A proposito di moralizzazione della vita pubblica

Creato il 28 aprile 2015 da Libera E Forte @liberaeforte

di Giovanni Palladino

Riprendo dal libro di Gabriele De Rosa “STURZO MI DISSE” (Ed. Morcelliana) il seguente significativo brano di una straordinaria attualità per quanto avverrà nei prossimi giorni nel nostro Parlamento.

16 dicembre 1958: alle ore 20:30 sono alle Canossiane. Sturzo attraversa un momento di particolare euforia per la campagna moralizzatrice che sta conducendo. Vedi il suo articolo sul Giornale d’Italia di questa sera dal titolo “Libertà, moralità e legalità dei partiti” nel quale scrive:

Finché il Paese non arriva ad avere parametri adatti per configurare la finalità, il carattere, i limiti morali e legali all’attività libera dei partiti, non sarà possibile affrontare sul serio il problema della partitocrazia. È questo, oggi, il problema centrale della nostra vita politica. Siamo arrivati al punto estremo: o la chiarificazione nel quadro delle istituzioni vigenti o la decadenza del Governo e del Parlamento. Abbiamo bisogno di sapere con urgenza se c’è un Governo ovvero un direttorio responsabile; se è il Parlamento a legiferare ovvero i direttivi dei partiti a imporre la loro volontà al Parlamento”.

(…) Era tutto infervorato mentre parlava, mentre io lo guardavo stupito, ma non convinto. Gli ho chiesto se veramente pensa che la sua campagna possa approdare a qualcosa di utile o non rischi che, a furia di moralizzare, concorra solo a dare fastidio alla classe politica, suscitando attorno a essa il discredito. Era meravigliato della mia domanda, poi con tono paterno ma fermo, mi ha risposto: ‘Ma ella ha ben capito ciò che le ho raccontato fino ad oggi?’”.

E mi fermo qui: evidentemente nel 1958 il famoso biografo del sacerdote di Caltagirone non aveva ancora capito la pericolosità delle tre ‘malebestie’, forse condizionato dal suo cieco conformismo per quanto stava facendo il vertice del potere politico (al quale non bisognava dare fastidio per evitare un suo pericoloso discredito…). Quindi nel 1958 De Rosa non riteneva utile la grande battaglia moralizzatrice del senatore a vita Luigi Sturzo. Purtroppo questa utilità la capì solo molti anni più tardi, quando anche lui entrò in Senato.

Comunque ora mi interessa sottolineare come siamo arrivati al punto di vedere il “direttorio” di Renzi prossimo a imporre la sua volontà al Parlamento, ma con la speranza di essere sconfitto… Mattarella soddisferà questa speranza con lo scioglimento del Parlamento? È evidente che Renzi sta giocando d’azzardo, ma il rischio di tanto azzardo è che poi perda il Paese. La nostra speranza è che da tanto caos possa emergere una nuova classe dirigente, “educata” dai numerosi errori compiuti nella prima e nella seconda Repubblica. Purtroppo il percorso di emersione sarà lungo. Ma l’importante è iniziare.


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