A Terracina, tra storia, leggenda e buon cibo

Creato il 22 ottobre 2014 da Clamore79













Ci riuscì tanto gradita la visita a Terracina sulla rupe. Avevamo appena ammirato questo quadro, quando scorgemmo il mare davanti alle mura. Subito dopo, l’altro lato della montagna-città, ci offrì lo spettacolo di una nuova vegetazione. I fichi d’India tendevano le loro foglie grasse e corpulente, fra gli umili mirti del fogliame verde grigiastro, sotto i granati d’un verde dorato e il verde cenere degli ulivi. Lungo la via ci apparvero fiori e cespugli che mai avevamo veduti. Narcisi ed anemoni tappezzavano i prati. Per un po’ di tempo si vede il mare a destra, ma le rocce calcaree restano in vicinanza a sinistra. (Johann Wolfgang Goethe)
Fino a qualche settimana fa io Terracina non la conoscevo e quando ci sono arrivata, grazie al progetto di This is Your Time, non sapevo bene cosa aspettarmi. Non mi ero informata prima, non avevo fatto ricerche in rete; ci sono arrivata senza aspettarmi niente, solo con la grande curiosità che provo sempre prima di mettere piede in un posto nuovo. Ho lasciato che Terracina mi parlasse da sola e mi stupisse (cosa che ha fatto). 
Accompagnati da uno storico e profondo conoscitore di Terracina, siamo stati accompagnati per due giorni alla scoperta della città, tra affascinanti racconti storici e miti millenari.
Terracina per via della sua posizione strategica, lungo la direttrice Roma-Napoli, del suo paesaggio e del suo passato, ha da sempre esercitato un grande fascino sui viaggiatori di ogni tempo, dai pellegrini medioevali agli eruditi che nel '700 intraprendevano il “Grand Tour”. 
Tra i primi a parlarne ci fu Orazio che raccontando del suo viaggio a Terracina nel 37 a.C. e definendola "la città costruita su rocce che brillano da lungi" non fece altro che colpire la fantasia di moltissimi letterati. 
Lasciata Roma per proseguire verso sud lungo la Via Appia, dopo la faticosa traversata delle paludi dell'Agro Pontino, rimanendo svegli fumando sigari in continuazione per scongiurare la malaria, i viaggiatori si entusiasmavano, al loro arrivo a Terracina, trovandosi davanti al paesaggio e alla vegetazione tipicamente mediterranea, al clima mite e alle tracce storiche. Goethe andava in estasi davanti ai fichi d’India (e posso capirlo perché anche io faccio lo stesso), ai melograni e agli aranci, Stendhal davanti alle palme e agli albicocchi, Chateaubriand e Hans Christian Andersen davanti al mare, al cielo blu e alla spettacolare luce dell'alba sopra le montagne. 

La piazza centrale: il Foro Emiliano


Probabilmente fondata dagli Ausoni, poi passata ai Volsci con il nome di Anxur e quindi conquistata dai Romani alla fine del V secolo a.C., Terracina nel 312 a.C. venne raggiunta dal tracciato della nuova Via Appia che collegava Roma e Capua e iniziò quindi a crescere di importanza. 
Terracina richiamava viaggiatori da ogni dove per le sue testimonianze storiche ma anche per la sua fama leggendaria: secondo il mito intorno al Monte Circeo esercitava il suo fascino la maga Circe e Terracina sarebbe stato un punto di approdo di Ulisse.
La città di Terracina ha una parte alta, l'antico centro cittadino con l'acropoli, e una parte bassa, frutto di un'espansione iniziata già ai tempi dei Romani ma avvenuta soprattutto negli ultimi due secoli in seguito alla bonifica delle paludi pontine prima da parte di papa Pio VI e poi da Mussolini.
La piazza centrale, l'antico Foro Emiliano, è il cuore della città vecchia. Qui si trova ancora un tratto originale di lastre della Via Appia, sulla quale sono incise, in bronzo, le iniziali del magistrato locale che ne ordinò la realizzazione (Aulus Aemilius). Ai lati del foro sorgevano i principali edifici pubblici della città romana tra cui la basilica, il teatro e un grande tempio di età imperiale.
 
Appena fuori dalla città, sulla cima del monte Sant'Angelo si trova l'antico Tempio di Giove Anxur, detto anche Santuario di Monte Sant'Angelo, luogo sia di culto sia a scopo strategico-difensivo. Ispirato allo stile architettonico greco, questo antico santuario fu ristrutturato durante la tarda Repubblica dell’Antica Roma, tra la fine del II sec. a.C. e l’inizio del I sec. a.C.

Dall'alto del tempio (che domina Terracina dall’alto dei suoi 227 metri) la vista (straordinaria) spazia sulla pianura pontina, il Circeo, il mare con le isole ponziane e Ischia. Il posto è perfetto per una visita al tramonto, magari con sosta al bar panoramico.


Con nostra grande fortuna la nostra visita a Terracina è stata accompagnata da Slow Food Terracina, che ci ha permesso di conoscere il valore di Terracina anche dal punto di vista gastronomico. 
Ma non solo storia e cultura. Terracina è anche terra di olio, vino e prodotti alimentari di altissimo livello. Un olio extravergine pluripremiato e di alta qualità certificata come quello dell'olio biologico Orsini, monovarietale, fatto con olive Itrana e D.o.p. Colline Pontine; un vino d'eccellenza come il Moscato dì Terracina della Cantina Sant'Andrea, che proprio recentemente ha conquistato i 5 grappoli, ovvero il massimo riconoscimento, di Bibenda 2015.




Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :