus che oltre a prendersi cura di questo angolo meraviglioso, si preoccupa del reinserimento nel mondo del lavoro di soggetti svantaggiati.
Consiglio un programma di questo tipo a chi ama l’arte nella sua massima espressione, a chi ha voglia di scoprire una città meravigliosa che ha tanto da offire e a chi sente la necessità di guardarsi indietro, facendo un salto nel passato.
Il nostro percorso è stato intenso ma incredibilmente umano e, come dico sempre, la parte più bella dell’essere blogger si riflette nella possibilità di conoscere sempre persone nuove.
Informazioni Utili
- Il Palio di Siena non viene visto come un evento prettamente turistico, ma è anzi vissuto con passione e tenacia. Le corse hanno luogo ogni anno il 2 luglio e il 16 agosto.
- Il programma comprendeva anche la visita ai Bottini, ovvero le gallerie sotterranee usate per l’approvvigionamento idrico. Io non sono riuscita a partecipare a causa dei vicoli troppo stretti per chi, come me, soffre di claustrofobia. Tuttavia se siete interessati fatemelo sapere e vi fornirò tutte le informazioni necessarie.
- Io sono stata ospitata dal Sangallo Park Hotel, pulito e con colazione davvero abbondante. Inoltre è ottimo per chi ha la macchina in quanto provvisto di parcheggio.