Mio papà tornava in pausa dal lavoro e di pomeriggio leggeva Tex, fumando la pipa, in salotto.Comprava Tex Willer, e qualche volta pure Zagor.Quando ogni tanto usciva un numero speciale a colori, era un evento. Anche se io lo preferivo in bianco e nero, così potevo colorare a piacere con i pastelli dell’immaginazione.
Grazie a Tex ho imparato a conoscere i paesaggi sconfinati, il desiderio d’avventura, l’aroma del caffè scaldato nelle braci all’alba, la sella usata come cuscino, i canyon, i cactus, le aquile alte nel cielo limpido, le mandrie di bisonti, le giubbe blu, i segnali di fumo degli indiani, i puma e i corvi a guardia degli sciamani, le lance, gli archi, le frecce, soprattutto i Sioux, con Tex che indossava il sacro wampum e diventava Aquila della Notte, il capo bianco dei Navajo.
Mi piaceva soprattutto il vecchio Kit, e mi veniva l’acquolina in bocca ogni volta che quel vecchio cammello ordinava bistecca, patatine e birra ghiacciata.E mai che cambiasse! Sempre bistecca al sangue, patate arroste e birra fresca: che invidia mi faceva quel vecchio barbagianni!
Mi sarebbe piaciuto almeno una volta potermi sedere al suo fianco e aspettare il cameriere._Lei la bistecca come la vuole? Non troppo al sangue?_Sentimi bene, ragazzo. Ora ti spiego come la vogliamo! Ti procuri una vacca, le togli le corna, le dai una pulita al culo, e ce la servi sotto la più grande frana di patate arroste che le Montagne Rocciose ricordino! Giusto, Kit?_Non avrei saputo dirla meglio, pard!
Poi c’era Tiger Jack, l’indiano, vabbeh, lui ci stava dentro. Invece Kit Willer non mi ha mai preso granché, sarà che diffido per natura dei figli di papà, come dei doppi cognomi. Sarai stato pure un ottimo ranger, per carità, e pure un’ottima persona come il figlio di Di Pietro, ma resta il fatto che, chissà com’è, ti sei ritrovato con la vocazione artistica di fare il ranger e tuo padre è un signor ranger. Un bravo ranger diffida delle coincidenze. E io diffido.
Mah! Sarà, ma io a tavola chiacchiero più volentieri con Capelli d’Argento, che con “mi sono fatto da solo, ma ho lo stesso cognome del protagonista”.Senza quel bamboccio raccomandato di Piccolo Falchetto, ci sarei stato io a cavalcare con loro incontro al tramonto!Ecco, l’ho detto! Era mio quel ruolo! Perché mi piacciono un sacco bistecca e patatine. Da sempre!Ero perfetto per quella parte!Ufff!
Qualche anno fa ero sul Trenino Verde in Sardegna, tra Cagliari e Arbatax, e attraversando l’entroterra vidi per la prima volta degli scenari che non vedevo per la prima volta.E mi sentivo a casa e non capivo come.Per puro caso mi imbattei in un nativo che mi spiegò che da quegli scenari aveva tratto ispirazione per disegnare gli scenari aspri della Frontiera Selvaggia, Aurelio Galleppini, in arte Galep, il disegnatore di Tex.Capite? Non è la Sardegna che assomiglia al Gran Canyon! È l’esatto contrario.
Comunque ogni tanto dai deserti assolati del Texas, stravaccato sul divano, facevo una capatina nella foresta di Darkwood, e mi si gelava il sangue nelle vene quando sentivo l’urlo di guerra dello Spirito con la Scure, anche se quel messicano cicciottello rovinava spesso tutta la solennità del cipiglio di Zagor.
Ma porca paletta! A me piace scherzare eh! Intendiamoci! Però quando c’è da ammazzare si ammazza e basta!Zagor e il suo tomahawk sono pronti a scagliarsi contro un mucchio di indiani cattivi, che rompono le palle pure agli indiani buoni, e, non so a voi, ma a me giravano i coglioni che sul bel mezzo dell’ammazzamento saltava fuori Cico con la sua idiozia e le sue battute idiote pure loro che ti smontavano ogni proposito sanguinario.Più volte pregai Zagor affinché gli facesse lo scalpo, ma niente!
Vabbeh… Zagor, come Tex, sono tutti d’un pezzo; scolpiti con l’accetta.
Rimane il fatto che Tex Willer Aquila della Notte, Kit Carson Capelli d’Argento, Za-gor-te-nay Lo Spirito con la Scure: loro sono stati gli eroi a fumetti in carne e ossa della mia infanzia.
Quello che sono lo devo anche a loro (lo squilibrio mentale e l’alienazione sociale, evidentemente c’erano già da prima).
Dago, seppur magnifico, mi ha trovato ormai cresciuto, molti anni dopo.
Tex e Zagor sono editi dalla Sergio Bonelli Editore.Da oggi Sergio non c’è più, ha raggiunto le grandi praterie, i canyon assolati, le foreste di mangrovie.E io voglio scrivere “Grazie Sergio, per tutte le emozioni che hai regalato a un ragazzino seduto sul divano in salotto, con un fumetto in mano e una sella sotto il culo, e sotto la sella un cavallo lanciato al galoppo”.Grazie a te, mio papà, anche se non ha mia viaggiato granché, ha esplorato luoghi fantastici e inospitali. E io con lui.Ci siamo battuti contro i cattivi e le asperità, e abbiamo vinto, e siamo sempre tornati incolumi, per l’ora di cena.
Ora, Sergio, in ogni saloon, per te ci sarà un posto riservato al tavolo dei ranger.
E un grido di guerra ti accompagni.
Aahhyaaaakk!!!
Vittoria! (nonostante Cico e Piccolo Falco L'usurpatore di ruoli)
K.
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