Che cosa rende una vita felice? Un problema di fondo per un giovane quasi quarantenne che ha perso il primo amore - quello dell'infanzia - con cui ascoltava ossessivamente Pretend di Nat King Cole senza capirne le parole, e ferito per sempre la ragazza dell'adolescenza. E ora che è adulto, sposato, proprietario di due jazz club, ricco e anche serenamente 'sistemato', rivedere la ragazzina dell'infanzia, divenuta donna riservata e complessa (la sua Star-Crossed Lover), gli sconvolgerà per un istante la vita e l'aprirà a quello che non è stato. Ma senza neanche impotizzare come sarebbe stato - perché quando le cose non accadono, e prendono un'altra strada, non si può tornare indietro.
Si possono solo al limite far esplodere per un istante, che è la celebrazione della massima felicità, del massimo piacere, di una vera e propria estasi-in-vita, così come anticipazione - prefigurazione - della propria morte. Capite perché non v'è nulla - se non il vivere in prima persona la medesima cosa - che possa distogliermi da questa lettura?