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A Roma il condominio dei padri separati :dramma economico dopo la separazione

Creato il 01 agosto 2011 da Madyur

L’elenco dei padri separati che soffrono è in continuo aumento. La varietà di lavoro va dall’insegnante al carabiniere , dal poliziotto agli ingegneri, dai direttori agli artigiani. Padri separati con reddito medio o da benestanti , dopo la crisi delle loro unioni sono diventati nuovi poveri. Hanno vagato tra familiari o amici.

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Difficile pagare un affitto se dopo aver versato il mantenimento per i figli o magari una rata di mutuo restano nel portafoglio poche centinaia di euro. E così con la fine dell’amore arriva anche la catastrofe economica.

In un residence di Roma , a Casal Monastero , due anni fa è stata inaugurata la casa, anzi il condominio del papà del Comune di Roma. Venti appartamenti autonomi , ognuno dotato di salotto , camera da letto , bagno, angolo cottura e un piccolo spazio esterno in un giardino comune.

Sono 4 i milioni di padri separati in Italia e, secondo la Caritas, ben 800 mila di questo sono finiti in povertà dopo aver lasciato la casa coniugale. Uomini con stipendi da 2000 euro che oggi vagano per mense dei poveri. Ma soprattutto no hanno spazi per stare con i propri figli , perché nel 90% dei casi nei casi di separazione nella casa di famiglia restano a vivere moglie e bambini. Così in Italia sono nate pochi anni fa una decine di case dei papà , ostelli, miniappartamenti, condomini, gestiti dagli enti locali , ma anche da associazioni private o religiose.

Ogni papà paga 200 euro al mese e può restare un anno o poco di più. Per accedere bisogna fare domanda al municipio di appartenenza dimostrando di avere un reddito Isee al di sotto di una certa soglia. Queste case portano pace a padri che sentono di aver preso tutto. Il Comune di Roma fa presente che presto gli appartamenti diventeranno 30, la richiesta è così tante che si comincia a pensare ad un’emergenza sociale.

Alcune persone che vengono in questi appartamenti, provengono da case in quartieri bene di Roma. Il passaggio è stato a volte traumatico. Ma una casa dove vivere e per ricevere i loro figli li ha portati ad adeguarsi e di non sentirsi perduti. Tra loro si è instaurata anche un’amicizia. Un po’ da compagni di sventura. C’è chi è arrabbiato, chi più sofferente , chi più sereno. Ma tutti li lega il dramma economico.


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