A rischio l’incolumità di Curiosity

Creato il 15 giugno 2012 da Marcodesalvo

Partito il 26 novembre 2011, il Mars Science Laboratory atterrerà su Marte tra circa due mesi portando con se molte delle aspettative di un gran numero di appassionati di ogni parte del mondo. Aspettative?
Proprio così! Probabilmente, fra tutte, la più sentita è quella relativa ad una eventuale prossima comunicazione ufficiale e definitiva da parte della NASA la quale potrebbe suonare così: “E’ CONFERMATO! SU MARTE C’E’ LA VITA!”
E, se davvero tale annuncio dovesse finalmente risuonare, sarà un grande giorno.
Una notizia del genere accenderà sicuramente quella colossale miccia che farà esplodere gli animi di creazionisti ed evoluzionisti, di bigotti imbevuti di religione e miscredenti incalliti,oltre al fatto che la Comunità Scientifica Internazionale avrà un bel daffare per elargire spiegazioni comprensibili a tutti…

Eppure, qualcosa ci dice che tale giorno potrebbe essere funestato dall’ennesima beffa “made in Homo Sapiens”. Perchè? Perchè i campioni che preleverà Curiosity saranno contaminati con il teflon!
Secondo il JPL (Jet Propulsion Laboratory) di Pasadena, il perforatore che Curiosity impiegherà per prelevare campioni di suolo marziano, rilascerà una non ben precisata polvere di teflon che andrà a mischiarsi con i campioni stessi!
Questa notizia, che con tutta onestà lascia interdetti, la si apprende da un articolo apparso l’11 giugno 2012, nel quale si elogia la bravura del team della Mars Science Laboratory nel determinare precisamente il luogo di atterraggio, grazie alla geniale lungimiranza nell’aver previsto la possibilità di aggiornare il software della sonda fino all’ultimo momento! “NASA Mars Rover Team Aims For Landing Closer To Prime Science Site”.

Peccato che tra i vari aggiornamenti del software di bordo si sia dovuto anche tener conto della contaminazione dei campioni citata prima: “Other preparations include upgrades to the rover’s software and understanding effects of debris coming from the drill the rover will use to collect samples from rocks on Mars. Experiments at JPL indicate that Teflon from the drill could mix with the powdered samples. Testing will continue past landing with copies of the drill. The rover will deliver the samples to onboard instruments that can identify mineral and chemical ingredients.”

(TRADUZIONE IN ITALIANO - Altri preparativi includono un aggiornamento del software del rover e la comprensione degli effetti dei detriti provenienti dal trapano che il rover userà per raccogliere campioni di rocce su Marte. Gli esperimenti al JPL indicano che il Teflon del trapano potrebbe mescolarsi con i campioni polverizzati. I test continueranno anche dopo l’atterraggio con delle copie del trapano stesso. Il rover invierà i campioni agli strumenti a bordo della sonda, per identificare gli ingredienti chimici e minerali).

Ovviamente, dopo una dichiarazione così disarmante, l’articolo prosegue cercando di minimizzare il danno aggiungendo la beffa: “The material from the drill could complicate, but will not prevent analysis of carbon content in rocks by one of the rover’s 10 instruments. There are workarounds,” said John Grotzinger, the mission’s project scientist at the California Institute of Technology in Pasadena.”

(TRADUZIONE IN ITALIANO - ”Il materiale dal trapano potrebbe complicare, ma non impedire l’analisi del contenuto di carbonio nelle rocce da uno dei 10 strumenti del rover. Ci sono soluzioni alternative”, ha dichiarato John Grotzinger, scienziato progettista della missione presso il California Institute of Technology di Pasadena).

Per dovere di corretta divulgazione scientifica va ribadito in modo chiaro che il teflon o politetrafluoroetilene (PTFE) è il polimero del tetrafluoroetene ed è costituito da una catena di atomi di carbonio avvolta da atomi di fluoro.

Il teflon in polvere viene anche utilizzato in composizioni pirotecniche in qualità di comburente insieme a metalli in polvere quali alluminio e magnesio.  All’accensione, queste miscele formano fuliggine carboniosa nonchè il fluoruro del metallo corrispondente, rilasciando grandi quantità di calore. La pirolisi del teflon è rilevabile a 200° C (392° F) ed è accompagnata dalla produzione di gas di diversi fluorocarburi.

Se consideriamo che il gascromatografo a bordo di Curiosity scalderà i campioni marziani fino a circa 1000° C, non sarebbe da escludere che qualche genere di imprevisto potrebbe danneggiare lo strumento, visto che è provato che il suolo di Marte contiene sia alluminio che magnesio! Senza contare la fine di eventuali composti organici! Certo, sarà anche soltanto uno dei dieci strumenti di analisi, ma sicuramente uno tra i più importanti.

Eppure tutto questo ci ricorda qualcosa. Infatti, la ricerca di composti organici su Marte, complicata ulteriormente dalla presenza di perclorati, fu già dai tempi della missione Viking la scusa più gettonata per smontare i risultati positivi della ricerca di forme di vita (esperimento LR o Labeled Release).

Ed anche questa volta ecco magicamente arrivare di nuovo la possibilità di inficiare i risultati riguardanti eventuali composti organici. La domanda è fintroppo ovvia: semplice imperizia del progettista?
Se fosse veramente così probabilmente sarebbe da licenziare in tronco. Invece, siede tranquillo al suo posto rilasciando comunicati stampa rassicuranti in cui dichiara che il problema c’è, ma ne terranno conto!

Con tutta sincerità è alquanto difficile credere che ciò sia possibile, almeno per le analisi “a caldo”. Inoltre, almeno per quanto riguarda il fluoro ed il carbonio, ogni tentativo di misurazione sarà comunque affetto da grossi margini di incertezza, essendo praticamente impossibile determinare con la dovuta precisione la quantità di polvere di teflon prodotta dal trapano stesso contro una roccia sconosciuta.
Tutte le prove possibili qui a terra non saranno comunque mai effettuate contro una vera roccia marziana, ma solo con rocce simili e comunque di origine terrestre.

CONCLUDENDO - Tenendo conto della natura del terreno su cui lavorerà Curiosity, che sappiamo essere molto ricco di argilla, dobbiamo doppiamente augurarci che il problema della contaminazione venga evitato. Infatti, non solo vanificherebbe la ricerca dei composti organici ma potrebbe creare problemi per la stessa incolumità del rover.

Sappiamo che l’argilla è riccamente composta tanto da magnesio quanto da alluminio, oltre che silicio, ossigeno eccetera…

Questi minerali a contatto con la polvere di teflon e scaldati oltre i 350°C, si comporterebbero analogamente a i fuoci d’artificio generando una reazione esplosiva. Questo rischio è maggiore per gli strumenti tipo il gas-cromatografo dove il campione viene scaldato addirittura fino a 1000°C!

Come direbbero gli americani : “Curiosity killed the cat!”

Articolo originale di Marco De Marco e Matteo Fagone su PanetaMarte.net


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