A volte ritornano

Creato il 21 giugno 2012 da Ninja

Salve a tutti!

Oggi non me ne voglia Roberto che di recente mi ha tacciato di non seguire le vicende italiane, ma mi interessa parlare di un articolo che ho letto sul Corriere della Sera proprio questa mattina.

A quanto pare, la Corte Costituzionale sta per pronunciarsi per l’ennesima volta sulla celebre legge 194/78. Se non vi ricordate quale sia, il titolo senz’altro vi aiuterà: “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”. Ebbene si, ancora una volta si riapre in Italia il dibattito sulla bioetica, sull’eugenetica, sugli approcci “pro-life” (credo di avere sentito la dizione italiana “biotisti”, ma Google non mi dà ragione quindi me lo sarò sognato) e sull’aborto.

Per i più a digiuno di terminologia giurisprudenziale, si, ve lo confermo, “interruzione volontaria della gravidanza” è il politichese per “aborto”.

Innanzitutto, un po’ di contesto. Qualche tempo fa una ragazza minorenne si è appellata al tribunale di Spoleto poichè voleva abortire senza richiedere l’intervento dei genitori. L’articolo 4 della 194/78 prevede che nel caso in cui la minorenne voglia interrompere la gravidanza entro novanta giorni dal concepimento, posto che vi sia potenzialmente pericolo per la sua salute fisica o mentale, ella può richiedere l’intervento di un consultorio. La risposta del tribunale di Spoleto è stata piuttostosui generis. Invece che pronunciarsi sulla legittimità dell’azione richiesta, il giudice ha ritenuto di sollevare una eccezione di incostituzionalità.

Prima di vedere quali sono state le motivazioni, un piccolo appunto su questa eccezione di incostituzionalità di cui spesso si sente parlare ma che probabilmente non tutti sanno esattamente di che si tratti. L’Italia è una repubblica che prevede un forte bilanciamento dei poteri. Essendo la Costituzione stata scritta in reazione a una dittatura, i padri fondatori vollero ad ogni costo evitare che fosse possibile per un singolo potere possedere il controllo di tutto lo Stato. La conseguenza di questo approccio è che abbiamo una Costituzione di cui possiamo andare fieri. Purtroppo un mezzo così complesso dato in mano a un branco di poco di buono come la classe politica attuale e di pochi anni fa non ha fatto altro che creare un sistema ferraginoso e poco efficiente. Loschi figuri come S.B. hanno cercato di scardinarla più volte ma fortunatamente la Costituzione è talmente difficile da cambiare che neppure lui ci è riuscito.

Difendiamo la costituzione, smettiamola di votare per pagliacci, veline, escort, soubrette, venditori di pentole, imbonitori e demagoghi. Se resta qualcuno, magari votiamo lui (o lei).

Esistono primariamente due momenti in cui una legge può essere “etichettata” come incostituzionale: quando il Presidente della Repubblica si rifiuta di firmare una legge, rispedendola in Parlamento (questo con molte limitazioni, perchè il Presidente non fa un’analisi tecnica della legge) e quando in un procedimento l’applicazione di una legge non è possibile poichè si sospetta che essa o parte si essa sia incostituzionale.

Ecco quindi che il giudice solleva l’eccezione di incostituzionalità: ferma il procedimento e chiede alla Corte Costituzionale un parere, tecnico e di merito, in merito all’applicabilità della legge in questione. La Corte Costituzionale risponde all’eccezione in vari modi: fornendo una interpretazione della legge in modo che sia applicabile, respinge l’eccezione illustrandone le motivazioni, accoglie l’eccezione annullando le parti della legge che sono incostituzionali o infine accoglie l’eccezione abrogando la legge del tutto.

Ora che sappiamo come funziona, vediamo cosa è successo con la vicenda di Spoleto. Il giudice ha sollevato eccezione di incostituzionalità sull’articolo 4 (vecchio di 40 anni, a questo punto) sostenendo che la possibilità per la giovane di abortire fosse in conflitto con una sentenza della corte europea per i diritti dell’uomo che in termini di brevettabilità sancisce la inviolabilità dell’embrione. In altre parole, la sentenza dice che se una società mette a punto una tecnica per clonare le persone, non ha diritto ad alcunchè riguardo queste persone. Mi spiace, niente cloni schiavi per Bayer, quest’anno.

In aggiunta a questo, l’eccezione era a suo dire giustificata dal conflitto con gli articoli della Costituzione che garantiscono l’adesione ai trattati internazionali e il diritto alle cure sanitarie.

Oggi, dopo qualche ora di camera di consiglio (non ha avuto luogo alcun dibattimento), la Corte Costituzionale si è dimostrata ancora una volta l’invalicabile baluardo a difesa della civiltà: l’eccezione di incostituzionalità è completamente infondata ed è quindi respinta nella sua totalità.

I movimenti cosiddetti “pro-life” (la versione 2.0 degli antiabortisti) erano ovviamente già in subbuglio, dopo quarant’anni finalmente un altro tentativo per affossare questa odiosissima legge che non solo riporterebbe la condizione della donna indietro di circa cento anni (la fabbrica dei bambini) ma che favorirebbe il ritorno delle mammane, ovvero donne che illegalmente praticano un “aborto casalingo”. Non mi addentro in particolari ma se chiedete al vostro amico Google potreste rimanere inorriditi, vi avviso.

Lo ammetto, non riesco a capire come la bioetica sia diventato uno dei grandi argomenti di costante discussione. L’eutanasia, l’aborto, sono questioni importanti ma che hanno profondi risvolti del tutto personali. Io non riesco a capire perchè ci sia una spinta (a livello internazionale, tra l’altro, guardate in Turchia cosa stanno facendo in termini di legislazione antiabortista) a imporre giuridicamente una scelta morale alle persone. E’ una questione talmente delicata che l’unico ragionamento valido è probabilmente quello del lasciar decidere “caso per caso”. Se questo è vero, allora è anche vero che uno Stato laico senz’altro non ti può imporre la propria morale. Uno Stato teocratico già mi convince di più: se ne fai parte significa che devi sottostare al credo locale e se tale credo prevede una specifica morale, non hai scelta se non adottarla.

Forse è questo che mi infastidisce così tanto di questa ennesima discussione sull’aborto in Italia: siamo in teoria un Paese laico, ma non lo siamo del tutto. Lo Stato è indipendente dalla Chiesa ma appena si toccano certi argomenti arrivano subito i dictat politici frettolosamente mascherati con la dichiarazione standard: “E’ nostro dovere dare indicazioni ai nostri fedeli, non vogliamo certo imporci su tutti”. Ma come no?! Vogliamo parlare di quella legge obrobriosa sulla fecondazione assistita? Chi ha la responsabilità per quell’obrobrio? Io di certo no.

Un grazie speciale alla Corte Costituzionale e alla Costituzione che ci difendono dagli zeloti oltranzisti che vorrebbero che il loro punto di vista fosse Il Punto Di Vista.

Su twitter, hashtag #save194.



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