Non so, quando tutto è cambiato. Quando il metrosexual ha cominciato a sgomitare e a farsi largo, facendo scempio di ciò che fummo.
Resta il fatto. Resta il fatto che spiagge, scogli, ed ogni possibile anfratto di mare, son preda di giovini (e meno giovini, tragicamente) con uno scaffale cosmetici più fornito di quello delle loro compagne.
Gente con un’attenzione al dettaglio che levati. Con un’attenzione per il proprio ombelico da levare il fiato (e sfiancare i maroni).
Inizió Beckham, credo. Seguito da orge di calciatori, peraltro più scarsi, intenti ad aggiustarsi il ciuffo in area di rigore. Adesso è moda. A 360 gradi.
Fisici efebici. Abbronzature che richiedono mesi di cura e preoccupazione. Contorni labbra e occhi. Capello mechato. Ciuffi scolpiti.
Sarò antica ma se accanto a me, sulla seggiola della parrucchiera, ci fosse l’Uomo intento a farsi uno shatush biondo con le cartine argentate in testa, con ogni probabilità l’indice del desiderio mi si sotterrerebbe per non risorgere mai più.
Rischio che non corro, per inciso, visto che l’Uomo è restio financo al radersi quotidianamente, in spregio ai miei sacramenti (mica per la barbetta di un giorno la stessa che una volta mi faceva sangue, e che adesso, che dei colli delle sue camicie mi occupo io, mi fa, per lo più, incazzare).
Le ragazzine, invece, più son metrosexual, più, all’apparenza, si ingrifano. Per dire, ne ho sentite due, a spanne neppure maggiorenni, spiegare con una certa precisione cosa farebbero a Justin Bieber, o all’occorrenza, al ragazzino del quarto asciugamano a destra che tanto gli somiglia.
Uno che, lo guardi, e pensi che c’ha ancora il Topexan sul comodino.
Son lì, che si esaltano per gli One Direction, e tu pensi che, almeno, alla stessa età, l’ormone te lo faceva ballare Bon Jovi. Per dire, eh.
Ero lì a guardarli e mi domandavo. Ma de che parlano tra loro, questi. Dell’ultima marca di kajal comprata da Kiko?