A tu per tu con Marc Chagall

Creato il 21 gennaio 2015 da Athenae Noctua @AthenaeNoctua
A Milano, presso Palazzo Reale, è aperta dallo scorso settembre la mostra Marc Chagall. Una retrospettiva (1908-1985), un'esposizione che raccoglie oltre duecento opere dell'artista russo. Approfittando della contemporanea presenza di Van Gogh. L'uomo e la terra (di cui vi parlerò la settimana prossima), ho dedicato una giornata intera e Milano e a questi due eventi, che termineranno, rispettivamente, l'1 febbraio e l'8 marzo.

Marc Chagall, Il compleanno (1915)


Per gli appassionati dell'originalissima arte di Chagall la mostra di Palazzo Reale è imperdibile: divisa in numerose sezioni, essa testimonia la scansione della produzione del pittore non solo a livello cronologico, ma anche sulla base di temi, figure e situazioni ricorrenti. Così affrontiamo il suo passaggio dalla tradizione all'avanguardia, assaporiamo il raccoglimento negli affetti e, soprattutto, nell'amore per la moglie Bella (il grande amore perduto nel 1944), ma assistiamo anche alla rappresentazione dell'incubo della guerra, senza che manchi un approfondimento sulla simbologia ebraica che intride le tele del pittore e le influenze dell'ambiente americano in cui Chagall fu costretto a rifugiarsi nel 1941, in seguito all'occupazione nazista della Francia.

Marc Chagall, Il poeta Mazin (1911-1912)

Percorrendo le sale dell'esposizione, lo spettatore si ritrova immerso in un mondo intimo e favoloso, dove la trasfigurazione fantastica della realtà si mescola a simbologie di tradizioni diverse, che vanno dal cubismo alla poesia, dal mondo del teatro a quello del circo, dalla mitologia della Torah agli spunti delle fiabe.Costruita grazie alla collaborazione del Centre Pompidou, del MoMa, della National Gallery di New York e di tanti altri musei, oltre che mediante l'apporto di privati che hanno concesso i pezzi delle loro collezioni, la retrospettiva milanese, che sta ottenendo enorme successo, permette di farsi un'idea a tutto tondo di Chagall, del suo universo, delle figure importanti della sua vita, oltre che di cogliere quel costante oscillare del pittore fra una profonda angoscia e una luminosa tensione alla leggerezza: in tal senso, si nota a colpo d'occhio la dialettica dei colori, che a Parigi, il paradiso culturale e artistico di Chagall, diventano chiari e limpidi, mentre nel tempo dell'esilio si fanno cupi e tirati in tratti violenti. Un aspetto che emerge solo ammirando direttamente i dipinti è la compresenza, spesso in una stessa tela, di pittura piana e pittura materica, con un contrasto che spesso è intrecciato alla simbologia.
 

Marc Chagall, Interno con vista sul giardino (1917)

 

Marc Chagall, Le fragole (1916)


La mostra, inoltre, accoglie pezzi di primo piano nella produzione vastissima di questo artista, sicché, oltre alla celeberrima Passeggiata, che catalizza tutta l'attenzione della sala in cui è collocata, ritroviamo Il compleanno e numerosi dipinti della serie degli amanti, in cui la protagonista, anche quando la coppia ritratta non è quella di Chagall e la moglie, è sempre Bella, anche solo con il suo ricordo: le figure leggere che si librano nel cielo e che trasformano l'esistenza in un gioco spensierato che ha per protagonista l'amore sono la caratteristica marca di Chagall.

Marc Chagall, La passeggiata (1917-1918)

 

Marc Chagall, Io e il mio paese (1912)


Non meno importanti, però, sono i dipinti della serie dell'ebreo errante e di quel mondo favoloso in cui si mescolano gli apporti ebraici e il variopinto mondo dello spettacolo e della musica. E allora le tele si popolano di clown, violinisti, spose e rabbini, ma anche di cavalli, mucche e agnelli, che spesso si muovono in una cornice costituita dal paese natale di Chagall, quella Vitebsk che lo dà alla luce nel 1887 e che spesso è raffigurata innevata e con favolose processioni volanti.  

Marc Chagall, Ritratti del fratello David con il mandolino (1914)

 

Marc Chagall, La caduta dell'angelo (1923-1947)

 Ma non ci sono solo fantasia pura e allegoria in Chagall, come appare evidente dalle tele che dedica ai famigliari e agli interni, con una particolare attenzione data alla casa del nonno e, in generale, ad una dimensione intima, raccolta, dove l'artista trova la stessa sicurezza data dall'amore.  

Marc Chagall, Don Chisciotte (1974)

Meno note, ma ugualmente importanti sono le tele del periodo della guerra, fra le quali spicca La caduta dell'angelo, in cui la figura rossa dell'essere celeste precipita travolgendo ogni cosa e facendo calare le tenebre sul mondo e sugli affetti. Eppure, dopo questa sezione cupa, si affaccia di nuovo il colore, con le tele eseguite da Chagall dopo il ritorno all'amatissima Francia, nelle quali il verde, che nella simbologia yiddish, evoca la malattia, assume però anche la connotazione di una speranza e di un sogno che danno alle ultime opere un tocco di nuova serenità, soprattutto nel monumentale Don Chisciotte, la figura con cui l'artista arriva a identificarsi nel suo bisogno di lottare per i propri ideali, affermando:«Io sono senza dubbio Don Chisciotte».
Consiglio vivamente questa mostra a chi ama Chagall o a chi, semplicemente, è rimasto incantato una o più volte di fronte alle sue rappresentazioni: la retrospettiva fa luce su un mondo personalissimo, che vale la pena toccare con mano.

Marc Chagall, La pendola dall'ala blu (1949)


C.M.

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :