A tu per tu con la morte: L.A Noire

Creato il 13 luglio 2011 da Dher

La celebre software house Rockstar Games, già autrice di titoli cult come Grand Teft Auto, Max Payne e Red Dead Redemption, ha sfornato un’altro capolavoro di videogioco a metà strada tra il poliziesco e il noire più decadente: L.A. Noire.

In una Los Angeles schiava del vizio e della turpitudine morale ci troveremo ad impersonare i panni di Cole Phelps, pluridecorato eroe della seconda guerra mondiale e detective in grande ascesa, attraverso i vari passi chiavi della sua carriera nella polizia dal dipartimento del Traffico alla Omicidi.


In questo viaggio in una città spinta dal boom economico post-bellico e dall’arrivismo senza scrupoli conosceremo impassibili servitori della Legge, loschi piccoli criminali e pericolosi boss di quartiere: una serie di vicende che ci aiuteranno a capire il passato di Phelps.

Il periodo alla Omicidi è segnato dalla risoluzione di un caso particolarmente delicato i cui contorni assomigliano al brutale omicidio di Elizabeth Short, detta Black Dahlia, accaduto veramente e raccontato al cinema da Brian de Palma nell’omonimo film con Josh Hartnett e Scarlett Johansson.

La chiave del successo di L.A. Noire è proprio racchiusa in questa parte centrale in cui Phelps indagherà insieme all’inseparabile Rusty Galloway, un poliziotto irlandese dai metodi rozzi ma proficui, e riguarda l’attenzione nei riguardi della morte e il collegamento empatico che si finisce per avere con le vittime: alla fine saremo così presi dalla storia della vittima di turno da voler acciuffare con le nostre mani l’assassino, un sentimento che nasce principalmente dalla splendido lavoro svolto dalla Rockstar in fase di progettazione del videogioco.

Non si tratta però di un action game. Seppure non disdegnando alcune scene violente condite da emozionanti sparatorie stile Untouchables (per restare in tema Brian de Palma) L.A. Noire è principalmente un gioco di intelligenza e deduzione in cui saremo chiamati a ragionare prima di agie, ad usare il cervello prima della pistola d’ordinanza.
Il tutto mentre la morte passeggerà indifferente al nostro fianco sfiorandoci.


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