Si è svolta venerdì 26 ottobre nella nostra cittadina presso la biblioteca comunale una singolare conferenza dedicata alla cipolla bianca di Nepi. Questo ortaggio, cepa in latino, è stato coltivato per secoli negli orti nepesini per le sue pregiate caratteristiche. Bianca e piatta la cipolla nepesina appetiva i palati financo cruda, sebbene da un trattato del 1586, ‘Il tesoro della sanità’, sulle virtù mediche deglierbaggi, per gli antichi mangiata cruda in grande quantità faceva dolere la testa. Ma, diceva l’autore “cotta perde ogni malizia e diventa bonissima…assottiglia gli umori, fa buon colore, fortifica la virtù genitale”. E così, dopo due ore di dibattito, sostenuto con grande intelligenza e perizia dai relatori, Pietro Torri agronomo e Antonello Rivagiornalista - con interventi del Sindaco Vita e del Presidente Soldatelli – Maurizio Bianchini, chef del Ristorante Casa Tuscia, ha invitato tuttia gustare la sua cena a tema, cinque portate tutte dedicate alla cipolla e ai suoi benefici influssi sui nostri umori. La partecipazione, grandissima alla biblioteca, con pubblico eterogeneo, dagli appassionati di cucina ai coltivatori, è stata parimenti entusiasta al ristorante, dove la conversazione annaffiata dal generoso vino servito ai commensali, ha continuato a vertere su questo prodotto, che un po’ dimenticato in questi anni di industrializzazionee speculazione, può tornare ad essere, come auspicato dal nostro sindaco, un motivo di interesse in più verso la nostra cittadina. Fra le tante offerte gastronomiche ormai conosciute in tutto il territorio nazionale, la cipolla bianca non deve essere più negletta come, diceva l’autore del cinquecento, “cibo da contadini e da quelli che molto s’affaticano” ma diventare, speriamoa breve, un IGP, prodotto con indicazione geografica protetta, inserito nel paniere enogastronomico laziale, biglietto da visita del Lazio agricolo-culturale. L’intervento di Antonello Riva, che ha consigliato tutti gli interessati di presentare tramite l’ARSIAL- Agenzia Sviluppo e Innovazione Agricola del Lazio - la ‘proposta di disciplinare di produzione’ per ottenere il parere favorevole della Regione e del Ministero delle Politiche Agricole, è stato accolto con favore anche se il lavoro da fare non è poco, a cominciare dalla scelta delle sementi più adatte. Ma non sarà certo questo a sgomentare i nepesini, chiamati fino a poco tempo fa ‘cipollari’ dai loro vicini, loro forse bravi a ‘piantar porri raccogliere cipolle’, fare buoni affari con poca fatica, ma non così simpatici da conservare fino ai giorni nostri un appellativo che non ha niente di dispregiativo, se si pensa che fu attribuito al grande politico ateniese, il famoso Pericle, che era soprannominato, dai suoi concittadini, con affettuosa scherzosità, ‘dalla testa a cipolla’.
a proposito della conferenza sulla cipolla bianca di nepi...a cura di Rita Marcucci
Creato il 29 ottobre 2012 da BenessereSi è svolta venerdì 26 ottobre nella nostra cittadina presso la biblioteca comunale una singolare conferenza dedicata alla cipolla bianca di Nepi. Questo ortaggio, cepa in latino, è stato coltivato per secoli negli orti nepesini per le sue pregiate caratteristiche. Bianca e piatta la cipolla nepesina appetiva i palati financo cruda, sebbene da un trattato del 1586, ‘Il tesoro della sanità’, sulle virtù mediche deglierbaggi, per gli antichi mangiata cruda in grande quantità faceva dolere la testa. Ma, diceva l’autore “cotta perde ogni malizia e diventa bonissima…assottiglia gli umori, fa buon colore, fortifica la virtù genitale”. E così, dopo due ore di dibattito, sostenuto con grande intelligenza e perizia dai relatori, Pietro Torri agronomo e Antonello Rivagiornalista - con interventi del Sindaco Vita e del Presidente Soldatelli – Maurizio Bianchini, chef del Ristorante Casa Tuscia, ha invitato tuttia gustare la sua cena a tema, cinque portate tutte dedicate alla cipolla e ai suoi benefici influssi sui nostri umori. La partecipazione, grandissima alla biblioteca, con pubblico eterogeneo, dagli appassionati di cucina ai coltivatori, è stata parimenti entusiasta al ristorante, dove la conversazione annaffiata dal generoso vino servito ai commensali, ha continuato a vertere su questo prodotto, che un po’ dimenticato in questi anni di industrializzazionee speculazione, può tornare ad essere, come auspicato dal nostro sindaco, un motivo di interesse in più verso la nostra cittadina. Fra le tante offerte gastronomiche ormai conosciute in tutto il territorio nazionale, la cipolla bianca non deve essere più negletta come, diceva l’autore del cinquecento, “cibo da contadini e da quelli che molto s’affaticano” ma diventare, speriamoa breve, un IGP, prodotto con indicazione geografica protetta, inserito nel paniere enogastronomico laziale, biglietto da visita del Lazio agricolo-culturale. L’intervento di Antonello Riva, che ha consigliato tutti gli interessati di presentare tramite l’ARSIAL- Agenzia Sviluppo e Innovazione Agricola del Lazio - la ‘proposta di disciplinare di produzione’ per ottenere il parere favorevole della Regione e del Ministero delle Politiche Agricole, è stato accolto con favore anche se il lavoro da fare non è poco, a cominciare dalla scelta delle sementi più adatte. Ma non sarà certo questo a sgomentare i nepesini, chiamati fino a poco tempo fa ‘cipollari’ dai loro vicini, loro forse bravi a ‘piantar porri raccogliere cipolle’, fare buoni affari con poca fatica, ma non così simpatici da conservare fino ai giorni nostri un appellativo che non ha niente di dispregiativo, se si pensa che fu attribuito al grande politico ateniese, il famoso Pericle, che era soprannominato, dai suoi concittadini, con affettuosa scherzosità, ‘dalla testa a cipolla’.
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