AAA Artista cercasi

Creato il 30 gennaio 2012 da Solindue

L’articolo che segue è un estratto a cura di  Iacopo Perfetti  curatore (fra le altre cose) di un concorso che s’intitola “Mine, l’esplosione del sè”.

MINE è, nella sua accezione anglosassone di mio, l’essenza stessa della persona, la sua parte più interiore e privata, l’unica realmente propria. E MINE è, nella sua accezione italiana di mina, una metafora della personalità esplosiva dell’artista tanto ingovernabile quanto visionaria. Perché questa è l’essenza vera di un artista. La sua profonda sensibilità. Un artista è una porta che vede prima di chiunque altro la profondità delle cose e ne da’ una traduzione alle masse così che tutti possano aprire gli occhi. Non si può essere artisti part-time.

L’essenza dell’artista è qualcosa che irradia la vita intera e non lascia via d’uscita. L’artista non è il suo prodotto.

L’artista è la sua stessa vita. L’artista è se stesso.

Pensiamo ad un artista come Salvador Dalì. La sua vita è uno schiaffo in faccia al vivere quotidiano è una Celebrazione continua di se stesso e del suo mondo. La forza con cui si prende gioco della società borghese che lo venera come fosse un Dio mente lui sporca un foglio con un pennello intriso di acrilico nero è la sintesi della sua genialità. Una genialità quasi arrogante e, proprio per questo, totale, senza limiti, con un potere che travalica ogni istituzione, ogni luogo comune.

Un mettersi in gioco senza compromessi con la sola convinzione che nel proprio futuro, parafrasando i The Clash, o ci sarà la gloria o ci sarà la morte. Ed è proprio attraverso la personalità eccentrica dell’artista che l’arte torna a svolgere il suo fine più importante. Comunicare. Sorprendere. Shockare. Perché è proprio lo shock uno dei concetti più attuali dell’arte contemporanea. Un tema chiave per comprendere le dinamiche che da Warhol a Hirst ne hanno dettato i paradigmi. Lo squalo in formaldeide di Hirst nasce per shockare. Le prostitute di Teheran dell’artista iraniana Shirin Fakhim nascono per shockare. Il bambino con il tamburello di Cattelan, come le gigantesche sculture di Ron Mueck o quelle perverse dell’artista americano Paul McCarthy o dei Chapman Brothers nascono per shockare.

Questo è il compito di un artista. Avere il coraggio di usare la propria sensibilità per cambiare il mondo. Governare la propria esplosione del sé. E quale momento migliore di questo per farlo. Sono convinto, e lo scrivo con indole più economica che curatoriale, che il mondo, come oggi lo conosciamo, potrebbe essere salvato più da un’opera d’arte che dall’ennesima manovra finanziaria. Il capitalismo ha fatto il suo tempo, il Grande Altro della politica e della religione ci ha abbandonato da diversi anni ormai, quello che ci resta è la cultura e il suo immenso potere rivoluzionario. Dagli errori del passato purtroppo l’uomo sembra non aver imparato nulla. Da una parte del mondo si conservano pezzi di muro come feticci di una vergogna storica che, giuriamo, mai riaccadrà, mentre dall’altra parte del mondo si costruiscono muri sempre più alti come se le lezioni della storia si fossero frantumante di fronte all’arroganza del presente. E’ solo dal futuro che l’uomo potrà imparare a cambiare il presente.

E solo gli artisti hanno la follia necessaria per vedere il futuro.

Concludendo quindi, con una citazione da guerriero della notte, se sei artista come out and play perché questo è il tuo tempo.

Teoria interessante non credete?



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