di Giovanni Maddamma
Il papà di Melissa
(Ecodifoggia.it) - Brindisi: Tutti noi ci chiediamo il motivo del “dolore” e molte volte la risposta può essere “dobbiamo essere pronti a seguire il Signore”. La domanda che mi faccio da moltissimi anni è “sarà Dio a volere questa mia sofferenza?” secondo me la risposta sarà sempre e solamente “NO”, allora perché si soffre così tanto? La sofferenza è ciò che portiamo dentro, sarebbe l’origine dei nostri disagi, avrebbe detto un grande come Gaber. In effetti, è proprio questo il motivo che fa soffrire la gente e molte volte ci fa commettere atti non degni dei cristiani. Il mio pensiero va alla famiglia di Melissa e alle famiglie con tragedie simili, che in un certo senso hanno rivissuto nell’attentato di Brindisi quei giorni di dolore incolmabile, e proprio a loro va questa mia riflessione. In molti testi biblici si menziona il dolore e il lutto, come ad esempio in “Siracide 38:16 – 23” che ci spiega come comportarci durante il lutto. “Figlio, versa lacrime sul morto, e come uno che soffre crudelmente inizia il lamento; poi seppelliscine il corpo secondo il suo rito e non trascurare la sua tomba. Piangi amaramente e alza il tuo lamento, il lutto sia proporzionato alla sua dignità, un giorno o due, per prevenire le dicerie, quindi consolati del tuo dolore. Difatti il dolore precede la morte, il dolore del cuore logora la forza. In una disgrazia resta a lungo il dolore, una vita di miseria è dura al cuore. Non abbandonare il tuo cuore al dolore; scaccialo pensando alla tua fine. Non dimenticare: non ci sarà infatti ritorno; al morto non gioverai e farai del male a te stesso. Ricordati della mia sorte che sarà anche la tua: «Ieri a me e oggi a te». Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo ricordo; consolati di lui, ora che il suo spirito è partito”. Ecco, la Bibbia ci dice di allontanarci dal dolore, perché non gioverà a nessuno piangere sull’accaduto, soprattutto non servirà infliggerti dolore a vita eterna. Mi dispiace per quello che accadde a Brindisi, spero solo che i genitori di Melissa possano trovare in un giorno non molto lontano la “Pace perduta”.