A scuola di sogni

Da Anna

Cosa ci rende persone in una società che ci spinge a oggettivizzare tutta la nostra esperienza? L’aspetto materiale della quotidianità, se pur necessario, a mio avviso non dovrebbe farci eludere un altro aspetto tanto importante come quello dello spirito. Il lavoro di consapevolezza che tanto viene spinto e sostenuto da diverse scuole di pensiero non è altro che un invito a riconsiderare la cura dell’anima.
E’ mio parere che per darsi un’anima bisogna coltivare quel mondo interiore che non sempre è connesso con scopi reali. La corsa al raggiungimento degli obiettivi è diventata una maratona estenuante. In effetti anche il signor Disney soleva sostenere che la differenza tra un sogno e un obiettivo è la data di scadenza! In effetti senza porsi delle mete non possiamo realizzare una vita soddisfacente, né tanto meno costruire qualcosa di motivante e duraturo. Ma il signor Disney sapeva sognare! Io penso che l’ansia della prestazione e di metterci alla prova realizzando ciò che ci prefiggiamo, stia inaridendo quel bacino fantastico al quale attingere per realizzare ciò che vogliamo. Penso che non tutti i sogni debbano essere realizzati!Talvolta, un sogno serve solo ad essere sognato! Lo studio dei sogni ha interessato generazioni di pensatori, da Platone a Freud, Jung, Perls … la funzione psicologica è abbastanza chiara e a seconda dell’impostazione può portare a conoscere parti di sé nascoste. Io sono, invece, interessata a coltivare quel tipo di sogno che influenza la fantasia, quello che consente ai bambini di giocare con una scopa pensando di essere a cavallo di un’ Harley Davidson, quella che permette ai pittori di andare oltre la tela e agli scrittori di vedere il mondo a testa in giù. Non a caso amo quel cinema felliniano, che capovolge le regole del reale per ipotizzare mondi diversi e situazioni improbabili. Prima di andare avanti cerchiamo di spiegare che differenza c’è tra sogno, fantasia e immaginazione. Sono termini spesso usati come sinonimi per incentivare la nostra parte creativa e far emergere quello che desideriamo; ma sono davvero sinonimi? Tutti e tre hanno sicuramente un punto in comune e cioè la capacità di visualizzare. La visualizzazione è quel processo nel quale “vediamo” nella nostra mente quanto vorremmo succedesse a noi o ad altre persone (a volte anche in negativo, e quindi li chiamiamo incubi o pensieri negativi).In questo le tre parole hanno un punto di incontro, perché sia che sognano, sia che fantastichiamo, sia che immaginiamo, solitamente abbiniamo a queste azioni una o più immagini nelle quali vediamo quanto desideriamo o quanto temiamo. E’ per questo che l’arte della visualizzazione è molto potente. Conoscerla può influenzare la nostra vita in una direzione o nel suo opposto! La differenza, infatti, non si trova nel momento in cui realizziamo queste azioni, ma dopo che le abbiamo fatte. Il sogno e la fantasia sono molto utili in fase iniziale per aiutarci a “vedere” quello che desideriamo, ma senza il passaggio all’immaginazione rimangono sogni e fantasie che difficilmente si realizzeranno nella nostra vita. E’ per questo che avere una mente capace di immaginare e non solo di sognare e fantasticare è molto importante nella vita personale, di professionale e nel suo contorno. Se vogliamo realizzare e realizzarci nella nostra vita dobbiamo fare i conti con qualcosa che si concretizzi. E’ necessario porsi degli obiettivi, delle mete a cui aspirare. Anche questa è un’arte. In questo momento, però,  sono interessata alla capacità di sognare senza uno scopo preciso. Per accedere a quel tipo di sogno bisogna lasciarsi andare … e non è semplice! Lasciare che la parte folle di noi entri in contatto con quella sana. Risvegliare il bambino, direbbe qualcuno! Io sogno, quando la sera parlo con il mio gatto e lui mi risponde raccontandomi cosa ha fatto durante la giornata. Sogno quando mi guardo allo specchio e vedo l’altra me rispondere a tono alle domande che le faccio. Sogno quando guardo le nuvole e, divertendomi, ne disegno la forma, o quando mi diletto a leggere i fondi del caffè. Questo tipo di sogno si avvicina molto alla fantasia. L'oggetto del fantasticare è detto phantasma. E’ la capacità che l’essere umano ha di elaborare la realtà percepita anche inconsciamente, attraverso i suoi simboli. Le immagini visive mentali possono essere "rei-interpretate". La reinterpretazione delle immagini visive mentali si utilizza soprattutto nella creatività, nelle scoperte scientifiche ed in ogni altra forma di conoscenza, in quanto l'immaginazione è attività autonoma che si avvale degli stessi meccanismi della percezione visiva. Il bambino è capace di immaginare e fantasticare già in tenera età e dell'immaginazione si avvale nei suoi giochi trasformando il mondo reale per ridurlo ai suoi bisogni. I miti, le leggende e le favole sono combinazioni di immagini deputate a trasmettere ed a conservare messaggi. L'individuo che sa immaginare è, in ogni caso, un individuo creativo. Ma se l’immaginazione serve in qualche modo per realizzare i nostri obiettivi, allora a che serve fantasticare, o sognare? Il tipo di sogno di cui parlo io assomiglia più alla visione poeticache alla capacità di astrarre un concetto. Questa visione, diversamente dall’immaginazione, non mira infatti al particolare ma all'universale, al tutto e non alle singole parti. Come lo può essere qualsiasi forma che eleva lo spirito ponendolo in connessione con il Tutto. Il sogno, in quanto visione poetica, è ciò che eleva lo spirito. E’ il gioco degli specchi che si svelano e che mostrano l’essenza. E’ alchimia tra storie e percorsi, luoghi dell’anima, del cuore e della mente. Come certi profumi che rimangono impressi lasciandoci qualcosa di intimo.
Aprirsi a queste visioni, come fiore di loto, fare l’amore con la vita per aprirsi alla meraviglia!

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