La parola che maggiormente circola fra i luoghi della politica è: cambiamento. Io credo che sarebbe necessaria un’altra parola e cioè: chiarezza. Già, perché senza chiarezza non si capisce neppure quale direzione potrebbe prendere il cambiamento. Trovo che l’attuale panorama politico regionale sia abbastanza confuso e fra tutti i partiti trovo che Alpe sia quello più opaco. Non si sa più da chi sia formato, oltre dagli ex renouveau che ormai hanno preso qualsiasi posto utile, dalla segreteria alla presidenza passando dal capogruppo, e chi rappresenti. La componente verde e quella urbana si sono ammutolite o perlomeno questa è la sensazione che si avverte da fuori, predomina quella composta dagli ex unionisti “rurali”. Che oggi si è duplicata nella versione giovanile dell’UVP. Risultato della moltiplicazione rossonera: abbiamo tre sfumature di Union valdotaine. E poi un PD in cerca d’autore. Una destra fantasma. Una stella alpina-democristiana in stato di attesa. Un M5s che sta con il fiato sul collo. Il resto sono avanzi. Perché non semplificare l’offerta? Almeno a sinistra, rimpolpando il Pd con quella componente alpista-verde che di fatto si trova attualmente a disagio? Costituire una vera forza di centrosinistra alternativa all’Union valdotaine e non subordinata nei numeri alle altre due sfumature rossonere? Forse non sono questi i tempi, ma è certo che Alpe non avrà vita lunga: troppo lusinghiero il richiamo: “Réunir Réussir” dei fratelli UVP. Non sarebbe quindi meglio anticiparli con una fuoriuscita a sinistra?