A Torino tornano le mummie: apre il Nuovo Museo Egizio

Creato il 27 marzo 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Finalmente l’attesa è finita: dopo la realizzazione di un progetto di ampliamento durato sei anni, mercoledì primo aprile 2015 riaprirà al pubblico il nuovo Museo Egizio di Torino.

In occasione dell’inaugurazione, il museo resterà aperto dalle 9.00 alle 24.00 (ultimo accesso consentito alle 23.00), con orario continuato e ingresso completamente gratuito.
Data la previsione di una grande affluenza di visitatori, è possibile prenotare online la propria visita collegandosi al sito http://www.egizio1aprile.it/ , in questo modo sarà possibile evitare un’eventuale lunga coda all’entrata e avere un ingresso riservato.

Il museo cambia faccia: le novità

La grande trasformazione che ha interessato il Museo Egizio ha portato al rimodernamento e all’ampliamento dello spazio espositivo fino a 10 000 mq2 (circa il doppio), articolati in 4 piani e collegati tramite scale mobili “a tema nilotico” ovvero completamente immerse in un ambiente allestito al fine di ricreare un’atmosfera che rimandi alle regioni del Nilo.

Oltre naturalmente a migliaia di nuovi ed inediti ritrovamenti archeologici, saranno anche presenti: una nuova lunga Galleria contenente 30 imponenti sarcofagi, lo Statuario, dove si potranno ammirare le immense sculture rappresentanti divinità, Faraoni e consorti, la Tomba di Kha e Merit, con i relativi più di 500 reperti di manufatti appartenenti alla coppia, l’esposizione del corredo funebre della regina Nefertari, con oggetti ritrovati direttamente nella Valle delle Regine, e infine un bellissimo Roof garden situato nella terrazza del terzo piano, nonché una biblioteca, aule didattiche, laboratori interattivi, il MuseumShop e uno spazio ristoro.

Un’altra importante novità riguarda il progetto “GoogleGlass4Lis”, ossia la realizzazione di una piattaforma di ultima generazione allo scopo di permettere la piena fruizione del museo alle persone non udenti. Sarà infatti possibile al visitatore visualizzare, attraverso attori virtuali rappresentati sul display di questi specialissimi occhiali, la traduzione delle informazioni dalla lingua italiana a quella LIS. La proposta, concretizzata e disponibile a partire dalla prossima inaugurazione del Museo, è stata portata avanti grazie alla ricerca del Politecnico di Torino chiamata “Progetto ATLAS”con il sostegno dell’italiana Vidiemme e dell’americana Rokivo, aziende che hanno già collaudato l’uso dei Google Glass in innumerevoli ambiti scientifico-tencologici.

Ph. credits: mrkathika / Foter / CC BY-SA

Il progetto

I lavori, che si sono sempre svolti a museo aperto, continuando a consentire così sia l’accesso ai visitatori che la trasparenza sulle opere di ristrutturazione, sono stati gestiti dalla Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, fondata nel 2004 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La Fondazione ha portato avanti il progetto con la collaborazione della Compagnia di San Paolo, della Provincia di Torino, della Regione Piemonte e della Fondazione CRT, per un costo totale di circa 50 milioni di euro.

Nell’apposita sezione denominata appunto“amministrazione trasparente” del sito ufficiale del Museo Egizio, è possibile visionare le documentazione relativa alle attività delle pubbliche amministrazioni, ai bilanci riguardanti le spese sostenute e alle informazioni su tutti i dirigenti, i collaboratori e i consulenti impegnati nel progetto.

La “Riscoperta”: #Egizio2015

La campagna di comunicazione #Egizio2015 ha fatto da sottofondo ai lavori durante tutto il periodo di ristrutturazione, promuovendo una serie di divertenti iniziative allo scopo di avvicinare e guidare le persone verso la “riscoperta” del rinnovato museo.

Nei mesi di gennaio e febbraio 2015 infatti una misteriosa teca “vagabonda” piena di sabbia è stata posizionata in diversi luoghi della città, dalla Casa del Quartiere di San Salvario, a Palazzo Nuovo, passando per l’ospedale infantile Regina Margherita, il Centro commerciale Auchan e la Galleria San Federico.

Le persone sono state invitate a soffiare in un marchingegno collegato a un braccio robot all’interno della teca, in modo da poter spazzare via la sabbia e portare alla luce delle riproduzioni di reperti, sentendosi per cinque minuti degli archeologi improvvisati. In questo momento la teca si trova nelle vicinanze del museo stesso, mentre le foto, nonché i selfie di chi ha partecipato agli eventi si possono trovare direttamente sul sito della campagna.

Un’altra originale iniziativa è stata la clessidra gigante situata in piazza San Carlo che, con i suoi 600 kg di sabbia mista a mais, dal 25 novembre scorso sta effettuando il countdown all’apertura, svelando anche in questo caso un “tesoro nascosto”, granello dopo granello sempre più visibile ai passanti.

Com’era prima: la storia

Secondo solo al Museo del Cairo per il valore dei suoi reperti, il Museo Egizio di Torino  è stato ufficialmente fondato nel 1824, attraverso l’acquisizione da parte di Carlo Felice di Savoia di una vasta collezione di 5268 oggetti, riunita in Egitto da Bernardino Drovetti che, grazie alla sua amicizia con il viceré d’Egitto Mohamed Alì, raccolse e depositò a Torino presso il palazzo dell’Accademia delle Scienze.

In quegli anni numerosi studiosi si sono riversati nelle sale dal Museo, uno di loro fu il celebre decifratore di geroglifici Jean-François Champollion, che scrisse “La strada per Menfi e Tebe passa da Torino”.

Da quel momento alla guida del Museo si succedettero diversi direttori e ognuno diede un contributo notevole allo sviluppo dello stesso. In particolare si ricorda Ariodante Fabretti che, alla guida del museo dal 1871 al 1893, elaborò il catalogo delle opere allora conservate. Nel 1894 vi fu poi un ulteriore importante passo avanti grazi ad Ernesto Schiaparelli, che organizzò scavi in numerosi siti egiziani, tra cui Eliopoli, Giza, la Valle delle Regine a Tebe. Le sue missioni furono poi state portate avanti dal suo successore, Giulio Farina.

Il Museo Egizioè costituito quindi da un insieme di collezioni, alle quali si sommano i reperti rinvenuti a seguito degli scavi condotti in Egitto dalla Missione Archeologica Italiana negli anni 1900-1935. A quel tempo era previsto infatti che i ritrovamenti fossero ripartiti fra l’Egitto e le varie missioni archeologiche, mentre attualmente si è stabilito che i reperti archeologici rimangano in Egitto.

Fra reperti più illustri del museo si ricordano la maschera di Merit, il calcare del Faraone (probabilmente Tutankhamon) e del dio Amon, i vasi Canopi, la scultura di Ramesse II, la Sfinge, il Libro dei Morti e la Mensa Isiaca, il primo ritrovamento giunto a Torino nel 1630.

L’ultima grande novità del Museo è invece stato il tempietto di Ellesija, un dono che l’Egitto fece all’Italia nel 1970, come ringraziamento per l’aiuto tecnico e scientifico fornito durante la campagna di salvataggio dei monumenti nubiani dalle conseguenze dei lavori di costruzione della diga di Assuan.

Com’è oggi

Attualmente il Museo conta circa 6.500 reperti esposti al pubblico, mentre più di 26.000 si trovano nei magazzini, sia per necessità conservative sia perché alcuni di questi detengono un interesse unicamente scientifico e sono oggetto di studi approfonditi.

Ph. credits: Foter / CC BY-SA

Grazie all’opera di ristrutturazione ed ampliamento degli ultimi anni, la quantità di tali preziosi ritrovamenti archeologici non può che aumentare ulteriormente, fornendoci ogni giorno una visione sempre più nitida su questo misterioso e affascinante mondo quale è l’Antico Egitto.

Tags:#Egizio2015,museo egizio,riapertura,torino Next post

Articolo piu recente.

Related Posts

PubliredazionaliVita da Universitari Torino

Ottica Il Diaframma, ottica e optometria a Torino

EventiLa cronaca di Torino

IOLAVORO 2015 sbarca a Torino

Società & Cultura

Modigliani e la bohème di Parigi Torino GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea

CalcioIl corriere SportivoPrima Pagina

27^ di Serie A: da Pippo a Miha, top e flop


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :