A Taormina con Silvia Avallone e Giovanni Frazzetto

Creato il 25 gennaio 2014 da Alfiobonaccorso

La rassegna invernale di eventi culturali e letterari promossi da Taobuk, Festival internazionale del libro di Taormina, non si fa attendere e, dopo la pausa natalizia, aprirà il 2014 con ben due eventi dedicati al suo affezionato e sempre più vasto pubblico: il 23 Gennaio alle 17.30 presso la Fondazione Mazzullo di Taormina presenteremo “Marina Bellezza” di Silvia Avallone, con cui dialogherà Alfio Bonaccorso. La giovane scrittrice, dopo il grande successo ottenuto grazie ad “Acciaio”, da cui è stato tratto il film omonimo con Michele Riondino e Vittoria Puccini, torna a scrivere un grande romanzo; il 25 Gennaio, alle ore 17.30 presso il Cine-Teatro “Don Bosco” dei Salesiani, sarà la volta di Giovanni Frazzetto, scienziato trentenne pluripremiato di origini siciliane. Cervello in fuga a tutti gli effetti, Giovanni Frazzetto  parlerà con Caterina Andò del suo “Perché proviamo ciò che proviamo”,  indagine sulla parte più essenziale e misteriosa di noi, quella che genera e sovrintende le “emozioni”. Partendo dalla propria esperienza professionale e personale, l’autore ci illumina sui molti nodi ancora da districare quando si tratta di emozioni, e lo fa prendendo le mosse dalla scienza, ma attingendo a piene mani anche alla letteratura, all’arte, al teatro, alla filosofia e alla psicoanalisi. Il risultato è un racconto colto e coinvolgente su una zona tuttora in buona parte oscura della natura umana, un enigma cruciale e affascinante che, se risolto, potrebbe rivelare l’essenziale di noi.
Entrambi gli appuntamenti, patrocinati dal Comune di Taormina, verranno introdotti da Antonella Ferrara, Presidente di Taobuk, e realizzati in collaborazione con Libreventi, Libreria Mondadori Taormina, Fondazione Mazzullo, Parafarmacia Porta Catania, Hair Planet Taormina, Erboristeria Narcisse, Sondor Estetica e Benessere.  

Silvia Avallone, nata a Biella nel 1984, già Premio Campiello Opera Prima, Premio Flaiano, Premio Fregene, Premio Alfonso Gatto, nonché finalista allo Strega con “Acciaio”, tradotto in ben 22 lingue, sceglie come ambientazione del suo nuovo “Marina Bellezza” uno spettrale Nord-Ovest italiano nell’era della post-industrializzazione: la Biella delle risaie e del tessile la cui prosperità è solo un ricordo impallidito dinnanzi al dilagare della crisi che riempie di titoli apocalittici le sigle dei tg. Questa provincia estrema, incorniciata dalle Alpi, è la frontiera di due vite che si incontrano e si scontrano, quella di Marina Bellezza, che sogna di sfondare nel mondo della televisione e di ottenere dalla notorietà un giusto compenso per una vita di invisibilità, e di Andrea Caucino, il figlio “venuto male” del sindaco fascista e stimato avvocato penalista, che sogna l’evasione dalle angosce del presente con un “ritorno” al passato, sino alla decisione di ritirarsi sulle montagne a fare il margaro, sfidando la crisi e la new economy con un ritorno all’essenzialità delle radici, alla stessa storia della sua terra.
Ciascuno a suo modo, questi due ragazzi cercano una strada per venir fuori da uno stallo generazionale e personale, e si amano e si odiano, si cercano e si respingono. Troppo simili, forse, nella loro corsa disperata verso una palingenesi.

Giovanni Frazzetto, con una laurea a Londra, una carriera internazionale nel campo della biologia molecolare ed un lavoro presso il prestigioso Institute for Advanced Study di Berlino, dedica un libro avvincente alla genesi delle emozioni. “Perché proviamo ciò che proviamo?” (Rizzoli) ci porta ad interrogarci sull’origine delle nostre emozioni che pur rappresentando quanto di più pregnante ed influente nella nostra vita, restano allo stesso tempo così indecifrabili.
In un percorso di grande fascino, Frazzetto affronta la questione attingendo sapientemente alla scienza, alla filosofia, all’arte, alla psicanalisi e alla letteratura, col risultato di  condurci nel cuore di una delle questioni più dibattute di sempre, il delicato, fragile ed insidioso campo della più intima conoscenza di sé.

Alfio Bonaccorso


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