Foto AP / Amel Emric
Si trova nei pressi del paese di Tomašica, vicino a Prijedor, in Republika Srpska, e potrebbe diventare la più grande fossa comune mai scoperta in Bosnia Erzegovina dalla fine della guerra. Gli ispettori dell'Istituto erano da anni a conoscenza della sua esistenza, ma la sua esatta localizzazione rimaneva un mistero, mentre le ricerche sono state rallentate per molto tempo dall'assenza di cooperazione da parte delle autorità della Republika Srpska. La sua scoperta è stata resa possibile dalla confessione di un ex militare serbo che ha deciso alla fine di liberarsi di questo segreto.In quasi due mesi di scavi sono stati esumati i resti completi di 210 e quelli incompleti di 123 vittime bosgnacchi e croato-bosniaci uccisi nel corso della campagna di pulizia etnica compiuta dalle forze serbe nei primi mesi della guerra in Bosnia. Il direttore dell'Istituto bosniaco per i dispersi, Amor Masovic, ha dichiarato che le esumazioni continuano e che “la fine dei lavori non si intravede per ora”. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti ai massacri, a Tomašica potrebbero essere state sepolte in realtà più di 1000 vittime.
Gli esperti forensi ritengono che Tomašica si estenda su un'area di tremila metri quadrati e che possa contenere almeno 700 corpi. “Siamo convinti che si tratta della più grande fossa comune mai scoperta in Bosnia Erzegovina”, ha affermato Lejla Čengić, portavoce dell'Istituto bosniaco per le persone scomparse. “Alcuni corpi, circa 373, sono stati trasferiti da qui a Jakarina Kosa, nel 2001”. Sino ad oggi la più grande fossa comune identificata era quella di Crni Vrh, nella Bosnia orientale, dove sono stati rinvenuti 629 corpi.
La regione di Prijedor fu una delle più colpite dalla pulizia etnica durante la guerra. “97 delle 445 fosse comuni scoperte sono in questa regione”, ha spiegato Lejla Čengić. 1200 abitanti della regione non sono mai stati ritrovati. Le indagini che hanno portato alla scoperta della fossa di Tomašica sono durate due anni. Gli esperti ora si aspettano di ritrovare, tra l'altro, i resti di 17 bambini il piu' piccolo dei quali aveva 18 mesi e fu ucciso assieme alla madre, al nonno e allo zio. Il Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia ha già condannato 16 serbo-bosniaci a 230 anni complessivi di carcere per crimini commessi nell'area di Prijedor.