A Sibila (La Sibilla) di Agustina Bessa-Luís

Creato il 13 gennaio 2015 da Monica Spicciani @monicaspicciani

Autor Agustina Bessa-Luís
Editor Guimarães
Coleção Ópera Omnia
ISBN 9789726655671
Nº Páginas 296
Encadernação Cartonado
Che fatica! - Um esforço! ( 3, 7 stelle)
(a tradução em Português do comentário fica para abaixo)
Eccomi qua con un altro souvenir di Lisbona. Temo che il commesso della Libreria Bertrand in questo caso abbia sopravvalutato la mia lusofonia, consigliandomi un classico della loro letteratura con un linguaggio ricco e spesso un po' arcaico. Non avevo mai avuto a che fare con una lingua portoghese così ricca di vocaboli, pare che tutti i sinonimi della parole che conoscevo si siano dati appuntamento tra queste pagine e son riuscita a scoprirli con fatica consultando il vocabolario portoghese, poichè nemmeno il traduttore on line pareva conoscerne il significato; mi consola tuttavia aver letto alcune recensioni scritte da lettori madrelingua portoghesi in cui "lamentano" l'uso di termini difficili e fatica nel comprendere la storia.Di questo libro esiste una versione in italiano pubblicata da Giunti nel 1989 che al momento risulta abbastanza rara da reperire, quindi mi sono rimboccata le maniche e alla fine sono arrivanta in fondo a questa impresa. Se nel primo capitolo interrompevo continuamente la lettura per cercare il significato dei vari termini ignoti poi ho cominciato a lasciar correre, perché questo mi distoglieva troppo dalla trama e dalla possibilità di trarre un minimo di piacevolezza dalla lettura. Anche se molte parole mi erano sconosciute son riuscita comunque a capire il senso delle frasi nel loro complesso, a percepirne la qualità letteraria sentendo che non si tratta di una lingua scarna e sciatta, e, pur senza tradurre tutto parola per parola, sono riuscita ad apprezzare lo stile e il suono delle frasi che appaiono quasi come musica. Ma veniamo alla storia. Cronologicamente, il romanzo, che è stato pubblicato nel 1954 (guarda caso come "Il mare non bagna napoli" di Anna Maria Ortese, e quarda caso entrambe usano un linguarrio ricchissimo), va dal 1850 al 1950 circa. Prima di concentrarsi in modo particolare sulla protagonista, Agustina Bessa Luìs passa da un personaggio all'altro descrivendolo e parlandone con dovizia di particolari, secondo me non tanto per dare risalto al personaggio stesso, quanto per creare un tessuto storico sociale composto da molti fili, molte trame. Sembra che tutti servano a preparare il terreno fertile dove poi nascerà e vivrà Quina (la Sibilla) e a farci comprendere il perchè del suo modo di essere. Quina non aveva in realtà poteri soprannaturali, era solo pratica nel dare consigli, non è inoltre una figura amabile, viene descritta come pettegola, superba e vanitosa, la sua grande dote è stata più che altro quella di accumulare una fortuna sapendosi ben amministrare e l'unica nota di amore per gli altri, mal riposta a dire il vero, la si ritrova nel figlio adottivo al quale perdona tutto e nel padre che adorava nonostante i numerosi difetti.Di fatto non sono entrata troppo nella storia, non mi ha appassionata, e non riesco a capire se questo  sia avvenuto soprattutto a causa della difficoltà nel tradurla o se invece sarebbe accaduto lo stesso leggendola in italiano; Quina non è certo un personaggio facile da farsi piacere e l'autrice ce la mostra con sincero distacco, senza farne risaltare troppo nè i pregi nè i difetti, ce la propone così com'è lasciando a noi tutto il resto. Probabilmente si tratta di una figura abbastanza tipica per l'epoca e per l'ambiente in cui si muove, come abbastanza tipiche sono le figure che le ruotano attorno. Questo romanzo mi è sembrato molto realista,  di un verismo che non giudica ma che si limita a esporre i fatti con parole minuziose ma mai enfatiche in un senso o nell'altro.
In fondo a questo post qualche notizia sull'autrice.
CITAZIONI 
(traduzione delle citazioni a mia cura)
"Temeva la tutela, il dominio, l'incomodo di un uomo che la manovrasse, le alterasse le abitudini e le facesse perdere quel mondo che godeva allo stesso tempo come Cenerentola e principessa. "
"Adorava il rispetto più dell'amore <...> sentiva più piacere per gli onori resi al suo nome di proprietaria che per la galanteria dedicata alla donna."
"Conoscere male è già una difesa. Dove non c'è innocenza, ci può essere peccato; ma dove non c'è sapere, c'è sempre disgrazia. "
"Quina? In fondo il suo misticismo era umanistico; era stata soprattutto una rivolta, la ribellione audace e ammirevole della sua ignoranza."
Tentei traduzir o meu comentário em Português, espero não ter feito muitos erros
Aqui estou eu com outra lembrança de Lisboa. Temo que o funcionário da livraria neste caso tenha superestimado minha Lusofonia, aconselhando-me um clássico da literatura com a sua linguagem rica e muitas vezes um pouco de "arcaico. Eu nunca tinha tido que lidar com uma linguagem Português tão rica em palavras, parece que todos os sinônimos das palavras que eu sabia estão reunidos nestas páginas, e eu consegui descobri-los com trabalho duro, consultando o vocabulário Português, como até mesmo o tradutor on-line parecia não saber o seu significado; Consola-me, no entanto, leitura de alguns comentários escritos por leitores portugueses nativos em que "se queixam" do uso de palavras difíceis e dificuldade em compreender a história.
Deste livro há uma versão em italiano publicada pela Giunti Editora, em 1989, que, no momento, é muito raro encontrar, então eu arregacei as mangas e enfim cheguei no final desta aventura. Se no primeiro capítulo eu interrompi constantemente a leitura para procurar o significado dos vários termos desconhecidos, depois eu comecei deixá-lo ir, porque isso retirava o prazer da leitura Embora muitas palavras eram desconhecidas para mim, porém eu consegui entender o significado das frases no seu conjunto para perceber a qualidade literária, sentir que ele não é um magro linguagem desleixado, e, apesar de não traduzir tudo à risca, eu era capaz de apreciar o estilo, o som das frases que aparecem quase como música.
Mas vamos à história. Cronologicamente, a novela, que foi publicado em 1954, vai 1850-1950, aproximadamente. Antes de se concentrar em especial sobre o protagonista Agustina Bessa Luis muda de um personagem para outro descrevendo-o e conversando sobre isso com grande detalhe, na minha opinião, não tanto para salientar o carácter próprio, como criar um tecido social histórico composto de muitos fios, muitos enredos. Parece que tudo serve para preparar o terreno fértil onde vai nascer e viver Quina (a Sibila) e fazer-nos compreender o porquê da sua maneira de ser. Quina realmente não tinha poderes sobrenaturais, era apenas prática em dar conselhos, não foi uma figura amável, é descrita como tagarela, orgulhosa e vaidosa, o seu enorme talento foi o de acumular uma fortuna bem sabendo como administrar e a única nota de amor pelos outros, mal colocada para dizer a verdade, encontra-se no afeto por seu filho adotivo à quem perdoa tudo e no pai que adorava apesar dos numerosos defeitos 
Na verdade, a história não apaixonou-me e eu não consigo descobrir se isso aconteceu principalmente por causa das dificuldades na tradução ou se teria acontecido o mesmo de lê-la em italiano; Quina certamente não é um personagem fácil em quem gostar a autora mostra-a com desprendimento sincero, sem torná-la destacar-se demais nos méritos nem nos defeitos, apresenta-o como ele é, deixando todos nós. Provavelmente é uma figura bastante típica para o tempo e para o ambiente em que ela se move, como um exemplo típico são as figuras que giram em torno dela Este romance parecia-me muito realista, um realismo que não julga, mas que apenas expor os factos detalhados em palavras, mas nunca enfático em numa direção ou na outra
Citações
" Temia a tutela, o dominìo, a incomodidade dum homem que a manejasse, lhe alterasse os hàbitos e a fizesse perder aquele mundo que gozava ao mesmo tempo como Cinderela e princesa."

 " Ela adorava os respeitos mai do que os amores . <...> ela sentia mais prazer pelas honras feitas ao seu nome de proprietària, do que pela galanteria dedicada à mulher."
"Conhecer o mal è jà uma defesa. Onde não hà inocência, pode haver pecado; mas onde não hà sabedoria, hà sempre desgraça."

  "Quina? No fundo, o seu misticismo era humanista; era ainda uma revolta, a rebelião audaciosa e admiràvel da sua ignorância."

Poichè in Italia quest'autrice è sconosciuta ai più riporto alcune notizie su di lei.
"Ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti di grande portata fra cui, nel 1997, il Premio Internazionale per la Narrativa dell’Unione Latina; nel 2003 le è stato assegnato il “Premio Camões”, vero e proprio Nobel della lusofonia. A ottobre del 2004, ricorrendo il cinquantenario della pubblicazione di A Sibila, la città di Oporto, dove risiede, le ha tributato un solenne omaggio alla presenza delle massime autorità dello stato. A marzo del 2005 la facoltà di lettere dell’università portuense le ha concesso la laurea honoris causa."
(tratto dall'articolo su Mosaico Italiano http://www.comunitaitaliana.com.br/mosaico/mosaico94/nello.htm)
"Molti dei suoi romanzi sono stati adattati per il grande schermo dal regista Manuel de Oliveira, che è amico e che ha lavorato e collaborato a stretto contatto. Esempi di questo partenariato sono Fanny Owen, Valle di Abramo, Le Terre del rischio o sul fiume Madre è anche un autore di opere teatrali e sceneggiature per la televisione, e il suo romanzo Le Furie è stato adattato per il teatro e messo in scena da Filipe La Plata."
(tratto dall'articolo su La Hora Digital http://multescatola.com/lenciclopedia/agustina-bessa-lus-biografia-lavoro-premi.html)

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