Non proprio Tunisia, comunque, ma come sempre “a sud di Tunisi”. Le festività natalizie per chi vive a Ragusa e Modica (e in altre aree della provincia più meridionale d’Italia) sono state segnate da una vicenda paradossale che lascerà strascichi fino a qualche settimana prima di pasqua.
Andiamo con ordine. Anzi, ordinanza. La numero 234 del 26 ottobre 2011, con cui l’Anas, ente proprietario e gestore delle strade statali, ha previsto quali siano i “tratti della viabilità Autostradale e Ordinaria dove è l’obbligo che i veicoli siano muniti ovvero abbiano a bordo mezzi antisdrucciolevoli (catene da neve) o pneumatici invernali idonei alla marcia su neve o su ghiaccio”. Ordinanza che naturalmente interessa tutta Italia, Sicilia compresa.
Tra Etna, Madonie, Nebrodi e qualche altra montagna, la neve non manca neppure nella soleggiata e terronissima Trinacria, per carità. Dove scarseggia è invece in provincia di Ragusa. Eppure l’Anas ha un’altra opinione e infatti ha inserito tra le strade interessate anche alcuni tratti di strade statali nel ragusano. Passi per la 194 e la 514 che toccano aree (pre)montane, ma l’obbligo di catene sulla 115 tra Modica e Ragusa ha lasciato tutti a bocca aperta.
A sud di Tunisi, nel senso di questo blog, ha provato a capirci qualcosa, soprattutto farsi spiegare perché dal 15 dicembre 2011 al 15 marzo 2012 (l’ordinanza in origine allungava dal 12 dicembre al 16 marzo) anche sulla 115, la “sud-occidentale sicula”, varranno regole finora applicate praticamente solo in montagna. L’ufficio stampa - gentilissimo - dell’Anas ci ha detto che non potevano fare diversamente: è la legge che lo dice. La legge è il codice della strada, riformato nell’estate del 2010. A rigor di logica, non gli si potrebbe dar torto. Però la legge, nello specifico l’articolo 6 comma 4 lettera e) così come modificato dalla legge 120 del 29 luglio 2010, sottolinea che gli enti proprietari e gestori delle strade hanno la facoltà, la possibilità di prevedere l’obbligo delle catene. Possono, non devono. L’Anas, come gli altri enti, non ha l’obbligo di obbligare.
Appena sono stati piazzati i cartelli sulla SS 115 si è scatenata la protesta di tanti: cittadini, amministratori, istituzioni, associazioni, politici. Tutti concordi sull’assurdità della prescrizione, anche gommisti e meccanici. Perché in provincia, tra l’altro, trovare catene da neve e pneumatici invernali è più o meno come cercare un gelato nel Sahara. E infatti in queste settimane sono fioccate le prime multe, non le nevicate. Multe da 80 a 318 euro. Con sanzione accessoria di tre punti in meno sulla patente.
All’Anas abbiamo chiesto se prima di emettere e applicare l’ordinanza c’è stato un tavolo tecnico, una riunione preliminare con gli enti e le istituzioni interessati. Pensavo che fosse una prassi normale, e invece no. Nessuna riunione. Tra i vari proclami dei politici di turno, dei sindacati e dei liberi cittadini (compresi quelli convinti che solo l’intervento salvifico di Striscia la notizia possa renderci giustizia), si è distinto l’intervento ufficiale della dottoressa Giovanna Cagliostro, prefetto di Ragusa. Come ci ha detto l’ufficio di gabinetto, il prefetto ha inviato all’Anas una lettera il 19 dicembre scorso. Una decina di giorni dopo, la rappresentante del governo a Ragusa non ha ricevuto ancora risposta. Mentre l’Anas si è premurata di comunicare alla stampa il 29 dicembre che l’ordinanza non sarà sospesa o ritirata (la revoca è praticamente impossibile).
Allora la domanda fondamentale, girata all’Anas, è: quali sono i criteri per stabilire che anche sulla 115 debba esserci l’obbligo di catene? Questo è quanto ci hanno detto: la storicità. Non è stato possibile avere nel dettaglio tutti i parametri tecnici, ma almeno quello è sicuro.
Storicità. Storia. Ammetto che non lo sapevo, ma il 26 febbraio 2011 ha nevicato a Ragusa e in alcuni comuni vicini, soprattutto quelli montani. È un precedente e questo basterebbe. Io ricordo qualche fiocco nell’inverno 1999 e mi dicono che anche nel 2005 Modica è stata imbiancata. L’Anas sa benissimo che l’ordinanza ha fatto surriscaldare gli animi e gridare allo scandalo. Quello che si chiedeva, a Modica come a Ragusa, era un po’ di buonsenso. Sembra proprio, dagli ultimi sviluppi, che questo sia mancato. Come mancano le catene e le gomme, d’altra parte.
Però questa storia un aspetto positivo ce l’ha. Della serie “gli esami non finiscono mai”, grazie all’Anas ho imparato una nuova parola: intraversare. Un verbo che spopola nei comunicati stampa dell’azienda e in pratica, secondo quello che riesco a interpretare dalla Treccani, si riferisce all’ostacolo che i veicoli possono creare riversandosi in gran numero per strada. Eh sì, perché all’Anas preoccupano molto la circolazione e la transitabilità, non (sol)tanto la sicurezza.
Quasi quasi vado a intraversarmi con lo slittino sulla strada per Ibla.