A proposito di fantascienza: " Le Cronache di Gaia - Nautilus" by Claudia Tonin

Creato il 31 ottobre 2013 da Chiaradm
Ho aspettato con impazienza l'uscita di questo libro, fin da quando ho letto l'ultima parola del primo volume di questa saga di fantascienza, scritta niente meno che da una promettente scrittrice della mia zona, Claudia Tonin, alla sua terza pubblicazione dopo Esedion ( Linee Infinite Edizioni, 2011) e Le cronache di Gaia- Pearls ( Edizioni Domino, 2012). Con la sua penna, questa autrice ci trasporta in un futuro in cui la Terra è diventata Gaia e la supremazia mondiale è nelle mani delle sole donne, mentre i maschi, quegli esseri "violenti e primitivi", sono confinati in Nuova Zelanda o niente meno che su Marte. Per darvi un'idea di cosa stiamo parlando, qui trovate la recensione del primo libro, mentre di seguito ecco la mia recensione su Nautilus.
 
TITOLO: Le Cronache di Gaia
SOTTOTITOLO: Nautilus
AUTORE: Claudia ToninCASA EDITRICE: Edizioni DominoCOLLANA:  Fantascienza
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2013PAGINE: 270
PREZZO DI COPERTINA: euro 15,00
 TRAMA:
"Sono passati dodici anni e Sam non è più il neonato che Moira stringeva tra le braccia mentre metteva piede su Marte. Il ragazzo è cresciuto assieme al senso di disagio verso la società femminile di Gaia. Nonostante l’amicizia che lo lega a Johanna lasciare la sua famiglia e andare a sud, nella scuola maschile del Forte, è proprio quello che desiderava. Non sarà solo, suo padre e Johannes lo seguiranno passo a passo mentre nuovi amici gli si stringeranno attorno.  Anche Han Chan Mei lo segue da lontano, sa che quel ragazzo potrebbe diventare un problema. Per questo è stata generata una bambina molto speciale e ha preparato una nuova governatrice in grado di tenere testa alla resistenza.In una lenta partita a scacchi Han Chan Mei e Andrej Kurikov si sfidano muovendo i loro pezzi e disponendoli con abilità nella scacchiera. Eppure, nel mezzo dei due contendenti, c’è chi non vuole essere solo un pedone e pensa che non sia necessario uno scacco matto per porre fine alla partita.Nella seconda parte de Le cronache di Gaia una nuova generazione si affaccia alla lotta e l’esito della sfida non sarà per nulla scontato."
RECENSIONE
Definire "terribili" le donne che popolano le pagine di questa nuova fatica letteraria è a dir poco generoso, specialmente per alcune di loro in particolare. Mi riferisco soprattutto ad Han Chan Mei, una delle Sette Sorelle Fondatrici nonché loro leader, quella donna che ha guidato la rivoluzione contro il potere egemonico del genere maschile nella prima metà del XXII secolo - quindi in un futuro non poi molto lontano dal nostro - dando origine a un pianeta tutto al femminile e che ora sembra intenzionata a voler ridimensionare ulteriormente la presenza maschile non solo sulla Terra - ops, su Gaia, ma anche in tutto l'universo. E' il personaggio che di sicuro mi ha più colpita, per le sue idee e per i suoi progetti, letteralmente da brivido. D'altro canto, si deve riconoscere una certa importanza anche ai personaggi che, pur nella loro imperfezione - punto, tra l'altro, sul quale devo ricordarmi di spendere due parole - sono connotati in modo positivo.Ritroviamo dunque Moira, la genitrice che, dopo aver dato alla luce non una femmina, ma un maschio, a causa dell'inervento di Amit Patyl, medico che, mascherato da donna, ha controllato e assisitito la sua gravidanza, si è trasferita su Marte con il piccolo Sam. Ed è proprio lui uno dei personaggi chiave di tutta la storia, anche se in questo secondo volume è appena dodicenne. Il perché di questa importanza verrà presto rivelato, ma ovviamente non da me, non voglio certo rovinarvi la sorpresa! Poi ci sono Johanna, la figlia del comandante Johannes Harkett e Nancy Freeman, l'amica di Moira che, per proteggere lei e Sam, li ha seguiti su Marte finendo per innamorarsi del bel comandante; Andrej Kurikov, nipote di una delle Sorelle Fondatrici e leader della resistenza, con sua moglie Samantha; ma ritroviamo, inaspettatamente, la figura di Amélie Rousseau, la giornalista che in Pearls era stata incaricata di inervistare le Sette Sorelle Fondatrici e di recarsi su Marte per parlare con l'ultima di loro, nonché spinta anche dalla sua curiosità di comprendere il significato di "famiglia" e di "assetto antico", concetti del tutto estranei su Gaia. Amélie è diventata ora Preside del Forte, la scuola maschile nell'emisfero Sud di Marte, cui anche Sam dovrà recarsi, accompagnato da Johannes in veste di professore.
L'aria che si respira su Marte è diversa ma non certo meno tesa di quella di Gaia: il dubbio, che lentamente si fa certezza, di una resistenza, la nascita anomala di maschi a discapito di quella di femmine, le relazioni a volte compromettenti o dai risvolti imprevisti che si vengono a creare tra i diversi personaggi costituiscono un continuo stimolo per il lettore, per andare avanti e vedere se, nelle ultime pagine, sarà in grado di fare chiarezza sull'intera vicenda. Ma, visto che questo è soltanto il secondo libro, Claudia Tonin ha ovviamente deciso di serbarsi il meglio per la fine, e come darle torto?  I colpi di scena non mancano, la trama nel complesso è ricca e ben strutturata, costruita su una solida rete di collegamenti e di riferimenti che coinvolge, in modo più o meno diretto, ogni singolo personaggio, tanto che alla fine questi risultano legati in modi diversi tra loro ma, oserei dire, determinanti per garantire qualche svolta imprevedibile nel prossimo volume. Non mancano gli elementi tipici della fantascienza: dalle astronavi alla colonizzazione di Marte, all'importanza della biologia e alla presenza di esperimenti nell'ambito dell'eugenetica e della clonazione, ma viene dato ampio spazio anche ai sentimenti e ai rapporti umani, nelle loro più svariate forme d'odio e di amore. Fondamentale a questo scopo, si rivela la presenza di Amélie, donna che, nata e cresciuta su Gaia, prova un'istintiva avversione verso gli uomini, ma scoprirà che quello che di loro le hanno detto durante la sua infanzia potrebbe non corrispondere del tutto a verità. In questo libro nasce un nuovo sogno: e se fosse possibile trovare un'armonia tra l'assetto di Gaia e quello di Marte? Mi chiedo che risposta sarà data a questo nelle "prossime puntate".Sempre parlando dei personaggi, essi sono ben caratterizzati, anche se in alcuni casi in modo non molto approfondito, e, come detto sopra, sono imperfetti: molto spesso i loro pensieri sono condizionati dalla loro educazione o dai loro incarichi, e pertanto rimangono divisi tra ciò che provano e ciò che devono fare. Ho trovato anche una certa ambiguità in alcuni - parecchi a dire il vero - di loro, ma è un'ambiguità decisamente positiva: i loro comportamenti a volte contradditori e imprevidibili stuzzicano la curiosità del lettore, percHé non si può mai essere certi di quale decisione alla fine verrà presa, nè fare previsioni sicure su quello che accadrà nelle pagine successive. 
L'unica nota che ho trovato dolente, è stato lo stile, soprattutto per quanto riguarda la prima parte, mentre nella seconda il problmea si "aggiusta". Ho avuto l'impressione di una scrittura frettolosa, poco riflettuta e meditata, troppo poco ritmata. I personaggi vengono presentati nei primi capitoli in modo piuttosto veloce e quasi sbrigativo, mentre vengono approfonditi soltanto in seguito, come se l'autrice avesse voluto per prima cosa presentare tutti gli attori della sua storia e poi guidarne l'azione. A livello meramente stilistico questo si traduce in frasi, a mio avviso, troppo lunghe, con troppe virgole e pochi punti, e quindi in periodi che comprendono al loro interno più azioni. Altre due cose, il narratore e i punti di vista. All'inizio la voce narrante sa tutto di tutti e ci tiene ad informarne il lettore, spezzando momentaneamente la narrazione  per rivelare dei particolari o degli aspetti dei protagonisti che sarebbe stato più intrigante venire a sapere da questi stessi, ricavandoli dai loro discorsi o dai loro atteggiamenti. Per quanto riguarda il punto di vista, sempre in questa prima parte, è un po' troppo "instabile", come se fosse un grillo che si sposta in continuazione da una posizione all'altra, dando un'idea di impulsività nello scrivere e causando un leggero fastidio a quei lettori che, come me, vorrebbero che all'interno di un paragrafo o di un capitolo la storia fosse raccontata soltanto da un personaggio e non che ci siano frasi riferite un po' a tutti. Anche queste particolarità però si esauriscono nel corso della lettura, forse quello che serviva all'autrice era solo di riprendere un po' "la mano", per così dire, con la sua storia e i suoi protagonisti.
Per il resto,  Nautilus è il degno seguito di Pearls e non tradisce le aspettative del lettore, ma anzi lo lascia con una certa ansiosa curiosità di sapere come tutto andrà a finire. Per cui, quanto devo aspettare per il terzo?
 

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