Oggi ho il piacere di presentarvi Alessandro Camilletti, autore di "La Guerra di Dio"
che ha gentilmente rilasciato un'intervista per il nostro blog!
Un grazie speciale è dedicato anche a Carlotta De Melas della casa editrice Zero91^^
"LA GUERRA DI DIO" di Alessandro Camilletti
Pagine: 416
Prezzo: 19.90 Euro
Data di pubblicazione:2011
Trama:
Marchesato di Monferrato.
È il giorno dell’Assunzione dell’anno 1203.
Alla vigilia della disastrosa crociata di Bonifacio I, un’alba di sangue si leva sulla città di Ovilia, caduta, dopo mesi di assedio, nelle mani di un nemico ambizioso e implacabile. Ademar, il fedele maresciallo del barone di Ovilia, si ritrova faccia a faccia con le sue più segrete paure e le sue più intime insicurezze.
Eppure, dovrà essere lui a portare in salvo l’impenetrabile e altera Eloisa, fi glia del barone, e difendere ciò che resta delle speranze della città. Un gruppo di soldati scelti segue Ademar in questa delicata missione.
Ognuno ha messo la propria vita al servizio del barone, e il tempo di onorare quella promessa è arrivato. Nell’impavida fuga, metteranno in gioco il proprio onore e combatteranno la propria guerra contro dubbi, aspettative e segreti.
In una realtà in cui le azioni degli uomini vengono guidate o giustifi cate dalla Volontà di Dio, Eloisa cerca la sua strada, sola e determinata, in una fuga che, per lei, non è solo geografica. Tutti scopriranno, però, quanto intrecciate siano le loro sorti. Quanto l’azione di un singolo uomo possa riscrivere anche il Destino degli altri.
L'autore:
Alessandro Camilletti (Roma, 1973) ha studiato Pianoforte, Musica da Camera, Composizione e Strumentazione per Banda presso il Conservatorio di Santa Cecilia, praticamente la sua seconda casa. Dopo aver svolto varie attività in ambito musicale, e soprattutto nel teatro lirico, si dedica ora essenzialmente all’insegnamento. La passione per il mondo medievale ha determinato la scelta dell’ambientazione del suo romanzo d’esordio, La guerra di Dio.
Ed ora passiamo all'intervista:
Salve Alessandro e grazie per essere stato così gentile da accettare di fare un’intervista sul nostro blog. Quindi per prima cosa…Benvenuto su Romance e non solo ^^… Le va di presentarsi ai nostri lettori?
Ho speso gran parte della mia vita e delle mie risorse rincorrendo la mia passione per la musica. È stata un’esperienza fantastica che mi ha insegnato tantissimo e ha indubbiamente influenzato tutta la mia formazione e il mio modo di relazionarmi col mondo e con gli altri. Contemporaneamente però non ho mai trascurato il mio amore per i libri. Mi piace tutto dei libri: cercarli, leggerli, conservarli. Quello che mi mancava ancora era scriverne uno. Ora mi sento un po’ più completo.Come nasce la passione per la scrittura?
La mia prima passione è stata la poesia. Mi affascinava il modo in cui le parole potevano creare percorsi ritmici e melodici e ho voluto provare a realizzare qualcosa di simile avendo sempre come obiettivo questo tipo di risultato. Questa attenzione non mi ha abbandonato neanche quando sono passato alla prosa. Cerco sempre di scrivere delle frasi belle, che suonino bene; poi cerco di inserirle in periodi ben strutturati. Dedico molto tempo alla rilettura e alla correzione di quello che ho già fatto e se qualcosa non mi convince sono sempre pronto a riscriverla da capo.Leggendo la sua biografia, mi ha colpita la sua grande dedizione per la musica ed il teatro lirico. Quanto tutto questo ha influito sul suo romanzo?
In gran parte ho già risposto. Posso aggiungere che la musica mi ha insegnato ad essere metodico, ad approfondire le cose, mi ha trasmesso il gusto per la forma e, cosa più importante di tutte, mi ha aiutato a diventare critico e onesto verso il mio lavoro.
Il teatro musicale poi è una fonte di ispirazione molto grande. La musica può riuscire a delineare il carattere e l’emotività di un personaggio in maniera immediata pur conservando tutte le molteplici sfumature dell’animo umano. Nel mio libro ho cercato di avvicinarmi il più possibile a questo modello anche se avevo a disposizione solo le parole per riuscirci. Cosa l’ha portata a scegliere questo tipo di ambientazione storica per La guerra di Dio?
Il Medioevo è sempre stata una mia grande passione. Era naturale che decidessi di ambientare il mio primo romanzo in questa cornice. Mi ha dato l’occasione di riversarvi tutto il mio amore, nonché molte delle cose che avevo imparato in anni di letture e di ricerche. Cosa mi affascina tanto di questo periodo storico? Credo soprattutto la mentalità di quegli uomini e in particolare il loro essere così interessati all’essenzialità delle cose. Noi siamo abituati a pensare che la vera sapienza coincida con la conoscenza enciclopedica, che più cose sappiamo e più siamo colti. Per l’uomo medievale invece era più importante conoscere bene una sola cosa (meglio se questa cosa era Dio, ma non solo) piuttosto che avere una conoscenza superficiale di tante. Per questo nel Medioevo esistevano gli stiliti e oggi no. Ma vorrei fare anche un altro esempio. Nel suo racconto sulla conquista di Gerusalemme da parte dei crociati nel 1099, Raimondo D’Aguilers, scrive che i cavalieri cristiani fecero una tale strage di saraceni che, all’interno del Tempio di Salomone, “si cavalcava col sangue all’altezza delle ginocchia e del morso dei cavalli”. Ebbene, chi potrebbe mai crederlo? Eppure al nostro cronista non importava niente di essere realistico; ciò che voleva era riuscire a trasmettere a chi avrebbe letto il suo racconto quella che era stata la sua sorpresa e il suo sgomento di fronte a quello spettacolo cruento. Non ci ha trasmesso dei fatti obiettivi, ma è stato assolutamente obiettivo circa l’essenza di quei fatti. Chi potrebbe affermare che non sia stato un bravo storico?
Immagino che ci sia una lunga ricerca dietro alla stesura del romanzo, ce ne vuole parlare?
Direi che la ricerca è andata di pari passo con la stesura. A volte ciò che volevo raccontare mi ha portato ad approfondire un particolare aspetto legato all’ambientazione. Ma è anche accaduto che un dettaglio storico mi abbia indotto a modificare o ad aggiungere una parte dell’intreccio. Quando sono arrivato alla fine questi due aspetti erano così legati tra loro che non si poteva più neanche pensare di trasportare la storia in un altro contesto.
Tutto questo è potuto succedere perché ciò che mi interessava veramente non era tanto raccontare una storia dal punto di vista degli avvenimenti, quanto i personaggi che vivono al suo interno e che, con le loro particolare sensibilità, contribuiscono a darle forma e vita. Sono molto orgoglioso della cura dei dettagli e della totale aderenza ai fatti storici dell’epoca in cui ho ambientato La guerra di Dio, ma il mio intento è sempre stato quello di scrivere un romanzo e non un libro di storia. Ho cercato di mettere sempre in primo piano i personaggi in tutta la loro complessità emotiva. È questo secondo me il vero punto di forza del libro.
Durante la scrittura dei suoi romanzi, il luogo dove si rifugia per scrivere deve essere silenzioso? O preferisce un sottofondo musicale? Vi è un’atmosfera particolare che l’aiuta a rilassarsi durante la scrittura?
Il silenzio mi è indispensabile, e non solo per scrivere. Quanto all’idea di rilassarmi mentre scrivo è qualcosa a cui mi piacerebbe poter arrivare, prima o poi.
Quali sono i suoi progetti futuri o idee in cantiere? Naturalmente solo se può e vuole renderlo noto ai lettori...
Credo che dipenderà molto dal modo in cui La guerra di Dio verrà accolto. L’idea di un altro romanzo storico non mi dispiace affatto, ma ho in cantiere anche una cosa completamente diversa. A me piace molto cambiare e non mi spaventa l’idea di iniziare un cammino del tutto nuovo. Lascerò che siano le persone che leggeranno il mio libro ad influenzarmi con i loro giudizi.
Con questo è tutto… La ringrazio di cuore per la sua disponibilità Alessandro. In bocca al lupo per il suo lavoro. C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere?
Vorrei ringraziare Costantino Margiotta e Manuela Pincitore della casa editrice Zero91. Senza la loro sensibilità e il loro entusiasmo questa bella avventura non sarebbe stata così bella.
A presto!!