Sono stata al circo. Uno di quelli belli perchè piccolo e fatto solo di persone.
Che poi sono più degli alieni che delle persone. Perchè gli alieni non sono solo quelli verdi ma anche quelli capaci di fare un triplo salto mortale tenendosi in bilico su una bastone e facendo giocoleria con otto palline contemporaneamente. Un pò come se avessero otto braccia, non per forza verdi.
Comunque non è che io sia proprio un'habituè del circo. A dire il vero credo fosse da millenni che non ci andavo. Vuoi perchè è dura trovarne uno senza elefanti, vuoi perchè i pagliacci non mi piacciono.
Era di sicuro la prima volta del nano.
Lui ultimamente riceve più inviti di un party boy hollywoodiano e dato che la pigrizia domenicale non so più cosa siamo stati ad una festa di compleanno al circo.
A parte il fatto che usciti di casa mio figlio, con tanto di regalo e bigliettino disegnato un'ora prima, se ne è uscito con un "chissà com'è la festeggiata"
Ma come - dico io - non sai chi è?
"E no mamma non mi ricordo tanto bene la sua faccia".
Bene - penso io.
Tra i vari compagni nuovi non avevo la più pallida idea di chi fosse questa S. per cui avevo comprato un libro il giorno prima.
Comunque al nostro arrivo ce la siamo cavata con un "dov'è la bella festeggiata??!!" facendo i finti (veri) tonti e con un sorriso davvero da faccia da culo. Ci si è presentata davanti una piccola hello kitty in miniatura e io ho tirato un sospiro di sollievo.
So imbucarmi alle feste, non per vantarmi ma è sempre stato così.
Detto questo l'idea è stata bellissima. Dieci e lode alla mamma che credo abbia acceso un mutuo perchè ha pagato l'ingresso al circo a tutti i bambini e i genitori. Ci siamo goduti un'ora di spettacolo a bocca aperta. Ho avuto solo un attimo di quasi ansia quando mio figlio, con un gran sorriso, mi ha detto che anche lui, appena tornati a casa, avrebbe provato a mettersi una noce sulla fronte per romperla con il martello pesante di papà proprio come l'acrobata lì, ma poi ho tirato un sospiro di sollievo perchè tanto nè io nè lui sappiamo dove sia quel martello. Soprattutto ho apprezzato che dopo lo spettacolo per forza di cose il tempo delle chiacchiere tra genitori, circondati da nani urlanti, si è drasticamente ridotto a un'oretta.
Comunque, viva il circo.
Comunque, c'era questo ragazzo.
Piccolo, minuto, dallo sguardo fisso e senza sorriso, con i capelli cortissimi e molti meno muscoli di tutti i suoi colleghi acrobati.
Lui era il ragazzo della pallina rossa.
Compariva spesso durante lo spettacolo con questa pallina rossa tenuta perfettamente in equilibrio sulla testa. Andava in bicicletta, saltava, si rotolava, ballava, sempre con la sua pallina perfettamente in equilibrio. E sempre in silenzio.
Beh, era proprio carino.
In tutto.
A quindici anni, ma anche a venti, avrei detto che in quel circo mi ero innamorata. Come abusavo di questo termine un tempo. Ma rendeva l'idea.
A quindici anni, ma anche a venti, avrei aspettato la fine del loro piccolo spettacolo e mi sarei avvicinata con una qualsiasi scusa, una sigaretta, una curiosità... A quindici anni mi sarei avvicinata e gli avrei detto la sfacciata verità, mi piaci. A venti forse avrei fatto più l'intrigante. Del resto con il tempo s' impara.
A quindici anni, ma anche a venti, gli avrei sorriso con malizia e mi sarei sentita bellissima facendolo, come se bastasse per esserlo anche ai suoi occhi.
A quindici anni, ma anche a venti, avrei passato tutto il tempo dello spettacolo a fantasticare su un bacio rubato dietro il tendone per poi vedermi in giro con lui, libera e felice. Perchè in fondo sono sempre stata una romanticona, anche a quindici o vent'anni.
A quindici anni, ma anche a venti, avrei continuato a pensare a lui anche i giorni dopo e a fantasticare su quella me un pò gipsy in giro con il circo.
E invece sono diventata timida.
Non riuscirei più a sorridere con quella malizia.
Non mi ricordo più come si fa.
Ah sì, poi tra l'altro ho un marito.