E' notizia recente l'approvazione da parte della Consulta di uno dei sei quesiti referendari presentati da nove regioni italiane.
Ritengo possa essere utile riassumere l'intera vicenda e fare un po' di chiarezza su tutti i quesiti referendari anti-trivelle bocciati e sopravvissuti.
Settembre 2015: 10 regioni italiane presentano i quesiti referendari alla Cassazione.
Il tutto ha avuto inizio lo scorso settembre, quando 10 regioni italiane, capitanate dalla Regione Basilicata, presentarono alla Cassazione sei quesiti referendari. In particolare i quesiti riguardavano l'abrogazione di alcune norme del decreto Sviluppo e dello Sblocca Italia.
Il primo quesito riguardava l'abrogazione dell’articolo 38, comma 1, del decreto Sblocca Italia, che sancisce la strategicità, indifferibilità ed urgenza delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi liquidi e gassosi. In particolare la norma del decreto Sblocca Italia, inserendo tra le attività strategiche anche le attività di ricerca, ha esteso la possibilità di confisca i terreni dei privati non solo per le trivellazioni, come già accadeva, ma anche per le attività di ricerca.
Il secondo quesito mirava ad abrogare il comma 1-bis dello stesso articolo, che istituisce un nuovo “piano delle aree” per razionalizzare sul territoriale attività di ricerca ed estrazione affidando alla Conferenza unificata un ruolo non vincolante.
Il terzo quesito contestava la durata delle attività previste sulla base del nuovo titolo concessorio unico destinato a sostituire i permessi di ricerca e le concessioni di coltivazione.
Il quarto quesito riguardava l’articolo 57 del d.l. 5 del 2012 sulle semplificazioni, che riguarda le infrastrutture strategiche e prevede l’esercizio del potere sostitutivo dello Stato con la procedura semplificata disciplinata dalla legge 239 del 2004. In particolare l'attuale normativa prevede che le autorizzazioni relative a opere strumentali funzionali allo sfruttamento degli idrocarburi siano concordate con le Regioni. Tuttavia in caso di mancato accordo si procede con procedura semplificata e lo Stato esercita potere sostitutivo.
Il quinto quesito mira a far sì che l’intesa sul rilascio dei titoli minerari torni ad essere un “atto a struttura necessariamente bilaterale” e cioè “superabile” dallo Stato solo a seguito di effettiva “trattativa” con le Regioni interessate.
Il sesto quesito riguardava l’articolo 35 del decreto legge 3/2012 (Decreto Sviluppo), convertito con modificazioni dalla legge n. 134/2012. In pratica si chiede di ripristinare pienamente il divieto di qualunque attività di ricerca e estrazione di idrocarburi sia nelle aree marine protette che, in ogni caso, entro 12 miglia sia dalle coste che dalle aree protette.
Novembre 2015: La Cassazione ritiene i sei quesiti ammissibili.
Nel mese di novembre la Cassazione approvava i sei quesiti referendari.
Dicembre 2015: Contromossa del governo e doni di Natale alle società estrattrici.
A questo punto entra in gioco il governo e il 23 dicembre la Camera dei Deputati vota la Legge di Stabilità. All'interno della stessa infatti l'esecutivo aveva inserito un articolo che rende inutili 5 dei 6 quesiti referendari: il divieto di trivellare entro 12 miglia dalla costa.
Era esattamente quello che i no-triv volevano. Però...
c'è un però: esattamente un giorno prima che la legge di stabilità venisse votata il Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi autorizza due permessi di ricerca, uno alle Tremiti e l'altro lungo la costa abruzzese.
Grazie a questo dono natalizio la società irlandese Petroceltic potrà ricerca idrocarburi al largo della costa delle isole Tremiti per la smisurata cifra (fino a quando non verranno trovati idrocarburi) di 1.900 euro l'anno! Analogo dono anche per la società britannica Rockhopper con il rinnovo del permesso di ricerca Ombrina Mare 2, al largo delle coste abruzzesi.
Ecco quindi esplodere un polverone: del resto secondo Angelo Bonelli, della Federazione dei Verdi i due permessi sono in parte dentro le 12 miglia vietate dalla Legge di Stabilità varata però esattamente il giorno dopo dei permessi.... che casualità!
Ma non è questo l'unico punto da attenzionare. Il governo, giocando “di fino”, ha nei fatto sterilizzato quasi tutti i referendum, ma ha lasciato intatto il punto cruciale della Legge Sblocca Italia, ovvero l'esclusione delle regioni dal potere decisionale dello Stato in tema di energia.
Gennaio 2016: L'Abruzzo si ritira. Cassazione e Consulta approvano un quesito referendario.
L'8 gennaio la Cassazione si pronuncia di nuovo e alla luce della legge di Stabilità, elimina 5 quesiti.
Intanto l'Abruzzo abbandona la battaglia e a combattere per i referendum rimangono 9 regioni.
Infine la notizia più recente, la consulta approva il referendum superstite: quello riguardante la durata delle concessioni già rilasciate. Un termine che la norma collega alla «durata della vita utile del giacimento».
L'unico quesito rimasto in realtà investe ormai un carattere simbolico... sempre che un articolo inserito in qualche nuovo pacchetto di leggi non sterilizzi anche questo ed eviti che attraverso la partecipazione popolare gli italiani possano dire la loro.
Per approfondire:
http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2015-10-01/referendum-contro-trivelle-063903.shtml?uuid=ACixS37
http://espresso.repubblica.it/affari/2016/01/11/news/trivelle-cosa-c-e-davvero-dietro-lo-scontro-fra-governo-e-regioni-1.246344
http://www.repubblica.it/politica/2016/01/19/news/treferendum_trivelle_corte_costituzionale-131588760/
http://www.consiglioregionale.calabria.it/ppa10/48.htm