Da un dono di generosità, una festa di qualità: ritorna a Sirignano il 23 novembre “Natale piccirillo”
Inguaribili viaggiatori, compagni buongustai, amanti della natura e delle bellezze paesaggistiche: oggi nel nostro viaggio a condurci è il cuore, l’affetto disinteressato per i più poveri e per la loro terra, una storia contadina di amore per gli altri, trasformata in una antica tradizione.
Agli inizi del ‘900, durante la preparazione dell’annuale festa del santo patrono, Sant’Andrea, Francesco Fiordelisi, che aiutava l’allora parroco Don Liberato Galluccio, decise di regalare un pacchetto di alici fresche alle famiglie più povere per permettere loro di festeggiare la ricorrenza.
A molti quel dono apparve come un regalo di Natale anticipato e si decise di festeggiare questo “natale in anticipo” ogni 30 novembre, preparando i piatti della tradizione contadina
La festa durò per molti anni, salvo poi scemare finché non fu ripresa dalla proloco di Sirignano, non a caso intitolata a S. Andrea, che da 5 anni la ripropone, spostandone però la data al 23 novembre.
Come ogni natale che si rispetti, anche quello “anticipato” aveva la sua vigilia: dopo la cena arricchita da alici, come detto, si celebra il “Rito del Fuoco”. Si accendeva un grande falò in onore di S.Andrea, e al calore del fuoco si preparano le squisite patate cotte sotto la cenere, le caldarroste e, innaffiati da buon vino, ci si dilettava in canti e balli popolari, in un momento di convivialità che coinvolgeva tutto il paese
Per questo, da quando, negli ultimi cinque anni, la Pro Loco Sant’andrea ha ripreso la tradizione, si ripete l’evento del Natale piccitillo con una cena comune intorno al fuoco, ben conosciuta dagli abitanti, ma che si rivela sempre una gradita sorpresa per i turisti che ogni anno accorrono in massa in questo borgo incantato e special a gustare le prelibatezze del luogo. La cena comprenderà linguine con noci e alici, alici con baccalà fritto, la caratteristica pizza di raurinio (pizza di mais preparata con i friarielli, una verdura tipica dell’alta irpinia dal sapore leggermente amaro), zuppa di fagioli cin tocchetti, caldarroste, pizzette fritte e vino cotto.
Infine il grande falò è acceso proprio nel centro del paese, in piazza Principessa Rosa, davanti al castello del Principe Caravita, recentemente restaurato e uno dei più suggestivi della provincia, tanto da ispirare persino personaggi illustri come Salvatore di Giacomo. Sirignano saprà accogliervi col calore della sua rterra ed il fascino della sua arte. Per tutti un appuntamento da non mancare.
L’inguaribile viaggiatore Modestino Picariello
inguaribile.viaggiatore(at)yahoo.it
Se ti è piaciuto questo post, allora molto probabilmente ti piacerà anche: La Polinesia francese autentica: Maupiti oppure Una farfalla gentile: l’isola di Lemmo oppure Heidelberg: la perla romantica sul fiume Neckar