A scuola di Incattivismo. Mamma, fammi fa’ la Resistenza! (Tutti al Meeting di Rimini Rimini)

Creato il 08 settembre 2015 da Idispacci @IDispacci

A scuola di Incattivismo. Mamma, fammi fa' la Resistenza! (Tutti al Meeting di Rimini Rimini)

Tra le tendenze del panorama socio politico italiano, non può sfuggirne una che definirei Incattivismo. Questa consiste nell'incattivire artificiosamente dei protagonisti - individuali o collettivi - del panorama politico in modo da rinforzare i propri deboli argomenti. Più prosaicamente: è comodo vedere nazisti all'orizzonte, perché permette di avere sempre qualcosa da dire. Il bersaglio più eclatante di questa tendenza è chiaramente Matteo Salvini, colosso dei social network.

La stragrande maggioranza della sinistra di governo, non governo, malgoverno, e naturalmente l'elettorato corrispondente, ne ha un'opinione orchesca, frutto di Incattivismo. Tendenza che porta a definire Salvini un razzista, un fascista, un nazista - così, rimediando una querela, lo ha recentemente inquadrato Piero Pelù, nel disperato tentativo di uscire dalla condizione di Desaparecido, nella quale si è metalinguisticamente infilato - compiendo essenzialmente tre errori: mentire (in quanto Salvini non è nessuna di queste cose); banalizzare e marginalizzare problemi esistenti, come l'immigrazione, in quanto ridotti a semplice appoggio dal quale si muove il presunto mostro, e del quale ci si giova per attaccarlo; infine, volgarizzare certe sfere di disvalore (razzismo, fascismo, nazismo), un po' come chiamare uragano un acquazzone. E quando viene l'uragano, che nome gli dai?

Lo strumento ideale per queste tossiche edificazioni è dare responsabilità dei commenti Facebook al capo popolo di turno. Per carità: quando Salvini chiede al suo vasto pubblico cosa sarebbe meglio fare a quell'immigrato che ha picchiato un'anziana, è chiaro che c'è una sorta di istigazione. Però lui - furbissimo - non dice nulla di razzista, fascista, nazista. Forse, a volte, velatamente fascista. Ad ogni modo, non è una persona che mette in discussione l'ordinamento democratico, né è sostenitore della superiorità biologica di certi gruppi umani su altri, né intende sparare a persone inermi. Di ben altra pasta (peggiore) sono fatti quasi tutti i suoi commentatori. Ma credo che né Salvini, né altri personaggi pubblici, debbano rispondere delle miserie morali e intellettuali dei felini razza qwerty (e si spera solo qwerty).

Perché nasce l'Incattivismo? Perché, semplicemente, c'è voglia di menar le mani. Di immaginarsi una Resistenza. Anche un Aventino, toh. E perché - come accennato in apertura - siamo sempre pieni di annebbiati che, non avendo tempo di provare a leggere la realtà, sperano di vedere infrante da qualcuno le regole minime della civiltà. Per aver qualcosa su cui non sbagliare.

Certo, questi fenomeni non accadono soltanto sulle bacheche di personaggi di "destra". Poche ore fa, per esempio, l'europarlamentare David Sassoli, brav'uomo che a volte posta fotografie di fiori per dire che sono splendidi, ha scritto un post su Lech Walesa e diversi suoi commentatori ne hanno approfittato per commentare con nostalgiche righe filosovietiche. Cosa certa è che nessuno, da destra, tratterà Sassoli come un novello Giuseppe Stalin. Ovviamente, Sassoli non è che una centesima parte della macchina social Salvini. Ma non accadrà anche perché, va detto, la destra in Italia (a livello politico istituzionale: dei bar, di ogni colore, reali o internettiani, non ci interessa) è spesso più liberale, intellettualmente onesta e aperta della sinistra.

Lo dimostra anche quanto accaduto al meeting di Rimini, il tradizionale appuntamento estivo con il popolo di Comunione e Liberazione. Il grillino Fantinati ha spalato letame sul potentissimo sodalizio cattolico per 10 minuti 10. Una tirata probabilmente non menzognera, ma anche piena di semplificazioni, furbescamente assolutoria verso la base - le basi si conquistando dicendo loro che sono troppo furbe, belle e oneste per stare a sentire i loro attuali condottieri - e confusionaria. Ma il punto non è questo. Il punto è che l'esponente del MoVimento ha parlato in piena libertà, senza alcuna interruzione. Come si è alzato un brusio dalla platea, il moderatore, dal palco, ha subito placato gli animi - comunque appena tiepidi - per consentire a Fantinati di terminare la sua invettiva. Ve lo immaginate a una qualunque festa Pd un ciellino che prova a dire due parole contro il matrimonio gay? Durerebbe 20 secondi.


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