Abbandono scolastico, record nelle isole

Creato il 05 luglio 2014 da Makinsud

La situazione della scuola italiana è, da tempo, sotto la lente d’ingrandimento dell’Europa a causa dei ritardi che spesso vengono registrati rispetto agli standard continentali e rispetto ad altri parametri che riguardano gli stipendi dei docenti, l’età media dei docenti (tra le più elevate) e i risultati conseguiti dagli studenti. A questo si aggiunge anche un ulteriore dato preoccupante evidenziato da un dettagliato dossier della rivista specializzata Tuttoscuola: l’elevato tasso di abbandono scolastico che, soprattutto al Sud Italia, risulta notevolmente superiore alle medie europee, oltre che caratterizzato da un allarmante trend in crescita.

In particolare, gli abbandoni scolastici risultano essere particolarmente evidenti in Sicilia e Sardegna e tale fenomeno riguarda le classi delle scuole secondarie di secondo grado. Complessivamente nelle due isole maggiori, non arriva al conseguimento del diploma ben il 35% degli studenti e, andando a guardar i dati a livello provinciale, la “maglia nera” spetta alla provincia di Caltanissetta con il 41,7% degli abbandoni nell’anno scolastico 2013/2014, seguita da Palermo con il 40,1% degli abbandoni, da Catania con il 38,6%. Seguono, poi, Ragusa, Sassari e Cagliari. La presenza di province sicule e sarde è interrotta solo dalla presenza di Prato e Asti che si collocano ai vertici di questa classifica negativa, ma anche a causa dell’elevato numero di studenti di nazionalità straniera, in particolare cinesi. I dati sull’abbandono scolastico alle scuole superiori, dunque, risultano particolarmente preoccupanti per le Isole e per il Meridione, dove la Campania risulta essere la Regione con il più alto numero di studenti che non arrivano al conseguimento del diploma: il 31,6%.

Alla luce di tale quadro nefasto che riguarda la scuola italiana, dunque, appare chiara l’esigenza di interventi mirati a contrastare tale fenomeno: in realtà, però, le politiche messe in atto dal Miur vanno in direzione totalmente opposta e puntano alla redistribuzione delle limitate risorse disponibili alle Regioni del Settentrione laddove, invece, la popolazione scolastica è in sostanziale crescita. Invece, gli organici docenti al Sud finiscono per pagare il dazio più alto ai tagli decisi negli anni scorsi: basti pensare che per il prossimo anno scolastico il Miur ha previsto la cancellazione di 14 cattedre in Abruzzo, 58 in Basilicata, 183 in Calabria, 387 in Campania, 33 in Molise, 340 in Puglia e 27 in Sardegna tagliando anche le risorse a disposizione per l’offerta di servizi all’orientamento.

In tal modo, senza un intervento urgente e mirato ad una concreta inversione di rotta, la piaga dell’abbandono scolastico diventerà ben presto un male incurabile.


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