AAS Lab: Ridere

Da Aperturaastrappo
E quando al funerale del principe la moglie indossò il velo, alcuni dissero che con le occhiaie che si era ritrovata in quei giorni sarebbe stato meglio per lei non farsi vedere (altre malelingue si inventarono che la vedova brutta era nei giorni tranquilli, figurarsi in quelli tormentati) e tutti intorno a lei ad accarezzarla, stringerle la mano, unirsi nel dolore, soffro con te, le dicevano, era come un padre per me, continuavano, e poi c’erano quelli che per fretta o timore si defilavano con condoglianze o condoglianze sentite.
Voci di popolo che parlano senza vedere e giudicano senza conoscere, a conti fatti pare che nessuno avesse mai visto il volto della principessa prima del funerale del marito che, quando lei si abbassò per baciare la salma per l’ultima volta, il velo nero le cadde e il prete non si trattenne, poi il diacono che dopo giorni disse di non avere mai visto degli occhi così strabici, poi i chierichetti che quando ripresero fiato raccontarono a tutti dei due denti gialli che uscivano dalle labbra nere, e poi a uno a uno quelli del coro, le prime file, le seconde file, quelli in piedi, pure i santi dei dipinti pareva che non ce la facessero più, chi si buttava per terra, chi dovette uscire dalla chiesa, chi si teneva la pancia per non soffocare. La vedova si rimise il velo e stizzita disse “è un funerale, per dio!” poi se ne andò. Il prete dovette interrompere la messa, il diacono non riuscì neanche a dire “andate in pace” e i chierichetti non smisero nemmeno quando, dopo il funerale, asciugarono le panche della navata. Federico Orlando