Il problema è che, quando sono stata additata con questo epiteto formale, il tono di voce utilizzato mi è sembrato misto ad un compiacimento negativo. Povera te, sei una perfezionista.
Come a dire: spera, spera che prima o poi si avvera. Ma dico io: che male c'è a credere e volere che le cose siano fatte in un certo modo? A sperare di riuscire nei propri intenti e a sognare, senza smettere mai? Sono una che vive la vita a mille anche quando sto sdraiata a pancia in giù per i dolori mestruali. Sono una persona determinata e alla stesso tempo molto, molto, pratica. Guardo in faccia la realtà, ci faccio i conti e, pur essendo conscia dei miei limiti, sono altrettanto consapevole delle mie potenzialità. Sono una dal cuore tenero ma con una pellaccia dura. E voi? Vi accontentate o tendete allo strenuo le vostre capacità per ottenere il massimo?