Mattia sulla canna e Marisa ai pedali, e poi viceversa, a vedere un altro mare, dove la spiaggia le invita a sdraiarsi, con il suo tappeto caldo che sollecita i piedi senza sporcarli. Si baciano lì, e tracciano sulla battigia un cuore con le iniziali. L'onda stenta a portarlo via. Alle tre del pomeriggio il mare le unisce senza farle arrossire. Vengono fuori presto dall'acqua, mano nella mano, e si stringono di nuovo, i teli caldi le illanguidiscono. Il tramonto le coglie così, ancora l'una nell'altra, come solo occhi liquidi possono vedere. Ah, ragazze ! Ah, Mattia!A casa finalmente, le scale a due a due fino al quarto piano, il tiretto alla porta per chiudere il mondo fuori. Mi bacia ancora e mi prende. Dolce, Marisa. Che fantasia ! È forte, non sembrava! Mi bacia impetuosamente. Strana. Bizzarra. Mi lega, credo voglia giocare. Non mi bacia più. Che fa? Si alza e mi lascia qui. Ma proprio adesso? Va in cucina, la sento rovistare in un cassetto. Torna, i passi nudi pesanti sul parquet. Contro il chiarore della finestra vedo uno scintillio. Eccola su di me, di nuovo. Non sorride più. Incontro il suo sguardo e sono stupita, sembra veda fantasmi.Ah, Marisa! Ah, Mattia!Che freddo che sento. E qualcosa di caldo mi scivola sul collo. Non ho più braccia nè gambe nè voce. Rabbrividisco mentre un calore che viene da me intiepidisce il letto. Freddo in una pozza calda, solo questo. Quasi mi conforta, dal materasso, questo calduccio liquido.
L' ultimo pensiero è di meraviglia : Il sole di maggio, il mare e il mio sangue, sulla tavolozza matta e sfarinata del suo viso, come ora si mostra, rendono l'assenza di tinta, secondo la teoria della mescolanza sottrattiva del colore. Monica Sapio