Promosso da Fondazione Industria e Cultura, AMIEX è strutturato come un business matching, un luogo dove domanda e offerta, nazionale e internazionale, s’incontrano grazie a una piattaforma online messa a disposizione dei partecipanti per pianificare incontri One to One o One to Many.
Una manifestazione pensata per intercettare e tentare di dare risposte alle richieste degli operatori culturali che sentono forte l’esigenza di fare sistema (finalmente!) e di confrontarsi in un momento così delicato per l’intero comparto culturale.
AMIEX sarà anche l’occasione per approfondire, attraverso un calendario di workshop e conferenze, argomenti innovativi e ancora poco condivisi e analizzare significative case history, sia a livello nazionale (tra cui: MART di Rovereto, MUST Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, Palazzo Madama), sia a livello internazionale (come il Museum of Islamic Arts del Qatar, il Rjiksmuseum di Amsterdam, l’Universcience di Parigi).
Ma cosa spinge un operatore, magari all’inizio della sua attività, a partecipare ad AMIEX?
Lo abbiamo chiesto ad Alexander Neuwhal di Artes Mechanicae che sarà presente a Torino sotto il segno di un certo Leonardo da Vinci.
Artes Mechanicae è nata dal mio incontro con Andrea Bernardoni. Come esperto di prodotti multimediali divulgativi, dal ’96 collaboro con il Museo Leonardiano di Vinci, di cui ho progettato i nuovi allestimenti (compresa la Casa Natale di Leonardo) e realizzato tutte le ricostruzioni 3D e le animazioni di macchine.
Andrea Bernardoni è uno storico e collabora da più di dieci anni con il Museo Galileo di Firenze. Entrambi abbiamo partecipato alla progettazione e realizzazione di mostre sul tema degli ingegneri del Rinascimento, e in particolare su Leonardo da Vinci.
Nel 2011 io e Andrea abbiamo deciso di scrivere un libro, Tirari e Alzari, sulla storia delle gru dall’antichità fino a Leonardo da Vinci. Un volume dal taglio divulgativo, ma anche estremamente rigoroso. Abbiamo cercato di rendere giustizia alla figura storica di Leonardo che, al di fuori dei circuiti “seriosi” dei musei di carattere scientifico, viene sempre ritratto come una sorta di Harry Potter del Rinascimento: prima di lui era il nulla, dopo di lui non rimaneva più niente da inventare.
Anzi, a dire il vero non abbiamo la prova certa che abbia mai costruito alcunché al di fuori di scenografie teatrali… Il libro, a causa di varie traversie editoriali, ce lo siamo pubblicati da soli nel 2013.
E dopo? Come è proseguita la vostra collaborazione?
Il passo successivo è stato quello di realizzare una mostra su Tirari e Alzari ricreando, in un piccolo laboratorio e con l’aiuto di persone molto esperte, modelli “filologicamente” corretti. La questione filologica e la multidisciplinarità sono per noi inscindibili.
La complementarietà delle competenze è un aspetto chiave di Artes Mechanicae, nel cui gruppo di lavoro si affiancano storici della tecnica e della scienza, ingegneri, fisici, storici dell’arte e artigiani. Inoltre, per distinguerci da tutta la massa (assai consistente, ahimè) di soggetti che a vario titolo si occupano di Leonardo da Vinci (e del Rinascimento), con risultati sul piano scientifico alquanto discutibili, abbiamo fatto della cosiddetta “filologia macchinale” la nostra bandiera.
Perché avete scelto di partecipare a AMIEX e cosa vi ha convinto di questa formula?
L’operazione ci è stata proposta da Antonio Scuderi di Capitale Cultura, in occasione di un seminario su musei e tecnologia.
In tempi in cui la cultura soffre di mancanza di finanziamenti oserei dire in maniera epidemica, una operazione come questa è un bel segnale da dare al paese ma non solo, anche a tutta l’Europa, dato che alcuni partecipanti che vengono dal resto d’Europa sono di una certa rilevanza.
Cosa porterete a Torino e con quale obiettivo?
Lo scopo principale è promuovere la mostra di Tirari e Alzari, trovando degli sponsor (le location oggi non sono un problema, ivi incluse le più prestigiose). È una mostra abbastanza agile, facile da ospitare e allestire. Sono 16 modelli di dimensioni contenute in un metro cubo ciascuno, una ventina di animazioni 3D, pannelli ecc… E poi, grazie alle nostre credenziali, abbiamo la possibilità di inserire degli originali e/o facsimili di opere d’arte e manoscritti per arricchire l’esposizione.
Abbiamo anche intenzione di rivolgerci ai bookshop dei musei, proponendo il nostro libro (disponibile in tre lingue) e presentando in anteprima i prototipi di due “giocattoli” scientifici firmati da Leonardo da Vinci.
Questi giochi saranno inseriti nella lista dei rewards proposti nell’ambito del Kickstarter di “Genio” un gioco progettato da me e Pietro Polsinelli, programmatore esperto di game design experience (e amico di vecchia data), che lanceremo il prossimo 25 marzo.
“Genio” è progettato in modo tale da rendere chiari alcuni tratti del Rinascimento, fondamentali per la sua comprensione ma spesso sconosciuti al grande pubblico. In particolare il fatto che le “battaglie” più imponenti e decisive dell’epoca non si svolgessero sul piano militare (o non solo), bensì sul piano del prestigio e della magnificenza, della politica e del potere economico. E dunque del mecenatismo.
Un elemento che è quasi del tutto assente oggi come oggi ed è anche il motivo per cui c’è tanta attesa e curiosità verso una manifestazione come AMIEX.
Noi riteniamo che sia necessario cercare di render giustizia alla sua figura, ivi incluso tentare di sfatare qualche mito che lo riguarda. Dopodiché mi domando con che occhi avrebbe guardato gli strumenti che abbiamo oggi a disposizione…
Un pensiero piuttosto suggestivo, non c’è che dire.
Per tutte le info su AMIEX basta collegarsi al sito o seguire l’hashtag #AMIEX2014