Nuovo appuntamento letterario a Venosa, nell’ambito del Festival dei Cinque Continenti, venerdì 8 agosto con la presentazione del libro di Esmail Mohades dal titolo “Una voce in capitolo. La storia del popolo dell’Iran”, in programma alle ore 20.00 nel piazzale antistante la Chiesa di San Filippo Neri e il Castello Pirro del Balzo. L’incontro con l’autore sarà condotto da Gennaro Grimolizzi, giornalista esperto di politica internazionale e collaboratore di EticaNews, e affronterà tematiche legate alla violazione dei diritti umani in contesti non democratici, in linea con lo spirito del festival di creare momenti di conoscenza e confronto su popoli e culture diverse e anche alla luce delle tragiche vicende che stanno coinvolgendo nelle ultime settimane il Medio Oriente.
Esmail Mohades nasce a Teheran nel 1957. Dopo aver frequentato gli studi liceali in Iran, tra il 1978 e il 1979 partecipa, insieme a milioni di iraniani, al movimento di protesta contro la dittatura dello scià. In seguito all’insediamento del regime islamico viene in Italia e si laurea in ingegneria all’Università degli Studi de L’Aquila, città dove tuttora risiede. Scrive articoli sull’Iran e sul Medioriente sia in italiano sia in lingua farsi e traduce testi dal persiano all’italiano. Fin dagli inizi degli anni Ottanta svolge le sue attività in difesa dei diritti umani e a favore dell’instaurazione della democrazia in Iran.
“Una voce in capitolo” narra la storia dell’Iran dalla fine dell’800 ad oggi. Ripercorre dalle origini la lotta degli iraniani per una democrazia ancora da conseguire: un percorso segnato da discontinuità e da periodi di grandi slanci, frenati da rinnovate forme di tirannia. Il libro si apre con uno sguardo sulla struttura sociale, economica e politica della Persia alla vigilia della rivoluzione costituzionale. Ricostruisce poi la trama delle tappe fondamentali dell’Iran sino agli eventi più recenti del 2013: la nascita del Parlamento, la dinastia dei Pahlavi, il tentativo di democratizzazione di Mossadeg e il colpo di stato, la dittatura dello scià, la rivoluzione del ‘79, l’arrivo di Khomeini al potere e l’islamizzazione forzata della società, che trascina l’Iran nell’oscurantismo, sotto gli occhi increduli di una popolazione che nutriva altre aspettative. L’autore, testimone ed in contatto con i protagonisti degli eventi, si pone delle domande, auspica di suscitarne altre e offre strumenti per comprendere e dare risposte all’integralismo islamico e alle questioni che gravano sull’Iran e sul Medio Oriente. La tesi del libro disarma l’ambiguo concetto di “esportazione della democrazia” e sostiene che le soluzioni alle problematiche dell’Iran risiedono nella società civile e in quelle forze democratiche estranee al corpus del regime islamico attualmente al potere.
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