Stefano Pulici (A034) è un veterano. Ormai un bel po’ di anni fa lo ricordo su Afe Records, per un’uscita pubblicata in collaborazione con l’ormai defunta Bar La Muerte di Bruno Dorella. Già quella volta (ed era attivo da tempo) in A034 si intersecavano due insiemi di influenze, se va bene come semplificazione: quello “industrial”, con le sue diramazioni ambientali, e quello dance (jungle, breakbeat, IDM, non importa). Children Of The Void, uscito nel 2012, potrebbe invece starsene tranquillamente sul catalogo Ad Noiseam, perché quegli insiemi d’influenze sono gli stessi, solo che il secondo è aggiornato al dubstep. Il progetto A034 tiene presenti sia Scorn e Techno Animal sia Burial e Vex’d, con (a volte) il gusto un po’ massimalista di un Bong-Ra per il patchwork, nel senso che sulla struttura di base industrial/dub innesta con apparente nonchalance parti melodiche ottenute con strumenti “veri” (armonica, chitarre, violino, piano…), in alcuni casi esagerando nel contrasto (volutamente, direi). A parte questa mia perplessità, si direbbe che Stefano conosca bene le regole del gioco: bassi enormi e tondi, movimenti ipnotici, sporcizia, atmosfere dark e qualche calcio in faccia. Io sono un discepolo di Mick Harris, quindi per me queste cose devono restare spoglie il più possibile, ma penso proprio si possa dire che questo Children Of The Void sia buono e meriti più attenzione di quella finora ricevuta.
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