TITOLO: La metamorfosi ( con i racconti Contemplazione, La condanna, Il fochista)AUTORE: Franz KafkaCASA EDITRICE: Newton Compton EditoriSCRITTO NEL: 1915
ANNO DI PUBBLICAZIONE DELL'EDIZIONE: 2013PREZZO: 0,99 euro
TRAMA
La metamorfosi è il racconto più celebre di Kafka, un capolavoro che ha superato i confini della letteratura e oggi fa parte dell'immaginario collettivo. Il commesso viaggiatore che si risveglia enorme, orrido scarafaggio è ormai una figura paradigmatica delle nostre paure, esemplificazione perfetta dell'alienazione, della normalissima assurdità del mondo in cui viviamo. La scrittura di Kafka - asciutta, fredda, quasi asettica e perciò paradossalmente ancora più forte e spietata - tocca in queste pagine nuove vette. RECENSIONEIl primo aggettivo che mi viene in mente per descrivere questi racconti di Kafka, che ho in questa occasione letto per la prima volta, è assurdi, nel senso più letterale della parola. C'è qualcosa, nel modo che Kafka ha di scrivere, nel suo distacco, nella sua oggettività, che in alcuni passi mi ha fatto scuotere la testa e rileggere più volte le stesse righe, senza riuscire a capacitarmi di quello che stavo leggendo. Quando, ad esempio, Gregor Samsa, commesso viaggiatore, si risveglia nel suo letto in un giorno qualunque come uno scarafaggio, una bestia ripugnante che nulla, se non il pensiero, ha dell'uomo Samsa, la cosa appare, pur nella sua irrazionalità, assolutamente normale, tanto che il primo pensiero del protagonsita è di come avvisare il suo datore di lavoro che non potrà presentarsi in ufficio.Altrettanto strana appare la reazione dei genitori di Gregor: una sana ripugnanza per un figlio trasformatosi in insetto, ma la metamorfosi viene vista come una specie di malattia, senza che nemmeno venga chiamato un medico e tutti, inspiegabilmente, riconoscono nell'animale Gregor, nonostante egli abbia perso l'uso della parola. La stessa facilità con cui Gregor si adatta alla nuova condizione, senza preoccuparsi del suo cambiante, è sconcertante e per questo, credo, ancor più originale. Non ho per niente capito, e non mi vergogno di ammettere la mia ignoranza, il secondo racconto di questo libretto, "Contemplazione": un insieme di pensieri venati di poesia ma assolutamente svincolati gli uni dagli altri, come delle specie di perle che, nel loro complesso, sono state riunite sotto un unico titolo. Oppure, più semplicemente, l'errore consiste proprio nel parlare di "racconto" con riferimento a questi piccoli brani dello scrittore di Praga. La stessa assurdità la si ritrova ne "La condanna", a proposito del rapporto tra un giovane commerciante e il proprio padre, che si conclude con l'imprevedibile realizzazione della "condanna" lanciata dal padre al proprio figlio e che lascia decisamente senza parole.Invece mi è piaciuto molto "Il fochista", con un finale a sopresa che oserei dire sia uno dei punti forti di Kafka.
Capisco che per la loro particolarità i racconti di Kafka possano non piacere a tutti, ma io personalmente li ho trovati piacevoli, malgrado tutto. Strani sì, ma ho apprezzato lo stile asciutto ma incisivo di Kafka, il modo in cui sa raccontare le proprie storie, infondendovi le proprie esperienze e ritrovarvi impressioni che lo hanno colpito. Direi anzi che la lettura mi è stata di stimolo per la mia stessa creatività, tanto che mi ritrovo ogni tanto, in questi giorni, a contemplare incipit di diverse storie che la mia mente produce così, di punto in bianco. E sarei ben contenta di poterle sviluppare, se non dovessi correre subito a studiare, rimproverandomi per il tempo passato davanti allo schermo del computer. Ma, alla fine, oggi è domenica, e una pausa è concessa, no? :)