A Rino Gaetano

Da Pkiara

La festa della Repubblica – celebrata ieri con grande dispendio di uomini, forze dell’ordine e soldi - coincide con l’anniversario della morte di uno dei più grandi cantautori italiani: Rino Gaetano. Calabrese, trasferitosi a Roma per rincorrere e mantenere il successo, finito anche a Sanremo, ha predetto l’Italia con 30 anni di anticipo, quando lui stesso, di anni, ne aveva appena 30. Ha cantato “Nun te reggae più” con nomi di persone che sono ancora attuali e allora due sono le cose: o lui era un genio o noi ci siamo fermati, insieme a lui, in quella notte, sulle strade di Roma. Le cose sono, in effetti, due e sono intrecciate: lui era geniale e il fatto di averlo perso ci ha buttato una fetta in più di prosciutto sugli occhi.
 

Mi piacciono le sue canzoni di denuncia sociale, mi piace quando è leggero ma, in fondo, non lo è, mi piace quando tenta la carta del romanticismo. Mi piace anche se non l’ho mai conosciuto. Sono nata dopo lo schianto.
Se mi piaci, caro Rino, vuol dire che hai fatto cose buone nella vita, se ti interessa saperlo. Grazie.
Ps: ieri sera, in Piazza Sempione a Roma, cantanti, attori, autori e musicisti lo hanno ricordato come è giusto. Cantando.


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