E’ una piscina quasi sempre affollata, gli allenamenti della squadra di nuoto femminile si svolgono in orari diversi. E’ una bella squadra, ma in essa si trova la solita preferita. L’allenatore per spiegare o cronometrare chiama sempre e solo lei, Chiara!Ma solo di nome Chiara, perché ha capelli neri e pelle olivastra, la classica bellezza mediterranea; bellezza si fa per dire, perché bisogna essere molto indulgenti per definirla tale. In acqua il suo fisico muscoloso dalle spalle larghe le fanno sembrare la testa una piccola palla con una protuberanza, il naso, che ricorda il muso di un toporagno. Per fortuna la sua beltà non è alla pari con la sua bravura. Ha sempre i migliori tempi, stacanovista non smetterebbe mai di allenarsi. Tutti in squadra riconoscono la sua potenza invidiandola. Sembra una mattina come tante altre, l’allenatore organizza tre gruppi per fare gareggiare. La speranza, di battere nel tempo la preferita, aleggia nelle menti delle ragazze.Si immergono, l’acqua della piscina tumultuosa come il bollore di una pentola sembra una tonnara. Braccia che tagliano la superficie liquida al cloro. Il respiro è forte – i polmoni sembrano insufficienti per contenere l’aria respirata.Un grido – una macchia rosso sbiadito in acqua – una mano è arrivata nella faccia di Chiara, il suo naso importante sanguina. Incidente? Una cosa è certa, in questa gara non sarà la prima.
Caterina Guttuso