Abbasso le riforme

Creato il 22 maggio 2015 da Propostalavoro @propostalavoro

Ho scattato questa foto qualche mese fa, quando questi due cartelloni pubblicitari, diversissimi tra di loro, hanno casualmente fotografato, con sadica ironia, la paradossale situazione italiana, in uno dei settori più massacrati da presunte riforme, negli ultimi decenni: la formazione.

Un tesoro inestimabile, da trattare con i guanti e da far crescere con cura, perchè è proprio tramite il sistema formativo (scuola dell'obbligo e università) che si formano gli italiani di domani. Eppure, riforma dopo riforma (Berlinguer, Moratti, Gelmini e ora, "La buona Scuola" di Renzi), la nostra classe dirigente è riuscita nella – per niente invidiabile – impresa di farci precipitare agli ulimi posti, in tutte le classifiche europee.

Penso sia la testimonianza, l'ennesima, del fatto che i politici italiani non hanno la più pallida idea di quello che hanno fatto e stanno facendo. Lavoro, scuola, innovazione sono settori delicati, dove bisogna riformare per migliorare, con interventi mirati e delicati, non caricare a testa bassa, come un toro nella corrida.

Eppure, dicono tutti, il Paese va male, quindi serve una riforma, subito: c'è disoccupazione? Facciamo la riforma del lavoro! Abbiamo pochi laureati? Ci serve una riforma dell'università! C'è la disaffezione degli italiani alla politica? Risolviamo tutto con la riforma elettorale!

Riforme, riforme, riforme! Riforme che, però, facciamo male (Garanzia Giovani è un flop totale), mettendo le mani dove non serve o dove non è urgente (di quanto è aumentata l'occupzione, con la distruzione, di fatto, dell'Articolo 18?); introducendo novità che, sì funzionano in altri Paesi, ma non sappiamo se sono adatti al sistema italiano (bella la flexicurity in Nord Europa, ma da noi è stata solo precariato), dimenticando settori che hanno, per davvero, bisogno di essere riformati (qualcuno vuole richiamare i cervelli fuggiti, rispolverando seriamente la meritocrazia?).

Tutti vogliono riforme facili e veloci, con risultati immediati, buone da buttare in pasto alle telecamere, per raccattare voti alle prossime elezioni, per rimanre ancora attaccati alla poltrona, per giocare a "chi fa più riforme".

Le riforme da tutto e subito, però, stanno producendo più danni che benefici, come il Jobs Act (non serviva, bastava solo abbassare le tasse), come la Buona Scuola (altro tackle a gamba tesa del Rottamatore), come, prima, la riforma Fornero, la riforma Gelmini, la Legge Biagi, il Porcellum e così via.

Abbasso le riforme, allora: quelle fatte con i piedi, per lo meno. Perchè di questa foto vorrei ridere sì, ma non con amarezza.

Danilo