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A Woman of Affairs: la Forza Espressiva del Destino

Creato il 02 novembre 2012 da Dietrolequinte @DlqMagazine
A Woman of Affairs: la Forza Espressiva del Destino

Mi faccio attirare dalla curiosa locandina de Le Giornate del Cinema Muto, storica rassegna pordenonese che analizza, restaura, produce e promuove il cinema d’autore, sulla quale vedo raffigurate le farfalle danzanti, protagoniste de “La peine du Talion” (Pathé, 1906). L’edizione 2012 della manifestazione è stata dedicata al bicentenario della nascita di Charles Dickens e caratterizzata da omaggi ad opere restaurate, figure storiche, autori ed attori di spicco, per una sette giorni che ha spento quest’anno ben 31 candeline. Apertura al Teatro Verdi di Pordenone, il 6 ottobre scorso, con la proiezione in prima mondiale della versione restaurata a colori del film di George Méliès, “Les aventures de Robinson Crusoé” (1902), mentre è toccato chiudere la rassegna allo struggente “A Woman of Affairs”. Un’opera notevole del 1928 che si snoda sugli intrecci del destino, con tutte le sorprese, le sconfitte ed i giochi che questo ci riserva, magistralmente diretta da Clarence Brown ed intensamente interpretata dalla divina Greta Garbo, qui a fianco di John Gilbert. Mai e poi mai mi sarei persa la serata, con la Garbo che, in un bianco e nero impeccabile e pienamente immedesimata nello sfaccettato personaggio, mi ha trasmesso un bellissimo esempio di femminilità, capace di suscitare emozioni forti in tutti gli spettatori. La trama, d’altro canto, non è quella banale di un semplice snodarsi di vicende, sottendendo un complesso dramma psicologico, evidenziato dalla bravissima attrice ma ancor di più da un regista, Brown per l’appunto, che sa dosare la forza espressiva degli interpreti con i dettagli tecnici della messinscena, a lui peculiari. La particolarità della proiezione è stata la partitura, scritta e diretta dal maestro Carl Davis ed interpretata per la prima volta dal vivo dalla FVG Mitteleuropa Orchestra, senza far rimpiangere i più futuristici studi di registrazione, avvolgendo la platea con impatto sonoro e perfezione di esecuzione per tutta la durata della proiezione (circa un’ora e mezza).

una immagine di Greta Garbo in A Woman of Affairs Photoplay Productions 620x792 su A Woman of Affairs: la Forza Espressiva del Destino

Diciotto elementi fra archi, fiati ed ance, accompagnati armoniosamente dalle sinuose capacità didascaliche del virtuoso pianoforte, in una partitura che nasce e si sviluppa su un pezzo di Franz Liszt, che musica i versi del Petrarca, ispirando la base per l’intero film. La volontà dell’arrangiatore di mantenere una morbidezza del suono, possibile solo con l’assenza di percussioni, risulta vincente e mi permette di percepire l’opera come un tutt’uno ben amalgamato, in cui la colonna sonora cadenza ed accompagna la pellicola senza sovrastarla. Riconosco la sintonia con le luci del lungometraggio, anche nel parallelismo fra sofisticatezza del suono ed ambientazione inglese del film stesso ed a fine proiezione quasi mi dimentico che appartengo alla generazione di telefonini e portatili. Peccato che sia sempre più diffusa l’inosservanza dell’etichetta a teatro, specie nelle vesti, svilendo così quell’armoniosa eleganza magistralmente profusa da una pellicola che non ha nulla da invidiare all’odierno cinema tecnologico.

Per le immagini si ringrazia Photoplay Productions

In copertina: A Woman of Affairs, Clarence Brown, 1928. (Photoplay Productions)


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