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‘A Testa Alta’ – Un inno al martirio che non celebra gli eroi di Fiesole

Creato il 03 giugno 2014 da Nicola933

a testa altaIeri sera ero pronta a vedere la solita fiction santino, invece, duole doverlo dire, mi son trovata di fronte a qualcosa di molto peggio perché se si può tollerare un prodotto che enfatizza le doti di alcuni eroi realmente esistiti, non si può invece tollerare un film tv che esagera in senso opposto e purtroppo non è neanche l’unico difetto di ‘A Testa Alta’.

Partiamo con ordine.

Tutta la storia degli eroi di Fiesole viene raccontata dal punto di vista del loro superiore, il vicebrigadiere Giuseppe Amico, interpretato da Giorgio Pasotti. E questo non sarebbe necessariamente un difetto se non fosse che in pratica vediamo la sua di storia, è lui il protagonista della fiction e non i tre reali protagonisti della vicenda. Non è la prima volta che si usa questo stratagemma (e non avviene solo nella fiction rai) ovvero quella di raccontare gli eroi da un punto di vista esterno. Ci può andar bene. A patto che queste persone abbiano lo stesso peso del protagonista, che non siano lasciati sullo sfondo. Viene da chiedersi se non abbiano fatto questo perché Pasotti, l’interprete del vicebrigadiere, è il nome più altisonante del cast, a differenza dei tre interpreti di La Rocca, Marandola e Sbarretti, ovvero Marco Cocci, Alessandro Sperduti e Giovanni Scifoni, che sono meno conosciuti al grande pubblico.

Di fatto i tre eroi nel film tv stanno pochissimo sullo schermo e, quel che è peggio, sono dipinti come dei vigliacchi fino quasi alla fine, quando, invece di raggiungere i partigiani, che avrebbero potuto aiutarli a liberare Fiesole dai nazisti, decidono di tornare indietro e di sacrificarsi per il bene comune. Ora, per quanto io mi sforzi, non riesco a vederci niente di positivo in questo messaggio. Il regista del film tv parlava di dignità nelle interviste, qui vediamo solo un inno al martirio, dipinto come l’unico vero atto di dignità perché sopravvivere sarebbe stato da vigliacchi. Lo stesso vicebrigadiere ripete più e più volte che i fuggitivi sono meritevoli di punizione, viene quasi da domandarsi: ma se non si fossero sacrificati loro, sarebbe andato lui a cercarli e a farli fuori? E poi cos’avrebbero fatto di diverso lui da La Rocca, Marandola e Sbarretti? Nel film tv si vede che tutti combattono i nazisti, in primis il vicebrigadiere che guida i “nostri” contro i cattivi da Far West che paiono essere i nazisti in questo prodotto.

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Non conosco così bene la storia di questi tre eroi per sapere se quanto raccontato in ‘A Testa Alta’ corrisponda a verità, il problema è che poteva e doveva essere dipinto con un’impostazione diversa. Non esiste lanciare un messaggio del genere. Non esiste dire che se sopravvivi per cercare aiuto allora sei un vigliacco meritevole di morte: qui siamo a livello dei generali che fucilavano i ragazzini spaventati, loro stessi soldati, nella prima guerra mondiale. Si può parlare di dignità anche in un altro modo. E si poteva e si doveva celebrare meglio tre ragazzi morti per il bene comune, a soli venti anni! Tra l’altro nelle interviste non si faceva altro che parlare di come la storia di questi ragazzi fosse una vicenda sconosciuta e lo scopo di questo film tv sarebbe quello di celebrarli e invece abbiamo tre eroi relegati in un angolo, dipinti come vigliacchi da tutti fino alla fine, fino a quando decidono di darsi in pasto ai leoni, leggi i nazisti.


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