Dieci fotogrammi in sequenza mentre le truppe del Nord Vietnam dilagano verso il centro della città e la radio americana diffonde la voce di Bing Crosby nella famossima White Christmas, segnale stabilito per l’evacuazione. Certo scelta singolare tra il caldo afoso e il monsone in arrivo, ma quanto mai significativa dell’autismo dell’immaginario americano anche messo a confronto della sconfitta e dell’immensa strage diretta e indiretta che la guerra del Vietnam aveva provocato.
La foto è storica è anche per altri motivi. Per molti anni è stata considerata come la precipitosa evacuazione dell’ambasciata Usa, rivestendo così un ruolo ancora più simbolico visto che quel giorno stesso l’ambasciatore Usa Graham Martin aveva detto alla televisione del Sud vietnam che mai e poi mai gli Stati Uniti avrebbero lasciato il Paese: “Io, l’ambasciatore americano, non ho intenzione di fuggire durante la notte. Chiunque di voi può venire a casa mia e constatare da solo che non sto facendo le valigie. Vi do la mia parola”.
E l’equivoco è andato avanti per anni nonostante le proteste di Van Es al quale seccava moltissimo di essere conosciuto praticamente per quella sola immagine così negativa per gli Usa e l’universo occidentale. Egli infatti può essere considerato il primo caso conosciuto di giornalismo internazionale “embedded”, ossia intrinsecamente legato a una parte e privo di quell’aspirazione forse ingenua, ma anche essenziale alla neutralità. Quindi possiamo immaginare il turbamento del fotografo, del resto reso più volte esplicito, per essere diventato famoso grazie all’icona della sconfitta.
Van Es si troverà successivamente a documentare altre due situazioni che in qualche modo si intrecciano con la storia attuale: la rivolta dei mussulmani di Mindanao che rivendicavano principalmente l’indipendenza dagli stranieri contenuta e soffocata grazie ai massicci aiuti forniti da Washington a Marcos e l’invasione sovietica dell’Afganistan, dove al contrario si fece leva sui sentimenti mussulmani per contrastare i governi sostenuti da Mosca.
Così tutto si tiene da quella foto di 40 anni fa.