Ho fatto tante volte lo stagista, nella mia vita. Una ad esempio è stata quella per il Presidente degli Stati Uniti. Erano gli anni ’90… Ah no, mi sa che quella volta non ero io. Comunque, almeno da quelle che sono state le mie esperienze, posso dire che fare lo stagista non è proprio il massimo della vita. Quella dello stagista è infatti una situazione piuttosto degradante, perché:
- Vieni trattato come l’ultima ruota del carro.
- Non hai alcun diritto.
- Ogni giorno potrebbe essere l’ultimo. In azienda, così come anche proprio l’ultimo l’ultimo, considerando come agli stagisti vengano offerti i lavori non solo più umilianti, ma anche più mortalmente pericolosi.
- Non sei pagato, se non con buoni omaggio per i film al cinema. Ma solo per i film di Moccia.
- Non sei pagato, e a volte nemmeno con buoni omaggio per i film di Moccia. E questa è la parte più piacevole della tua giornata come stagista.
La condizione dello stagista è stata portata su piccolo schermo in maniera esilarante, quanto tristemente veritiera, da Alessandro Tiberi nella serie tv italiana (sì, ogni tanto anche in Italia si fanno serie tv e non fiction) Boris.
Alessandro Tiberi è la dimostrazione vivente di come si possa passare dalla gavetta come stagista a fare grandi cose. Lui è finito a recitare con Woody Allen, signori e signore.
In che film? Ah già, To Rome with Love, probabilmente il peggior Woody Allen della storia e al suo fianco c’era Alessandra Mastronardi… Ok, esempio sbagliato. Alessandro Tiberi è la dimostrazione vivente di come fare lo stagista non porti da nessuna parte.
"Cannibal Kid parla di noi..."
"So' soddisfazioni!"
Innanzitutto per la simpatia che provo per la categoria degli stagisti. Scusate, ma io preferisco una pellicola incentrata su degli stagisti piuttosto che una su dei robottoni. Non ci posso fare niente. Sarò razzista io. Al di là di ciò, Gli stagisti è una perfetta commedia nell’epoca della crisi. A livello di risate non è che faccia farne proprio tantissime. Il suo è piuttosto un riso amaro. È una riflessione sul mondo precario e sulla situazione lavorativa di oggi leggera, molto leggera, leggerissima, quanto leggermente efficace.
"Sì, carini i cappellini, però penso che Pensieri Cannibali
possa offrirci di meglio..."
"Sei sicuro che facciamo bene ad abbandonare Google per andare
a Casale Monferrato a lavorare per Pensieri Cannibali?"
"Certo, come no? Intanto vai avanti tu..."
Da qui in poi è un susseguirsi di sfide tra i vari gruppi di stagisti e di scene come detto piuttosto prevedibili. Non c’è niente di troppo inaspettato. Però i due cazzoni protagonisti fanno troppa simpatia e pure i personaggi minori, un gruppo di nerd e di loser assortiti che sembrano usciti da una puntata del Glee dei primi tempi, per quanto stereotipati, fanno troppa simpatia, soprattutto il promettente Dylan O'Brien di Teen Wolf e The First Time, e allora questi stagisti non faranno morir dal ridere, non brilleranno per originalità o qualità particolarmente elevate, però non puoi non voler loro bene e alla fine ti viene persino voglia di offrirglielo, un lavoro. E allora, se l’esperienza con Google dovesse finire, venite pure qui a Pensieri Cannibali a fare uno stage, cari i miei stagisti. Però vi avverto, non verrete pagati. Se non con buoni omaggio per i film al cinema. Ma solo per i film di Moccia. (voto 6,5/10)